ta, ed i viventi illustri danno lusinga, che sì il ricordo della gloria passata che della presente, ecciti negli allievi l’emulazione de’domestici esempi, valevole ad insegnar loro a conoscere se medesimi in presenza di quelle nazioni che ne dispregiano, e porga loro coraggio a sostenere e a ravvivare la grandezza del veneto nome, giacché in essi riposano le speranze della presentegenerazione. Con queste identifiche parole, calde d’atnor patrio e di pienissima intelligenza artistica, il eh. e facondo Zanotto termina la sua Storia della Pittura Veneziana, in cui impiegò 1 16 pagine in foglio grande a due colonne, con eruditissime note, per cui appena appena ne diedi uno sfuggevole generico cenno. -—- Ardua cosa è il parlare de’ contemporanei, poiché si corre grave pericolo di ferire la modestia degli uni, o il giusto amor proprio degli altri. Tuttavia per sentimento d’ammirazione e di alletto, di delicati riguardi, all’occasione me lo permisi con diversi, anche per circostanze particolari, la fama celebrando pure gl’innominati, e perciò non bisognosi de’ miei deboli ricordi.Col mio dir breve e ristrette dimensioni io nell’angustied’un articolo,sebbene ampio e multiforme, non poteva abbracciare tutti. Il condurre questo complicatissimo articolo, in modo corrispondente all’altezza dell’argomento, avrebbe superato ogni mia forza. L’antiche glorie venete non sono estinte e vigorosamente verdeggiano. La gerarchia ecclesiastica ed il clero secolare e regolare vanta moltissimi dotti, virtuosi e zelanti nel ministero sacro.Tuttora fra’veneziani fioriscono nobili ingegni, che alle classiche lettere e alle scienze congiungono gli studi severi della critica e dell’erudizione. Molti sono i nomi illustri che lo provano, e che l’Italia e oltremonte venera come maestri nelle diverse discipline, con cui hanno arricchito e seguono ad arricchire co’ loro pregevoli scritti la bella penisola. Tuttora fra’veneziani non 523 mancano eletti e valorosi ingegni artistici, che nell’esercizio delle belle arti del disegno, riscuotono l’ammirazione de’no-stri e degli estranei. Degli uni e degli altri finalmente non mancano liete speranze, che col crescer degli anni promettono sostenere il decoro patrio nelle scienze, uelle lettere, nelle arti. INe sono prova quanto si legge ne’ periodici letterarii, da’quali si apprendeesistere fra’veneziani una grande attività intellettuale e artistica,confermata da frequenti pubblicazioni. Le varie opere che si stampano iu Venezia bastano già da se sole a dimostrare quanto si apprezzino gli studi in quest’antica dominatrice de’mari, che sempre ricordevole del suo passato lo evoca dal silenzio de’suoi preziosi archivi, traendo alla luce i documenti illustrativi delle sue imprese, della sua marina, del suo commercio, delle sue ambascerie, delle sue spedizioni. L’Eptacordo di Roma, de’3o giugnoi858, parla del libro pubblicato dal eli. prof. Pietro marchese Selvatico Estense segretario dell’accademia delle belle arti in Venezia, iutorno alle condizioni presenti delle arti del disegno e all’influenza che vi esercitano l’accademie artistiche. Infine del n. 11 del § X accennai l’analogo suo discorso, 9e pure non é lo stesso. La Cronaca di Milano ricordata nel citato numero, dice nel cenno che ne fece. La necessità di rendere il disegno elemento fondamentale di educazione, vale di sovente più della parola, non solo a muovere gli affetti, ma eziandio ad aiutare ogni applicazione dello scibile umano, a manifestare le idee ripensate dall’animo, a ricordare i fatti veduti, a chiarirne le conseguenze ; quindi non è soltanto necessario al pittore, allo statuario, all’architetto, ma pur serve a proficuo diletto del ricco, agevola al dotto la cognizione delle scienze, conduce Partiere a perfezionare le ma-nifatture. Se i giovani agiati sapessero il disegno, intenderebbero le bellezze de’ prodotti insigni delle arti, troverebbero