do le rendite per detto uso. Nel 1669 la congregazione de’ domenicani dell’osservanza del b. Giacomo Saloraoni acquistò il convento, con approvazione del nunzio di Venezia Trotti arcivescovo di Cartagine, prendendone possesso a’i4luglio.Dipoi i domenicani avendo sperimentato per molti anni esser troppo angusta la chiesa alla frequenza del popolo accorrente alle sagre funzioni, determinaronoinqualche piccola distanza da essa edificarne una nuova più maestosa e più ampia, archi-tettata grandiosamente dal Massari. A’ 17 magg'101726 il patriarca Gradenigo benedì e pose ne’fondatnenli lai.3 pietra, colla medaglia che offre il Corner, con a-naloga iscrizione e nel rovescio gli stemmi de’ regnanti Benedetto XIII e doge Mocenigo, del patriarca e della congregazione osservante. Fin d’ allora fu dedicata a s. Maria del Rosario, poi volgarmente detta anche i Gesuali e s. Domenico delle Zattere. Al dire dello Sta- lo personale, la chiesa fu fabbricata nel 1736. Le pie limosine de’fedeli contribuirono al sollecito compimento, per cui con solenne triduo si cominciò ad uffi-ziare nel 1743; e ridotta poi a perfezione di abbellimento,con vaga facciata di marmo, con 7 magnifici altari eretti di scelti marmi, oltre il bello e ricco tabernaco- lo, con preziose colonne di lapislazzoli di considerabile dimensione, fu consagrata soleunemente dal patriarca Foscari in una 3/ domenica d’ottobre. Pensarono quindi i domenicani a dilatare pure la loro ristretta abitazione, in proporzione al numero de’religiosi, e incomoda a’ministeri del loro istituto, con edificare contiguo alla nuova chiesa un convento modesto e insieme decoroso, in cui il maggior ornamento fu la scelta e copiosa libreria , riputata la più nobile e numerosa di opere fra le pubbliche della città, dopoché generosamente, e ancor vivente, gli donò la sua rinomata biblioteca il dottissimo Apostolo Zeno, che volle nella chiesa adiacente esser sepolto. In 3o3 questa furono collocati alla venerazione de’fedeli, una ss. Spina, il corpo di s. Mariano martire, e un osso intero di s. Giovanni di Dio, donato da Clemente X a Battista Nani ambasciatore veneto a Roma e da esso offerto a questa chiesa. In essa furono da quella della Visitazione trasferite l’ossa di due gran serve di Dio del 3.° ordine di penitenza di s. Domenico, suor M." Caterina della Volontà di Dio e suor Fialetta Fialetti, indirizzate nella sublime via della perfezione dal santo religioso di questo convento fr. Re-giualdo M.a Panighetti, dalla madre di 3 anni tolto alle superstizioni del giudaismo. Nel 18losoppressianche i domenicani,nello stesso anno la chiesa di s. Maria del Rosario detta i Gesuali, con decreto patriarcale de’24 ottobre fu dichiarata parrocchia in sostituzione alla soppressa di s. Agnese, destinandosi a sua succursale la chiesa dello Spirito Santo, della quale discorro nel n. 5r del presente §. Di più fu in pari tempo elevata a V decania colle seguenti parrocchie soggette: ss. Gervasio e Protasio, s. Paotaleone, s.Gio. Battista delle Gambarare (che sebbene in terraferma e in un comune del distretto di Dolo,si considera come parrocchia urbana, come rilevai in fine del § Vili), s. Maria del Carmelo, ss. Eufemia ec., s. Baffaele. Ora nella parrocchia di s. Maria del Rosario sono 35io anime. Si ammira nella chiesa, oltre il riferito, il soffitto co’fatti di s. Domenico, vaga opera a fresco del Tiepolelto, la quale diletta l’occhio, ma non accheta la ragione, sentenzia il gran Moschini. Del Tie-poletto è anche la tavolo del 1.° altare con Maria Verginee 3 Santi. L’immagine di s. Domenico, nel 2.0 altare, i 3 Santi domenicani, neH’ultiino, sono del Piazzetta. All’altra parte, nell.” altare si ha di J. Tintoretto con Cristo in Croce e le Marie, delle più graziose figure che quegli facesse. Nell’ultimo altare vi è dell’ ultime fatture del Rizzi, la tavola con 3 Santi domenicani. — Quanto alla chiesa di s. Ma-