5o8 massime ne’ tempi più a noi vicini, vollero che i fasti cospicui della repubblica, col mezzo di lapidi e di memorie fossero alla posterità raccomandati. Venezia essere ricchissima di sepolcrali monumenti, e con essa l’isole circostanti, dopoché fu permessa la tumulazione de’cadavei i, oltreché ne’cimiteri, prima ne’ portici o sottoportici, e poi nelle chiese. Inoltre Venezia di siffatti monumenti e iscrizioni ne conta pure di Santi, di Beati e di Venerabili servi di Dio; vi sono quelle e-ziandio appartenenti a consagrazioni di chiese, cappelle e altari ; quelle di privilegi accordati, e di pie lascite e voti. So-novi l’iscrizioni onorarie de’ dogi, e degli esteri che nella città terminarono di vivere; de’patriarchi, vescovi e altri cospicui ecclesiastici. Vengono poi (’onorarie erette a’ generali di mare o di terra, a’ capitani illustri, a’togali chiari per le sostenute magistrature, agli eruditi e letterali, agli artefici ec. Altre iscrizioni descrivono molti fatti della venela storia, altre l’erezione d’opere pubbliche, sagre o profane, ovvero d’opere di privali ; ed in altre registrate sono le leggi, i decreti ec. In breve, interessano grandemente la storia della celebratissima repubblica, e degli uomini innumerabili che vi fiorirono in pace e in guerra, non meno che In storia urbana della citlà. Giovano singolarmente alla parte genealogica,anche per rettificare le discendenze de’no-bili e de’cittadini. Recano copiosissime frutta circa la storia letteraria e biografica degli uomini e delle donne, illustri e non illustri della città. Anche del clero veneziano,che maisempre negli studi ebbe fama, e che alle chiese diede uomini chiarissimi, si trovano raccolte memorie onorevolissime. Con molteplice erudizione ci dà le notizie de’ raccoglitori delle veneziane iscrizioni ed epigrafi, edite ed inedite d’ogni genere, delle quali mi limiterò solo a ricordare i titoli di tali o-pere che ricavo dall’autore, senza ricordare le contenute negli storici veneti e le già ricordate del Galletti, siccome inerenti agli illustri veneziani. Fra i generali raccoglitori d’iscrizioni il i .°che si conosca è il tedesco Gio. Giorgio Palfer o Palfero, fiorito nellai.* metà del secolo XVII, che lasciò il rnss. ora esistente nella Marciana e col titolo : Meniorabilìa Venetiarum monumenta anliquis re-cenlioribusq. lapidibus insculpla quae centurnetsexaginta perlustratur tempia J. G. Palferus excerplis Urbis decori, fideli um pielati studiosor. deliciis in-servitura. Nella stessa Marciana è il codice mss. del domenicano p. Rocco Curti morto circa il 1770: Inscrizioni sagre e profane, che ritrovatisi incise in lapidi nelle chiese, monasteri, sagre adunanze, strade, piazze, palazzi pubblici e privali di Venezia, a'quali sono aggiunte le antiche e memorabili lasciateci da Giorgio Palferio, ed altre ritrovate nelle escavazioni falle, indicanti il soggiorno di antichi popoli nelle Lagune e suoi distretti ec. Questo codice, in quanto alle moderne iscrizioni, è pressoché simile a quello de’Gradenigo ; ed in quanto all’antiche lapidi, tranne circa 3, sono le stesse pubblicate dal patrizio Bernardo Trevisan nel Trattato dellalaguna di Venezia, iviLovisa 1 7 1 8. Nella Marciana vi è inoltre il codice mss. col titolo: Inscrizioni sepolcrali Veneziane. Buon numero d’epigrafi trovansi nella Nuova Cronaca veneta, ossia descrizione di latte le pubbliche architetture, sculture,pitture della città di Venezia, ed isole circonvicine ec. Opera del p. m. F. Tommas’Arcangelo Zuc-chini de’ predicatori, veneto, Venezia 1785 presso il Valvasense. Ve ne sono ancora nelle seguenti opere, senza nominarne altre. Gio. Battista Soravia, Le Chiese di Venezia descritte ed illustrate, Venezia dalla tipografia Andreola 1822. Collezione de’ più pregevoli monumenti sepolcrali di Venezia ed isole circondane, opera disegnata e diretta da Antonio Mauro, Pietro Quarena, Ange-