guenti, ottenne il breve RomanorumPon-tificum, degli 8 marzo 1808, Bull. Rom. coni., 1.1 3, p. 258: Concessio novorum insignium vestium pro canonicis et man-sionarii seti subcanonici Ecclesiae Pa-triarchalis Veneliarum. Pertanto con esso il Papa accordò a’ canonici l’uso della cappa magna violaceam liyemalitempore cimi pellibus armellinis albis su-pra rocchettuni, aestivo vero tempore, cottam supra ipsuni rocchettunij ed a’ mansionari o sotto-canonici, rocchetlum pari ter in hyeme, et cappam magnani simi lem curii pellibus armellinis ciñera• cei lamen colorís, aestate vero cotlam dumtaxat sine cappa hujusmodi et rocchetto, la semplice cotta.FinalmenteGre-gorio XVI, affettuosissimo per Venezia e pe’veneziani, per quanto dovrò in piìi luoghi raccontare , col breve apostolico Est hoc in more positum , de’ 7 luglio i832, presso l’ab. Cappelletti, onorò le due dignità dell’uso delle vesti di prelati domestici del Papa, in tutte l’ecclesia-stiche funzioni , e dell’ istromento della bugia o palmatoria, nella celebrazione de’solenni riti, tanto nella chiesa metropolitana, quanto neH’altre della patriarcale diocesi; ed agli altri canonici, l’uso della mozzetta di seta paonazza sopra la cotta e il rocchetto. M’istruisce il lodato patrio scrittore ecclesiastico': che gli odier-uicanonicidel privilegio della cappa magna ignari, cominciarono ad usarla nel 1848 (forse il conobbero dopo la pubblicazione del citato 1.1 3 del Bull. Rom. cont., che fu uel 1847), e quindi implorarono e ottennero la sanatoria dal regnante Papa Pio IX nel 185o;eche l’arciprete sino dal 1620 è anche il penitenziere, non essendo ancora stata canonicamente eretta tale speciale prebenda. Quando le due dignità non indossano la cappa magna , cioè secondo le stagioni, assumono l’abito prelatizio paonazzo, e siccome allora gli altri canonici sul rocchetto e la cotta adoperano la rnozzet-ta paonazza, così i mansionari o sollo- canonici, che sono cappellani corali, portano sulla cotta la mozzetta di seta nera. I 6 prebendati, 3 diaconi e 3 suddiaconi, che servono alle sagre uffiziature, e gli altri sacerdoti addetti a queste,godono l’uso dell’almuzia. A maggior chiarezza, con lo Stato personale elei Clero, ripeterò quello presente del Ilm.° Capitolo della chiesa Cattedrale di s. Marco Evangelista.Due dignità capitolari col titolo di monsignore: i canonici arcidiacono e arciprete. Dodici canonici col titolo di monsignore, de’quali ili.” è decano, e fra di essi vi sono il prefetto del coro, il penitenziere e sindaco capitolare, il commissario patriarcale per la sorveglianza degli studi, il prefetto della sagrestia, il teologo, l’appuntatore. Dieci canonici onorari, compresi il cancelliere capitolare e il nunzio capitolare. Venti cappellani corali con residenza: i primi 6 sono presbiteri, co’gradi di 1,° e 2.° decano, i.°c 2.0 anziano, i.° e 2.” iuniore:indi 3 diaconi, ili.° colla qualifica di anziano : 3 suddiaconi, ili-0 colla qualifica di anziano: 4 accoliti per ordine numerico: il ceremoniere patriarcale , il ceremoniere capitolare, il 1.° capo del coro, il 2.° capo del coro, ambedue membri dell'i. r. cappella musicale. Vi sono inoltre 3 alunni. Quattro cappellani corali di titolo presbiterale e onorari, uno de’ quali è sagri-sta primario. La parrocchia è nel sestiere medesimo di s. Marco, con 4377 anime. E prima decania e decanato patriarcale di padronato regio; ed il capitolo ne ha la parrocchialità abituale. Il canonico arciprete n’è il decano. Vi sono due cooperatori pel circondario di s. Giuliano e due per quello di s. Moisè: il sagri-sta primario e il secondo sagrista, il confessore e il predicatore ; ed il chierico. Compongono la cappella musicale un maestro primario, due organisti, 23 cantori e 27 suonatori. La chiesa di s. ftloisè è succursale, di cui nel § Vili, n.i5, col vicario: quelle di s. Giuliano edis. Gallo sono oraioni sagtauienlali, co’ loro retto-