giarlo, ben consapevole per esperienza quanto in Venezia suol ottenere un buon volere operoso per oggetti al divino culto spettanti Entrato il prelato nel ricordato luglio 1828 nello spirituale e reale possesso del benefizio, si sentì rinvigorire dalla copia stessa de’gravi ostacoli; e dopo d’aver agevolata la ricorrenza de’fedeli col- I erezione d’un ponte; dopo d’ aver snidato alcune profanità con radicali tra-sfounainenti degl’interni cortili, dedicò ogni suo studio al miglioramento della casa del Signore. Conseguenze ne furono, per l’abbellimento delle sagre pareti, i riportali propizi giudizi pel ricupero del loro piùcelebree prezioso fregio, il dipinto del Cima di Conegliano, esprimente l’Angelo Raffaele e Tobia, inconsultamente fin dal 1817 alienato; ed il migliorato aspetto delle muraglie, e degli altari o di nuovi odi restaurati dipinti, e di non volgari arredi adornati ; e la cantoria e l’organo, all’antica già rovinosa ed al disarmonico e misero sostituiti, ed a presidio degli oranti fedeli sulla porta maggiore innalzati; e l’accreditato bassorilievo del secoloXI V, di Maestro Bar-tolomeoBuono, rappresentante laMadon-na che accoglie i divoti (il Moschini dice che stava sopra la porta della scuola della Misericordia, con bell’aria, belle mani e giudizioso panneggiamento), e le due statue colossali del Vittoria, s. Paolo e s. Andrea Apostoli,ed un antico medaglione esprimente l’Eterno Padre (altri ornamenti in addietro della prossima scuola grande della Misericordia) dalla generosità dell’i. r. militare comando ottenuti ; e l’altare maestoso e vogo per copia di fini marmi, che impreziosì un tempo la chiesa camaldolese di s. Mattia di Murano, del quale all’ombra della clemenza di Gregorio XVI, si fece dono al tempio abbaziaìe dal religioso possessore,l’ora defunto scultore Antonio Bosa ; e da ultimo il dispendioso acquisto delle marmoree spalliere, sedili e pavimento, che l’accennata cappella adornavano, pel restauro de’ quali 197 marmi e del menzionato altare occorsero oltre 25oo fiorini ; essendo ardente proposito del prelato, che nella sua abbaziaìe altresì comparisse il tutto ritornato, onde il vetusto greco dipinto rappresentante l’immagine della divina Madi e delle Misericordie, che ivi si onora su d’una rozza e umile aro, dalla maggiore maestosamente adorna si mostri. Quella fu decorata dalle marmoree spalliere (ormanti il coro, chiuso da dette statue ; l’altare fu pure nobilitato do un prezioso ciborio, trotto da un magazzino ove negletto già -ceva,eda’cui fianchi si collocarono le riferite iscrizioni a perenne monumento della benignità di GregorioXVI.che l’impresa favoriva, e del luogo primiero da cui fu il tutto trasferito, luogo onorato un tempo e carissimo al medes^no Pontefice, quando cioè era esemplare monaco e abbote camaldolese in s. Michele di Murano, come divotamente e non senza commozione narrerò nel § XVII ( n. 18. Indi fu pubblicato in italiano e colla traduzione in francese a fronte 1 Sopra un dipinto di Jacopo Palma .Tumore posseduto dall' Illnì." e Rev.° Mg* Pietro d.' Piantoli, abbate mitralo di s, Maria della Misericordia, prò tonata rio apostolico,prelato domestico della Santità di N. S. Papa G regorio XVI, i. r. censore ec. Parole di G. Passeri-Braga-din, Venezia co’tipi di Giuseppe Antonelli premialo di medaglie d’oro 1843. Si descrive artisticamente econ eleganza il quadro, fatto litografare dal prelato, dotto e gentile amatore delle buone arti, e rappresentante un soggetto del nuovo Testamento, e precisamente tolto dal Vangelo di s. Giovanni, lo stupendo miraco- lo della Risurrezione di Lazzaro operata da Gesù. Dimostrali i sommi pregi di tal capolavoro del robusto e facile pennello del giovine Palma, da questi nella sua fiorente età eseguito pe’uobili Gri-mani di s. Luca a decorazione dell’ampia sala del loro palazzo, in unione alla tela incili J. TintorettoeIIÌ2Ìò la Maddalena, O * '9