re in privalo te successive soluzioni; ma la cosa non procedette più oltre. Però fu origine e impulso all’ opera che poi anche qui celebrerò. Imperocché tornato alla propria cello pieno il’ energico zelo, non aveudolode! tutto potuto sfogare col dissenziente, si pose a scrivere ciocché voleva ulteriormente combattere e confutare, e riuscì appunto, senza quasi avvedersene, a comporre la grave e profondamente dotta opera. Le segnalate prove di mirabile profitto negli sludi date dal p. d. Mauro Cappellari gli meritarono a' 5 agosto 1790 il grado di lettore nell’ordine, essendolo già fin dal 1786 per le scienze filosofiche, anco per la teologia. Insegnava con tanto colore ed impegno, che si conservano ancora alcunedel-le sue tesi dettate così all’improvviso in lingua latina, piene di singolare forza d’ argomenti e ili fuoco, e queste soprattutto nelle materie intorno adequali versavano gli errori del giorno. Fra le di-sputazioni in teologia ricorderò quella eh'è nella biblioteca di s.Gregorio in Roma, Misceli, n. iG3: Propositiones se-leclae e llieologiae tractatibus ile lori.» thcologiris, de Deo et divinis attributi}, de Deo Trino, de Incarnationc el Gratin, quas public a dispntalione tlaUi etti-libri post terlium argtiendi facilitate defendet nullo adsistente p. il. Maurui Cappellarii Bellunensis mori, ordinit s. Benedirti congregationis Camaldu-It'nsis, et in LycaeO s. Michaelis de Murano philosophiae profestor el sacrar llieologiae auditor die 20 julii 1790. Sono 1 13 proposizioni, dedicate a mg/ Federico Giovanelli patriarca di Venezia. Le riscontrai nel 1846, quando d’ordine del Papa dovetti correggere Vrpreu-ve della biografia mandata da Parigi al Cardinal Lambruschini segretario di stato prima di pubblicarsi dall' Exlrail de l'Annua tre hislorique et biographi-qui-, Don des Archi ves historiquef, typ. de Witlenbeim. La lama sparse in tutto l’ordine, e lìtui 1 pure di esso, il me- rito e il candore de’ costumi del p, Cappellari, a segno che divenuto in Venezia revisore de’ libri pel s. Olfizio, i superiori a’5 luglio 1795 lo trovarono degno d’ esser mondato a Roma compagno al procuratore generale dell'ordine. Verso il 5 agosto giunse neH'alma città, dove 36 anni dopo avrebbe dovuto seder Pontefice venerato, Sovrano maestoso, temuto ed amato, esemplare d’ogni bella virtù, benemerentissimo della Religione e del Trono, e lasciar di se la memoria di gran Papa e di dotto, anzi il più dotto de’suoi predecessori dopo Benedetto XIV, come scrissi in questa Roma a tale articolo. Ed il tempo scuopri-tor d'ogni vero, sempre più lo farà risplendere e vieppiù glorificherà. Nella privata condizione, ad onta di sua modesta ritiratezza, potè di Roma osservare le condizioni ( incedeva raramente per Roma, secondo gli affari, grave e disinvolto, cogli occhi bassi e mani incrociate, con tale un portamento che avea del grande e muoveva tulli a venerazione); mentre ben presto si legò in amicizia co’dutli e con persone di gran pietà, e proeacciossi l’eslimazione d’un Cardinal Antouelli ( poi decano ilei sagro collegio e vescovo d’ Ostia e Velleln ), d’un Cardinal Borgia di f 'elletri, il’ un Cardinal Braschi nipote di Pio VI allora regnante, e di altri porporati. Scrisse allora di lui a Venezia Pietro Pesaro nmbasciator veneto, al cav. Jacopo Nani. » Le qualità personali e i talenti del p. Cappellari gli conciliano meritamente la stima di chi lo conosce; e se al p. ab. di Murano ne rincresce la perdita, egualmente grato qui riesce l’averne fatto l’acquisto”. NeU’anuo precedente avea Pio VI colla bolla Auctorem Videi, condannato il pveudo sinodo di Pisloia,clte avea tentato sovvertire e sconvolgete la disciplina della romana Chiesa cattolica, e d' impugnare l’infallibilità pontificia, che d. Mauro avea altamcntedifeso nel 1786. Incalzando i deplorabili pubblici