170 là; e stabilirono , che chiunque fosse perito nella fabbrica o esercizio navale, ivi potesse godere d’ ogni immunità. Narrando l’annalista Mulinelli all’anno 810 la residenza del doge trasferita da Mala-mocco, dopo la distruzione sua e di Era-elea, colla concentrazione di quasi tulta la popolazione delle due città, come pure dell’isole varie iu Rialto, questo dui nome della riunita nazione assunse quello memorando,celeberrimo di Venezia. Non si perde mai fino al cader della repubblica la gratitudine e la memoria verso Rialto, di maniera che gli alti della repubblica veneziana e i notarili cominciava-nosempre così: hi Chrisli nomine Amen. Anno etc. Indict. etc., Rivoalli etc., e di sotto Aclum Venetiis. Fra gli altri, che ivi concorsero per formarvi il loro domicilio , vi iu il greco Eutinopo architetto e fabbricatore di navi, nella cui casa essendosi acceso fortuitamente un incendio, si dilatò rapidamente e consumò iu breve ora 2.4 case; e già minacciava l’e-sterminio alle restanti fabbriche, allor-chèilbuon uomo ricorrendoco’suoi concittadini all’orazioni, promise con voto a Dio e a s. Giacomo d’ivi innalzargli una chiesa. Appena pronunziato il voto, mirabilmente si estiuse il fuoco. La chiesa venne prontamente edificata e poi consagrata da’vescovi Severiano di Padova, Ambrogio d’Aitino,Giocondo di Tieviso, Epone d’Opitergio a’a5 marzo 42>; an-no riportato dal Corner, che lo Stato personale dice ignorarsi. Giorno felice pe’veneziani, di lustro all’Italia, di decoro alla nostra s. Religione. Giorno avventuroso e di fausto augurio alla sorgente Venezia, poiché in quello pure in cui avea Dio sublimato l’umiltà dell’Imina-colata concepita Maria Vergine, per esaltarla alla dignità di Madre del suo Figliuolo unigenito, volle anche che in limili e abbandonali luoghi avesse i suoi principi! una gloriosa repubblica, da lui destinata in tanti modi a vantaggio e difesa della sua Chiesa. Per T ammiuistra- zione de’ sagramenti fu nella chiesa destinato parroco e custode Felice sacerdote di fede incontaminata. Questo tempio fu rifabbricato in nuova forma dal doge Selvo, il cui dogato cominciò nel 1071 e finì nel 1084, principiato e compito in quegli anni. A Felice, nel governo successero altri pievani, restati ignoti sino a Marino Zane priore di s. Giacomoeca-nonico Castellano, uno degl’iniqui seguaci di Dajamonte Tiepolo traditore. Nel l34o trovasi Orso Delfino rettore della chiesa di s. Giacomo di Rialto , poi nel 1347 vescovo di Capodisti ia, e successivamente arcivescovo di Candia e patriarca di Grado. Frattanto essendostate nell’isola di Rialto fabbricate nuove chiese, andarono queste talmente dilatando la giurisdizione parrocchiale nelle convici-ne case, che l’antica chiesa di s. Giacomo, già unica' parrocchia negl’inizii della città, restò totalmente priva di cura d’ anime, ed il rettore di essa conservò il nome di pievano come un decoroso testimonio della grandezza della medesima. Rinnovata nel 1 1 g4> fu.poi con evidente miracolo preservala questa chiesa dall’orribile incendio, che neli5i3 incenerì tutta l’isola di Rialto; imperocché le fiamme voraci, nel giungere al sagro e-difizio, retrocessero in se medesime e poco dopo si estinsero, non permettendo Dio che fosse distrutto dal fuoco il luogo, per cui erano restati in violati dalle fiamme i primordii della città, e dove erasi eretta la i.* sua casa. Di questo insigne prodigio si ha dichiarazione e autorevole testimonianza di Leone X, iu quel diploma col quale concesse a questa veneranda chiesa alcuni privilegi. Dipoi nel i5i3 fu rinnovata la facciata, e iu qualche parte anco 1’ interiore struttura, per opera di Natale Reggia suo zelante pievano. Tuttavolta questi restauri non essendo stati sufficienti alla vecchiezza dell’edifi-zio, la pubblica pietà lo ridusse in più consistente e decorosa forma, quando nel 1601 lo riedificò da’foudamenti, non sea-