ranle costanza ripetei e dichiarai ancora una volta ne! voi. LXX1X, p. 73, giovandomi del recente oracolo confermativo del Faticano. Catecumeni, beati voi cbe comprendeste tale verità), di quella ss. Religione, la quale nel suo Simbolo, ne’suoi Sagramenli, nel suo Santuario, ne’suoi Templi tratta tutti da e-guali (il dotto e l’ignorante, se per loro eterna ventura Ortodossi, credono esattamente i medesimi articoli di Fede e la Dottrina Cristiana; a piède’suoi Altari tutte le distinzioni sociali si confondono e si dileguano; il suo Sacerdozio venerando non conosce diritti ereditari; il più umile de’fedeli, qualunque sia la patria, la condizione, l’età, può esser sublimalo al Pescovaio, al Cardinalato, al sommo Pontificato; e nel nostro tempio, Casa di Dio, il ricco e il povero, il nobile e il plebeo, il padrone e il servo , le nazioni d’ogni colore, dimenticano qualunque disuguaglianza e confusesi prostrano alialo l’un dell’altro ad adorare l’Altissimo Re de’Re e Signore de’Dominanti. Catecumeni , ella è questa la religione che avete abbracciala , per singolare divina misericordia),potrei ripetere il riferito dal principe dell’erudizione ecclesiastica veneziana, il senatore Flaminio Corner. Ma pel recente libro edificante e glorioso pel veneto apostolato,tenendo presente il mio benefico e illuminatore Mentore, di preferenza con esso libro accennerò un ragguaglio dell’importantissimo istituto. E intitolato: Confessioni e lettere pubblicate nel compimento del secolo III dalla fondazione, xxi ottobre mdlvu, del pio istillilo de’ Catecumeni in Venezia, premessevi le Notizie storichedeH’istitu- 10 medesimo, ec. Venezia dalla tipografia di G. B. Merlo 1857. Sebbene a me non ¡spella che indicarne l'ultima parte, pel privilegio e licenza che hanno gli scrittori, massime di Erudizione, sia qualunque 11 loro merito, di manifestare alla circostanza le loro ammirazioni, genialità, e diciamolo pure con vocabolo al presente 355 assai comunemente usato, simpatie (benché sia antico quanto il mondo l’accordo d’affezioni ed inclinazioni tra due o più persone; come l’antipatia avversione naturale d’una persona o di una cosa per un’altra, che in sostanza è l’opposto e li contrario della simpatia. Tanto è vero che non mancarono scrittori anco su questo sociale argomento, ed io conosco i segtien* ti, che ponno rannodarsi all’articolo Uomo, anzi al simpaticissimo che scrivo. Michelangelo Biondi, Decognitione hominis per aspectum, Romae 1544-La valer, Dell'arte di conoscere gli uomini da'lineamenti del volto, Milano 1819 con figure colorite. Girolamo Fracastoro, De, Sym-palhia et Antipathia rerum , Venetiis 1546, Juntae,Lugduni 1554-Cesare Ae-voli, De causis Anlipathiae et Simpn-tliiae, Venetiis 158o. E poi ridicola Superstizione, la jeltatura. Ma la sublime carità verso il prossimo non ammettean-tipatia, dovendosi per comando di Gesù Cristo amare il prossimo come noi stessi per amor di Dio; perfezionando cos'i la legge Mosaica, la quale dalla maligna interpretazione de’farisei, pretendevasi che rapporto a’nemici prescrivesse di odiarli. La parola prossimo esprime tulli quelli, co’quali abbiamo comune la natura, tutti gli uomini inclusivamente agl’infedeli ed a’nemici. Questa é virtù cristiana, senza la quale non si può acquistare la vita e-terua. Amare il prossimo per simpatia, o per i benefizi ricevuti, o per le buone qualità sue corporali o spirituali, è virtù, ina naturale soltanto, di cui sono capaci anche gli stessi infedeli. Catecumeni, tutta la nostra divina legge consiste dunque nell’ amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come noi medesimi per amor di Dio! ), nondimeno per aver contribuito alla sua compilazione il religioso mio amico cav. Filippo d.r Scolari, ascoso colle iniziali F. D.r S., di tutto ne premetterò una generica indicazione. Essendo l’istituto affidato al governo del veneto priore d. Jacopo nobile Avogadro, abba-