706 pera così necessaria, edera riservato all'imperatore Ferdinando I, nel principio del suo impero, a decretarla e darle pure incomincianiento, al modo detto nel ricordato articolo, secondo il nuovo piano approvato nel i835. Pertanto, con risoluzione de’23 giugno 1838 decretò l’erezione della diga marmorea al porto di Malamocco per rendere più agevole e sicuro l’ingresso de’ navigli. Così la sovrana munificenza, superando gli ostacoli più violenti della natura, assicurò a Venezia la prosperità del commercio marittimo con uu’opera di romano ordimento, e alla marina militare agevole accesso. Si ordinò dunque, che 1’ imponente molo si staccasse dalla spiaggia degli Alboroni, limitandosi al nord la bocca del porto; che si spingesse in mare per 2122 metri ovvero un miglio ed un 7.0 di miglia geografiche. L’imperatore a’ 13 ottobre dello stesso f838, come pure dissi nel citato suo articolo, formalmente inaugurò il lavoro e gittò la i." pietra di questa gigantesca impresa , benedetta dal vescovo di Chioggia mg.c Sa-vorin, assistito da due canonici e dall'ar-cidiacono di Malamocco. La lunghezza della diga si contrassegnò da 2 1 navicelli ancorati. A perpetuarne la memoria fu coniata una medaglia, iu cui da una parte sta incisa la Diga con una torre sull’ultima estremità, e al di là della Diga veggonsi vari bastimenti in mare, e superiormente il motto: Nautaruni Se-curitati. Dalla parte opposta è P epigrafe: PilacexPorluMalheniaitciin Adria-ticum perductae primus lapis jachis A. mdcccxxxvui Inip. Ferdinando I P. F. A. La bella incisione 1’ eseguì Luigi Ferrari. Il motto e l’epigrafe sono del latinista cav. Cicogna. Animati i veneti negozianti dalla sovrana generosità, vollero a proprie spese dare compimento ad opera così importante, e stabilirono l’erezione d’un Faro da elevarsi iu punta alla foce di Piave vecchia con soscrizio-ui, la cui spesa venne calcolata 14.0,000 lire austriache. L’inaugurazione della di -ga seguì all’ imboccatura del porto nel sito chiamato guardiano o sperone numero sessantasei, alla cui estremità doveva appunto cominciare il lavoro, che si principiò due anni dopo. Leggo nel Giornale di Roma del ■ 853 a p. 278, tratto dal Foglio di Verona de’ 13 marzo. L’i m-peratore Francesco Giuseppe I con sovrana risoluzione de’l5 dicembre 1832 si compiacque nella sua munificenza di approvare il progetto d’esecuzione di una nuova diga o contro-diga al sud del porto di Malamocco. La sua lunghezza è di metri 865, e dovrà esser compita entro due anni dal giorno della consegna del lavoro. L’effetto che .se ne attendeva era quello, che restando ristretta fra essa e la diga, già costruita al nord del porto, l’acqua che scorre per esso, si formerà ivi una corrente più rapida, che avrà forza di vieinmaggior-mente scavare il canale; cosicché vi sarebbe più fondo pe’bastiinenti. Avere l’i. r. direzione superiore delle pubbliche costruzioni stipulato in que’giorni il contralto d’appalto coll’impresa sociale Brai-da e Tallacchini, ed avere ordinato che si operasse tosto la consegna. Per tal modo si riteneva, che prima della metà del l855 sarebbe compiuto a benefizio del commercio veneto anche quésto grandioso lavoro, la cui spesa fu calcolala in lire 2,200,000, non compresa l’opera murata sopra comune , di cui fosse per palesaci in seguito il bisogno. Tuttora si continuano 1 lavori con successo e sommo vantaggio, per essersi approfondato il fondo in modo da ricevervi i bastimenti della maggior portala, onde compiersi un’ opera d’immensa importanza alla sicurezza del porto e della città di Venezia. 29. Peleslrina o Pellcslrina. Isola e borgo sulle Lagune di Venezia per un lato, e sull’Adriatico per l’altro, distante 4 leghe al sud di Venezia, ed una e 3 quarti al nord di Chioggia, con bellissime or-