alla tenuissima dell’uno per cerilo. Con tale ribasso di gabelle, clie già quasi ac-costavasi ad un’intera franchigia, la veneta repubblica cessò di politicamente e-sistere nel 1797. Aggregala al cominciar ili questo secolo al cessato regno d’Italia, soltanto l’isolelta di s. Gioi srio Mas- ' OO gioie con decreto di Napoleone 1 fu dichiarala ne! 1806 porto franco di deposito. Solo alcune merci depositale potevano introdursi in Venezia previo il pagamento de’dazi, e quelle di proibita introduzione vi erano assolutamenteesclu-se. Tale concessione non recò alcun sollievo alla cillà, con una popolazione mercantile e marittima. Il numero de’vascel- li che profittavano delle franchigie di deposito, ogni anno insensibilmente diminuendo, nel 1826 circa le navi venete che solcavano 1’ Adriatico, con trasporlo di merci,si ridusseroa 848.Finalmente l’imperatore Francesco I, a fare risorgere il commercio in Venezia paralizzato e cadente per inazione, le concesse il privilegio del porto franco, con franchigie estese alla libertà dei traffico commerciale, ed alla piena esenzione del dazio doganale delle merci che entrassero e uscissero dal circondario assegnato al veneto porlo franco. Notò il Dizionario veneto neh 834, che al porto di Venezia appartenevano circa 120 legni di varia portala pe’viaggi di lungo corso, ei5oo dicabot-taggio, e con estera bandiera 4o di quelli e i5o di quesli. Per la rivoluzione 1848-49 durala 17 mesi, con 102 giorni di repubblica, la città fu privata del benefizio del porto franco, e ristretto alla sola isola di s. Giorgio; privazione di breve durata per la cleinenzadell’iroperaloreFran-cesco Giuseppe I. 11 Giornale di Roma deli85o, a p. 3o, riprodusse la notificazione emanata in Venezia a’3i dicembre 1849 barone Puchner i. r. generale di cavalleria, governatore militare e civile della medesima e luogotenente per le provinole venete. Come in essa venne dispostolo! giorno 1."gennaio t85o fu attivato 543 il porto franco nell’ isola di s. Giorgio Maggiore. Il movimento delle merci nel-P interno del medesimo, si dichiarò libero, salve le cautele riconosciute necessarie riguardo a’generi di privativa. Provvisoriamente si conservarono i sussistenti magazzini fiduciarii, e Pi, r. intendenza provinciale delle finanze in Venezia fu autorizzata ad accordarne temporaneamente di nuovi, riconosciutone il bisogno. Le fu permesso pure, se lo trovasse conveniente, di lasciar che le merci esistenti nel circondario della cessata franchigia rimanessero presso i possessori iu colli ammagliati e sigillati. Si dispose inoltre, fino alla pubblicazione del regolamento pel porto franco e pe’magazzini fiduciarii, che sarebbero osservate le discipline di pratica,non chequelleche l’intendenza credesse adottare, onde impedirai' le merci non sottoposte regolarmente a procedura daziaria ogni illegale scarico, e l’arbitraria esportazione delle medesime dal luogo della franchigia. S’invitarono tutti i negozianti o eserceuti, all’ingrosso o a minuto, di presentare a’i5 gennaio, alla suddetta intendenza, la dichiarazione della qualità e quantità d’ogni merce esistente ne’loro fondachi e negozi, distinguendo le merci nazionali dall’estere, e queste ultime suddivise nelle categorie di permesso o vietato commercio: ed alla i. r. dogana di s. Giorgio, o quella del Fondaco de’Tedeschi, giusta le distinzioni e forme da darsi dall’ intendenza , la dichiarazione delle merci estere di permesso commercio, onde 0 sottoporle al da -zio voluto dalle vigenti larilfe, o professarle ad altra regolare destinazione; pel pagamento del dazio potere l’intendenza accordare delle congrue dilazioni o rateazioni, ove l’iuleresse dell’ erario non corresse pericolo. Finalmente, le merci non dichiarale, sarebbero considerate e-stere, ed escluse da’ favori della notificazione. Come dissi, la restrizione cessò presto.La promessa del monarca fu adempiuta a’10 luglio 1851; il suo dono attua-