i6i se il fiitnoso incendio. Pare clie l’origine si debba al secolo X o XI, quando gli antichi veneziani frequentando Costantinopoli, presi da divozione per la rinomanza de’prodigi di s. Stefano abbate, qui gl’in-nalzarono una chiesa e tosto divenne parrocchia. La rinnovò nel I2g5 Giorgio Zancani,e poi ebbe altre ristorazioni. Po--co conosciuti gli alti del s. Titolare, volle Corner in breve riportarli. Nacque in Costantinopoli miracolosamente , visse santamente nel romitaggio presso la chiesa di s. Antipa martire, rovinata la quale dal terremoto, si ritirò in una spelonca a continuarvi le sue austerissime penitenze. Si fece poi monaco e divenne abbate del monastero, Dio operando miracoli a sua intercessione. Dopo la beata morte fu venerato per santo, e qui portate le reliquie, con quelle di s. Antipa tanto lodato nell’Apocalisse. 53. S.Agostino,parrocchia,collegiata, filiale di «.Silvestro,fu soppressa nel 1808 e divenne succursale,poi nel 1810 fu chiusa, indi convertita in deposito di legna da fuoco. L’aveano fabbricata verso il g5g o 969 Pietro Marturio vescovo d’Olivo- lo (però l’ab. Cappelletti lo dice morto nel 964) e Teodosio suo padre, in onore di s. Agostino vescovo d’Ippona, dichiarandola colla parrocchia soggetta a’vesco-vi successori. Distrutta interamente dal fuoco, doga lido Pietro II Orseolodel 991, o meglio^neli io5 neldogadodi Ordelafo Falier, fu in breve rialzata colle limosi-ne. Consumata da altri incendiineli 149 e nel 163g, la stessa veneta pietà pel 1.° la fece risorgere in 1111 decennio, pel 1° nell’anno stesso la rialzò. Negli scrittori per tali vicende vi è un conflitto di date riferite dal cav. Cicogna, che l’illustrò in 73 pagine. Venne consagrata nel i6gi dal patriarca Badoaro, sotto l’invocazione di s. Agostino e di s. Monica sua madre. Possedè la reliquia di s. Cristoforo, e il corpo di s. Marco martire estratto dalle catacombe romane. La festa del santo si celebrava con soleunità dal 125o, d’ordi* ne del Cardinal Ubaldini legato d’ Innocenzo IV in Venezia, nella città e diocesi. 54. SS. Ubaldo e Agata, volgarmente s. Boldo, parrocchia, collegiata, filiale di s. Silvestro, fu soppressa e demolita, solo restandone il recinto. Ebbe origineprima del 1088 dalle famiglie Giusti e Tron, in onore di s. Agata vergine e martire, indi restata incenerita nel 1 io5, insieme colle case del suo confine, per la maggior parte formate di tavole secondo l’uso di que’tempi,fu poi rinnovata con limosine, enei i3o5 ampliata con l’aggiunta della cappella maggiore. Neli2o3 ricevè da Costantinopoli un braccio della s. Titolare. Iti seguito introdottosi il culto di s. Ubaldo veScovo di Gubbio, la chiesa cominciò ad esser chiamata con doppio titolo,e finalmente restò col solo di s.Ubal-do, almeno dal 1482. Vi fu pure celebre il culto di s. Omobono. Divenuta rovinosa, fu demolita nell 735, e per la rifabbrica si pose la 1 .a pietra a’ 1 5 maggio; compito Tedifizlo, si tornò a ufficiarvi la notte di Natale del I 739. 55. S. Apollinare, volgarmente s. A-ponal. Da Ravenna trasferitasi a Venezia la famiglia Sciavola, eresse nell’anno io34 una chiesa, che fatta parrocchia volle dedicata a s. Apollinare martire, vescovo e protettore di sua antica patria. Si pretende vi contribuisse l’altra famiglia ravennate Rampana, onch’ essa stabilitasi nell’illustre città delle Lagune. Vacandone da tanto tempo il pievanato, e devoluto alla s. Sede, Sicardo vescovo di Cremona, nel 1212 nunzio apostolico presso la repubblica, l’unì all’arcidiaco-nato di Grado a sollievo di sue ristrettezze, il che confermò InnocenzoIII. Nel principio del secolo XV già era collegiata, ma con tenui rendile, aumentate dal pievano Marco Piacentini, il quale pure rifabbricò la chiesa rovinosa, circa la mela di detto secolo: prima di lui l’altro pievano Francesco Pavoni eresse il campanile, e forse principiò i restauri della chiesa. Si gloria possedere in occulto luogo il corpo di s.