678 ne. di quesl’oratorio B ria ti, che dice elegante, ne stabilisce l’erezione nel 1752-53 per la generosa pietà di Giuseppe Briati, avendolo acquistato dalla confraternita di s. Gio. Battista de’Battudi, alla quale era stato donato dal senato nel 1668. L’istituto in origine fu di ricoverare 12 povere vedove dell’età di 5o anni, cittadine e abitanti in Murano, e racconta come fu malmenata la pia istituzione, cosa deplorabilmente uon rara. A questo umiliante passato, consola e edifica in leggere nel medesimo solerte raccoglitore e illustratore , cbe la virtù del cav. Pietro Bigaglia sullodato, secondando gl’irnpulsi di quella pietà che forma la principal dote del suo cuore, ha assegnalo in quest’anno 1858 un capitale di circa fiorini 18,5oo, rendenti l’annuo interesse di circa fiorini 900, a favore delle povere donne cbe raccolgonsi nell’ o-spizio Briati a Murano sua patria. — S. Stefano Protomartire, oratorio non sagramentale. Bastò all’isola di Murano,ne’ primi tempi che cominciò ad abitarsi, la sola parrocchiale di s. Maria, giacché il vasto tratto del suo circuito era in gran parte occupato da saline e da ruolini; ma quando divenne più copioso il numero degli abitanti, per l’assistenza dcll’anime e la pronta amministrazione de’sagra-menti, si eressero in opportuni siti dell’isola alcune cappelle o chiese, nelle qua- li da'sacerdoti dipendenti dal capitolo di s. Maria si esercitasse la cura d’ anime col nome di vicari, onde distinguerli dui pievano di s. Maria, che di tutte ne divenne la matrice. Una di queste chiese fu quella fabbricata in onore del proto-martire s. Stefano circa il principio del secolo XI, e consagrata poi dal vescovo di Cea Princivalle,essendo vacante la sede di Torcello, il i.° maggio 1374, anno memorabile per questa chiesa per la scoperta d’un prodigioso numero di corpi santi di martiri, cioè 200 e più. Questi essendo di statura e forma infantile, la tradizione riporla essere appartenuti a’ss.Innocenti martiri in Betlemme (il Cicogna nedubita.e piuttosto li crede altrettanti bambini neonati muranesi, poiché sin da’primi tempi erano ordinariamente separate le tombe de’fanciulli da quelle itegli adulti). Indi facendo a gara illustri personaggi per ottenerne alcuno, essendosene scemato il numero, il senato decretò nel ¡423 proibizione di concederne. Già la chiesa possedeva nel i374 porzione del cranio e dell’ossa del s. Titolare, un osso di s. Luca evangelista, un di-> to di s. Menna martire, una mano di s. Teodora vergine e martire, un osso di s. Pantaleone martire, le reliquie de’ss. Cosma e Damiano e altre tradotte dall’ O-riente. Eretta la chiesa ne’suoi principi! come parrocchiale, divenne poi collegiata. Nel 1810 chiusa la chiesa e soppressa la parrocchia, dopo alcuni anni fu demolita, tranne la cappella del ss. Sagrameli-to collo stesso antico pavimento lavorio a tarsia di vari colori. Vi si aggiunse l’atrio e la parte deretana per chiuderla e farla servirea pubblico oratorio, il cui quadro del moderno muranese Melchio-re Fontana, rappresenta l'Addolorata, s. Stefano protomartire e s. Giovanna Francesca. — Chiesa eli s. Giuseppe,con monastero dell’ agostiniane. I carmelitani scalzi ottennero dal senato di fondare in Belluno un monastero di suore del loro ordine; ma uon potendolo effettuare, cer* carono di poterlo eseguire nell’ isola di Murano, e l’ottennero con decreto del 1736. Colla pronta carità de’fedeli cominciarono a fabbricar la chiesa e il monastero, e nel 1737 la s. Sede commise al vescovo di Torcello Vincenzo M.a Die-do, che poi vi fu sepolto , ili ridurre la fabbrica a canonica forma ili monastero, solfo le regole e giurisdizione de’carmelitani scalzi. Questi del convenlodis. Maria in Nazareth di Venezia, trassero dal monastero proprio di Couegliano la priora M." Maddalena Giustiniani dello Spirito Santo, fondatrice di esso,con 3 altre religiose, le quali entrarono nel chiostro