586 10 fondò Maltraverso de’Maltraversi de’ conti di Montebello nel 1080 «’benedetti-ni, sulle rovine dell’antico castello di Berengario,all’incominciar d’una vallata de’ colli Euganei, cinta ad austro dal poggio di Tramonte, ad occidente da quello delle Are, cui dinanzi rimanevano estesissimi prati, donde derivò al monastero il nome di Pratelea, e volgarmente di Fraglia. Dotato da’fondatori di rendite amplissime e di ville, l’imperatore Federico 11 gli concesse i diritti feudali, investendo l’abbate delle contee di Tramonte, di s. Eusebio, di Villa del Bosco, e di Ten-carola. Indi crebbe il oionasterodi secolo in secolo in decoro nobilissimo, fama e agiatezza, e tal si mantenne fino al decreto de’23 aprile 1810 soppressivo di lotti i monasteri e conventi. Dopo quella lagrimevole epoca si conservarono le fabbriche e le suppellettili di s'i celebre cenobio egregiamente, per merito di que’ della Camera, e del padovano Giuseppe M." Pi vetta ingegnere che eravi stalo e-ducato, il quale stampò uel 133 1 in Padova: Notizie del Monastero de’padri Benedettini di s. Maria di Praglia, raccolte, ec. Dopo 24 anni dacché il mona-siero era chiuso, dalla pietà e munificenza dell’imperatore Francesco I, con decreto de*24 febbraio 1834, se ne ordinò la riapertura, e tosto i cassinesi vi fecero rifiorire la monastica osservanza. Tanto e meglio riporla il cav. Mulinelli, Annali delle Province I'ende, p. 43g. La chiesa di s. Giorgio Maggiore fu architettata da Palladio, e alla sua morte presiedè all’erezione del frontespizio, come si dice comunemente, il degno concittadino Scamozzi (ma ciò è falso, essendo stato provato che lo Scamozzi non vi pose mano, bensì Antonio Marcò detto Palliali, siccome risulta dalle aggiunte nuovissime falle dal eh. Zanollo alla terza edizione delle Fabbriche ec., di Venezia, 1858) j esso è adorno di statue scolpite da G. dal Moro. Undici sono gli altari e tutti di singolare bellezza. Nel 1.® la Nascita del Signore, è diligente dipinto di Jacopo Bassano. Nel 2.® è il Crocefisso attribuito con ragione a Mi-chelozzo Michelozzi. Nel 3.® il Martirio de’ ss. Cosma e Damiano, lo dipiuse J. Tintoretto ; di cui è pure nell’altro altare Maria Vergine incoronata, con Santi e ritratti. Nell’ultimoallare a questa parte, è bell’opera del Rizzi Maria Vergine a-dorata da Santi. Le statue de’ ss. Pietro e Paolo ne’nicchi fra gl’intercolunni a’ lati della cappella maggiore, sono del Parodi. Il ricco maggiore altare fu disegnato dall’ Aliense e scolpito da M. Bartolomeo q. Domenico, e del Campagna sono i 4 Evangelisti sorreggenti un globo sovrastato da colomba, e dalla statua di Dio Padre in bronzo. I due Angeli a’ lati sono fusi dal Boselli. Jacopo Tintoretto qui léce i due quadri colla Manna, e colla Cena del Signore ; nella quale 2.8 opera è bella invenzione il rischiarare la scena col lume che ne manda la lampada. I principali falli della vita di s. Benedetto in legno ne’sedili del coro, s’intagliarono dui paziente fiammingo A. de Brulé di 25 anni. Il vicino deposito del doge Michieli, il cui busto è opera del Pagliari, si disegnò dal Longhe -na (ollie i sunnominati e altri personaggi tumulati, non devesi tacere il ricco deposito del doge Donato). All’altra parte della chiesa, le due tavole de’primi altari, cou Cristo risorto e il Martirio di s. Stefano protomartire, sono di Tinto-retto. Nel 3.® il s. Giorgio che uccide il serpente è del Ponzone dalmatino; nel 4 ® la B. Vergine è bellissima scultura del Campagna, una delle sue cose migliori; nel 5.® è bell’ opera di L. Bassano la s. Lucia genuflessa resa immobile per miracolo, quantunque strascinata da bovi invano stimolali a camminare. Il ritratto di Pio VII, qui esaltato al pontificato, è del Matteini. La porta ornatissima e bellissima, ha laterali 4 statue mirabili del Vittoria. Il campanile grandioso fu architettato dal p. Buratti soinasco. Il i.®