contraccambio abbondantissime frutta. Quanto però dovremmo noi e ringraziare e lodare questi buoni ed intrepidi religiosi per la loro perseverante sollecitudine in questa non men difficile che magnanima impresa I Ma essi non vogliono nè ringraziamenti, nè lodi, e noi dobbiamo rispettare la loro modestia. Ricerchiamo piuttosto che qualità di ordine sia questo, e quanti e quali beni abbia filiti olla Chiesa, e comprenderemo a un teuipo quanto dobbiamo rallegrarci di vederlo ora risorgere, e quanto riconoscenti dobbiamo essere agli autoridei suo felice risorgirrtento”. Da quel tempo fino al decorso anno i85y uffiziaiono i domenicani questa chiesa di s. Lorenzo, e quindi ottenuto il tempio cospicuo, già ili loro ragione, pria della soppressione, de’ ss. Gio. e Paolo , colà si trasportarono, ove accomodarono le vicine case ad uso di convento ; ed ebbero eziandio il benefizio e la direzione di quella parrocchia. Ora la chiesa di s. Lorenzo è ufficiata a cura della pia casa d’ Industria. 5. S. Gallo abbate. Priorato e ospedale non più esistenti; rimane la chiesa denominata l’abbazia di s. Gallo. Il doge s. Pietro 1 Orseolo qual padre de’poveri,a favor loro non lungi dal suo palazzo e presso ilcam pani le dis. Ma reo, circa ÌI976 o nel 980 fabbricò un ospedale per alimentarli, e si chiamò s. Marco, ponendovi alla direzione un priore. Dipoi soltanto era abitato da 5 povere donne nominale dal doge, ove godeano 1’ abitazione e 5o annui ducati ciascuna, 3o de’ qual 1 derivanti dall’ antiche rendite dell’ ospedale, e gli altri 20 dal pio legato del priore Giovanni deli 364- Durò l’ospedale fino al i58i , in cui per erigere le Procuratie nuove sull’area dell’ospedale, questo fu trasportato nel campo Rusolo, cos'i detto per denominazione corrotta, derivante dalla famiglia Orseola , ia quale ivi possedeva alcuni stabili, nella parrocchia di s. Geminiano, con oratorio dedicato a s. Gallo di decente struttura, con 3 altari, il maggiore sagro a s. Marco. Allora prese il nome di Priorato ili s. Gallo, ed anche abbazia. Dice lo Stalo personale, ch’è oratorio sagra menta le della parrocchiale di s. Marco. 6. Benedettini Cassinesi ili s. Giorgio Maggiore, volgarmente s. Zorzi in isola. V. § XVIII, n. 1. 7. Benedettine e poi Domenicani, de’ ss. Secondo ed Erasmo in isola. / . § XV I 11, n. 12. 8. Benedettini di s. Nicoli) del Lido in isola. V. § XVIli, 11. 1 3. 9. Sacchetti e Agostiniane di s. Caterina vergine e martire. Non si conosce l’origine del monastero dis. Caterina, nel sestiere di Canalregio, bensì esisteva nel secolo XI, in cui vi presero domicilio i religiosi Sacchetti sotto gli auspicii della Santa, professando la regola di s. Agostino, epoca forsein cui ebbe principio l’ordine. Nel ricordato articolo riportai le sue varie denominazioni, come di Penitenza di Gesù Cristo e altri, dicendosi pure ile’ frati Saccati del Monte Sinai, de’ Sacelli ti o Saccliini. Ne fa menzione in ini diploma Gregorio IX, e Bonifacio Vili in una lettera del 1296 li disse soppressi nel 1274 da Gregorio X nel concilio di Lione 11, assegnando i loro beni in soccorso de’crocesignati di Terra santa. Ces-sarouoallora,o meglio prima,anche in Ve-> nezia, poiché vivendo di limosine e queste minorandosi, furono costretti abbandonare il luogo. Questo nel i 288 fu comprato insieme ad una contigua casa, dal pio mercante veneto Giovanni Bianco, per quindi tutto assegnare ad una religiosa famiglia die ivi facesse continuare il cul- lo divino. Perciò lo consegnò a Bortolol-ta Giustiniani, figlia del b. Nicolò monaco di s. Nicolò di Lido, dichiarata 1.“ badessa. Soltanto il benefico donatore si riservò vita durante le rendite, e queste pure cedè con testamento nel i2gi.Borto-lotta voleva professare la regola di s. Benedetto nel monastero di s. Adriano di