sulle festose accoglienze loro fatte da' veneziani nel 1585, e la solenne processione ordinata a loro riguardo in occasione della festa di s. Pietro, che pure descrive, cioè si trasferì in tal giorno quella che soleva farsi per la festa dell’Apparizione di s. Marco, con rappresentazioni storiche e siaiboliche delle scuole grandi. La calunnia ridicola che gli ambasciatori giapponesi fossero personaggi finti, nacque appena comparvero in Europa, come distesamente racconta il lodato Bar-loli nella celebre sua storia, che trovo nel t.io delle sue Opere, edizione di Torino 1825, tipografia Marietti. Ivi è la storia della conversione de’ popoli giapponesi, di diversi principi, e de’re di Arima, di Bungo, di Tosa e di Vomi ; della fondazione di chiese e seminari, inclusivamente alla sontuosa chiesa di Macao, allora capitale del Giappone; delle persecuzioni de’bonzi ede’geutili contro i neocristiani, ed i pp. gesuiti loro evangelizzatori; dell’ambasceria di Ire principi giapponesi al Sommo Ponlefice per opera del p. Alessandro Valignani visitatore della Compagnia di Gesù in Cina,e delle ragioni ottime che ve lo mossero. Quanto e perchè l’ambasceria fu calunniata, come fosse frode della Compagnia, ambizione e ardimento d’un troppo volere e potere, ingannando due Papi e tutto il mondo! 11 perchè il p. Valignani le confutò subito coll’evidenza, e di ragione e di fatto, il cui racconto stampato a Macao, si divulgò con mille copie per tutto il Giappone. Nell’archivio della casa professa del ss. Gesù in Roma, co’miei occhi ho veduto le 3 lettere originali de’re giapponesi e nell’idioma loro a Gregorio XIII, restate a’ gesuiti per averle tradotte d’ordine del Papa; alle quali rispose il successore Sisto V, che poi fece città vescovile Funai castello del Giappone. Queste lettere in italiano si ponno leggere nell’encomiato Maffei, t. 2 , p. 4o5. Di più nel Bartoli sono descritte: L’ambasceria all'imperatore del Giappone, commessa al p. Vali- 233 gnani dal portoghese viceré dell’ Indiai le notizie del viaggio a Roma degli ambasciatori e il loro ritorno, stampale a Macao ; le allegrezze fatte nel Giappone al ritorno da Roma degli ambasciatori, visitati persino da’re; la solenne entrata del p. Valignani e degli ambasciatori in Macao metropoli dell’ impero del Giappone, e il ricevimento dell’imperatore. Gli atti dell’ambasceria. Ora non si oserà più dire supposti gli ambasciatori giapponesi a Gregorio XIII, e che furono, o gesuiti vestiti da giapponesi, o i paltoni mancianisti! Mi rimane però a discolpare il celeberrimo Navarro, e la beneficentissima e sempre esemplarissima Compagnia di Gesù, anzi a ulteriore gloria della quale e di Clemente XIV, speroe mi lusingo che verrà il tempo in cui la Storia manifesterà alcun documento che accrescerà lustro e splendore all’ una 0 all’ altro, colla verità trionfante. Non so indurmi a credere che il sacerdote e dottore spagnuolo Martino Azpilnceta,detto il Navarro o Navarra perchè era di Vara-scain o Varosain alquanto vicinoa Pani-plona già capitale del regno di Navarra, abbia potuto accusare la Compagnia di Gesù, come dice il Mulinelli » perchè allora i gesuiti incominciavano a rendersi per sagacità famosissimi, onde egli che per essere assai vecchio ben ricordavasi de’fundatori loro.dicevache in que’gior-ni ove s. Ignazio fosse tornato al mondo, non avrebbe più riconosciuto la sua Compagnia, tanto era essa diversa da quella di prima”. Egli fu zio del gesuita s. Francesco Saverio per ragione di madre; e nella raccolta delle lettere delSanto ve ne sono due scritte a lui da Lisbona, mentre leggeva all' università di Coimbra, ove fu l’oracolo del diritto canonico. E‘ vero eh’ egli da prima era preoccupato alquanto rispetto alla Compagnia, non conoscendo aucora l’istituto di lei, come si rileva dalla 1/ lettera di s. Francesco Saverio: ma poi pare, che dopo aver trattato col Santo dismettesse allatto qua-