58o una gronde meridiana a somiglianza di quella di Bologna , ma egli morì nel iy47 prima d’aver potuto effettuare tale disegno. Le Lagune furono considerale le mura della città di Venezia,e perciò tenute inviolabili, onde se ne avea gelosissima cura, come può vedersi in Rompiasio, Metodo elei Collegio e Magistrato del-VAcque, Venezia i 733. Dissi già altrove : La benigna natura,acciocché Venezia non fosse dal mare, quando esso infuria, inghiottita o almeno e non infrequentemente rovinata, ne alzò a valido riparo e opportuno presidio alcune isole Ite,che le fanno come scudo e la fronteggiano da’suoi furori, quasi sentinelle avanzate. Le isole poi su cui è fondala Venezia erano abitale a’tempi romani ; diverse si congiunsero, altre restarono separate da’canali interni, il che diè origine alle contrade ed a’ sestieri. A meglio distinguere tali isole da quelle di cui in questo § intendo ragionale, credo opportuno col cav. Mulinelli, Del Costume Venezieino, aggiungere alcune altre nozioni. Da Roma capitale dell’impero romano diparti vasi la famosa Strada Flaminia, la quale a Rimini prendeva il nome d'Emilia, e passando a Bologna, a Modena e a Sermide, ivi divertendosi pel vico Variano e per Anejano, e ciò per le molte paludi che allora ila Sermide sino al mare si protendevano, arrivava poi ad Este a’ piedi de’ monti Euganei, castello illustre per aver dato il nome agli antichi duchi di Ferrara e alla regnante casaEstense diAfoi/e/w. Giunta così la via nelle Venezie, oltre il nome d’Einilia assumeva pur quello d’ Altina-te, poiché per Abauo, Padova, Strà, O-riago, Mestre, Cavernago e Cam paltò, correndo sempre lunghesso la Laguna, metteva capo ad Aitino per proseguire poi ad Aquileia oveterminava. In Aitino erano sempre pronte barche leggere da’romani dette cursoriae e onerariae, le quali traversando la Laguna (raspol lavano a Ravenna tutti coloro che dalla Germania e altri paesi settentrionali ivi per l’altra via denominata Claudia Angusta giungevano; i (piali viandanti senza percorrere la lunghissima Emilia Altinate e quindi la Flaminia,più sollecitamente potevano vedere Roma e l’altre parli meridionali d’Italia. Da tuttociò agevolmente si può dedurre di qual importanza pel commercio e per le comunicazioni fra Pioma e i settentrionali suoi possedimenti fosse Aitino, posta a cavaliere di due delle principali strade dell’impero, e in tanta vicinanza del mare. Inoltre Aitino stava in mezzo di campagne ubertosissime, ed era circondala d’amenissime ville. Ora se tanto vicino all’isolette,sucui presentemente s’erge Venezia, ritornavano al Campidoglio per l’Emilia Altinate le legioni italiane vincitrici degl’istrii, de’liburnii, de’ giapi-di, degl’illirii, de’dalmati ede’popoli nordici; se numerose le onerariae e Iecurso-rietc cariche di merci e di viaggiatori lor si appressavano onde progredire a Ravenna; se feraci campi e deliziosissime ville poco ad esse erano distanti; non potevano queste isolette esser ignote, spopolale e deserte. L abitavauo pescatori, sa-linaruoli, coltivatori d’orti e cacciatori, e fors’anco persone di più elevata condizione: altrettanto dicasi delt’isole circostanti a Venezia , per quanlo in esse si rinvenne negli scavi, e pel riferito dal Fi-liasi, Saggio sull’antico commercio, sul-l’artie sulla marina de veneziani.Quando dunque i popoli d’Italia fuggenti dalle spade de’goti e degli unni si ripararono per sicurezza in quest’isoletle, non le trovarono certamente spopolate e deserte, altrimenti non avrebbero potuto man-(enervisi a lungo. Giunti pertanto sulla breve terra delle Lagune, loro rocca inespugnabile, perchè li pose al sicuro d’ o-gni oltraggio de’barbari, i quali privi di navilio e di cognizioni per supplirvi nou poterono inseguirli ; ivi stabilitisi, respirarono i profughi aere assai più mite della terraferma, perchè di molto elettricismo composto a cagione dell’aria infiammabile che in copia si sprigiona dal