Iìi storia pittorica ilei passato col secolo presente. Si formò uno stile suo proprio, elie partecipa di tutti senz’essere servile di nessuno, e potè col macchinoso comporre, colla fòrza del colorito e colla prontezza dell’operarefar celebrato il suo nome. Il veneto Gaetano Astolfoni si formò più da se che sotto gli altrui insegnamenti, tanto è vero che l’ingegno e lo studio indefesso sono i nostri veri maestri. Egli seppe conoscere il tono delle venete tinte, pervenne a rinomanza, si distinse nell’effigiare fumane sembianze, come nel restaurare maestrevolmente i vecchi quadri, ridonandoli al prisco splendore. Anche Natale Sehiavoni, più che al di lui precettore, deve a se stesso e al proprio genio la sua pittorica iustituzio-ne : divenne anche eccellente incisore.Ma nato pel pennello, si formò uno stile tutto originale, cogliendo la natura nel suo aspetto più bello, dote cbe palesa il molto studio fatto sul vero. Anche il veneto Antonio Pellegrini, pittore della vecchia scuola, profittò della nuova con maschio e incantevole colorito, per non dir d’altri. 1 pittori di storia educati alla nuova accademia del [ 807,madre d una genera-zione d’artisti, che a Venezia restituirono la supremazia dell’arti, e principalmente del colorito, vanno principalmente lodati. Francesco Hayez onor della patria e vanto di Milano, ove pose dimora. O-dorico Politi, di cui la patria Udine si compiace veder in lui, rinnovate le sue antiche glorie pittoriche. Giovanni Demin di Belluno, che mente più vasta e creatrice di lui additar non potrebbesi negli affreschi. Lodovico Lipparini bolognese, la cui alta perìzia e indole dolce gli meritarono la roano della figlia dell’illustre Matteini. Sebastiano Sauti pittore di merito grande, e di grandissimo poi se si considera aver avuto più dal suogenio che da altri maestri la sua educazione: da gioielliere passò ad esser pittore, distinguendosi in tutti i generi. Michelangelo Grigoletti friulano, si dtstiu- 52 i gue [ter stile maschio, puro disegno, colore robusto, armonia, e segue I’ orine de’grandi : lo celebrai nel voi. LXXX11I, p. 254. Il veneto Giovanni Servi riuscì pittore originale d’una grazia non a tutti comune, nel produrre opere degne della veneta scuola. Giovanni Darif battè Torme del suo concittadino Politi, eoa modi tutti veneti nel colorito. Felice Sehiavoni della scuola del sullodato genitore Natale, riuscì degno frutto di tal pianta, formandosi uno stile purissimo, pieno di grazie, una fusione di tinte, un impasto ammirabile, dilìgente quanto mi miniatore. Giovanni Busato, nato nella gentile Vicenza, riuscì artista distinto, grande in tutte parti della pittura, maritò con bell’innesto il puro di Raffaele ed il robusto di Tiziano, nella dipintura d’uno de’siparii del rinnovato teatro della Fenice, in cui espresse Enrico Dandolo che ricusa l’ offerta corona imperiale d’Oriente, amando meglio vivere e‘ morire cittadino di sua repubblica. Molteplice è la sua pittorica gloria, colla quale raccolse moltissime palme; eccellente nel ritrarre I’ altrui sembianze, e forse meglio di tutti effigiò il PouteliceGregorio XVI, che ne stimò il singoiar genio. Prova ne sia : Essendosi degnati gli Emi. Cardinali preposti all’erezione in Vaticano del monumento di tal Papa, di richiedermi un veridico suo ritratto, per metterlo in fronte alla Relazione sul medesimo monumento.procurai loro quello disegnato dal valentissimo Busato, e maestrevolmente inciso dall’ora defunto A. Viviani, Fra que’che proposi poi agli Emi. Porporati, nella distribuzione della Relazione a Veuezia ed a Belluno, non dimenticai la biblioteca Marciana, e quella de’ minori osservanti riformati di s. Michele di Murano, già diletta stanza del Pontefice nel suo virtuoso ed esemplare monacato, ed anzitutti i monaci mechitaristi, che con edificante affettuosa divozione verso 1’ eucomiato Papa, prontamente mi favorirono il celebrato ritratto, di cui sono