nuova e maggior gioia, quando potrà offrire a Venezia un asilo, altrettanto soddisfacente, per quel sesso al quale appartiene la i."educazione dell’umanità.” Le 32 note del\’Allocuzione sono erudite e interessanti. Vi sono ledale degli atti,i titoli de’Regolamenti stampati, le date delle premiazioni, e quelle nelle quali uno de’ più eloquenti e dotti scrittori d’Italia, il patriarca Cardinal Monico, recitò allocuzioni (a’ i5 aprile 1839, Sulle qualità necessarie ad un cristiano artiere,di mostrando esserne 1’ essenziali prerogative l’abilità, l’onoratezza e la parsimonia); ed olire altre nozioni, il prospetto nominale de’benefattorichein vitao in morte ricordarono l’istituto Manin,dal 1835 al i854, coll’offerta di lire 408,877, oltre l’acquisto del palazzo di Spagna, e del magazzino a s. Antonino della nobile Alessandrina Sumarokoff-Maruzzi. Si dice che pende nella sala dell’adunanza il ritratto di Lodovico Manin,figura iutera, ma minore del naturale, in piedi e coll’insegneducali, opera e dono della contessa diThurn. E che 112, fra maschie femmine, sono gli allievi attualmente mantenuti ed e-ducati dall’istituto Manin, ma de’58 appartenenti alla sezione maschile, non pon-no esser accolti nello stabilimenlo, che 37; in complesso poi, dal principio della fondazione ad oggi, furono raccolti 585 individui, de’quali, 233 a peso del patrimonio particolare dell’istituto Manin, e 352 a carico del fondo genera le de’pove-ri. Dichiara lo Stalo personale, l’istituto Manin esiste e prospera per effetto delle zelanti e iudefesse cure della commissione generale di pubblica beneficenza, e fruisce della protezione di S. A. I. R. il serenissimo arciduca Ferdinando Massimiliano, governatore generale del regno Lombardo-Veneto. E’ diviso in due se zioni, una pe’ maschi ricoverali nel palazzo detto di Spagna, aperto aJ25 ottobre 1857, ed affidato alla rev. congregazione Somasca, con iscuole ed officine interne per la formazione d’intelligeuti o- 381 perai (leggo nella Civiltà Cattolica del 21 agosto 1858, scriversi da Venezia: Lo stabilimenlo fondato dal doge Manin, e arricchito da un milione e mezzo di lire austriache dal conte Sceriman, è ora risorto in soli 6-raesi dacché i pp. Soma-schi ne assunsero il governo, dalla decadenza in cui era venuto; essi lo fecero rifiorire in guisa da formare l’ammirazione di quanti si recanoa visitarlo); l’altra delle femmine, accolte al momento in luogo bensì apposito (s. Sebastiano) ma provvisorio, ed istruite specialmente nel modo di disicupegnare le domestiche faccende per lo scopo di divenire buone servette e dilig enti fanticelle. Fanciulli ricoverati in ci ttà 5o, fuori 2'2. Fanciulle in città 3o, fuori 20. In tutti 122 ricoverati. 19. Asili per l’infanzia; e Pia società dellas. Infanzia. Apprendo dalloiStai-to personale, che n’ esistono 5 nelle parrocchie di s. Gio.Rattista in Bragora, del-l’Ange lo Raffaele, di s. Marziale, di s. Stefano e di s. Giacomo dall’Oi io, capaci ciascuno dÌ25o individui, e contenenti scuole separate pe’ fanciulli e per le fanciulle, che vi si accolgono dagli anni due e mezzo a’qualtro e mezzo, e si mantengono sino all’età d’anni 10 compiuti, ricoverandoli durante il giorno, alimentandoli ed istruendoli analogamente alla loro tenera età nella religione, nelle cognizioni elementari più indispensabili,e ne’lavori materia li adattati al loro sesso. Uno de’benefizi degli asili infantili è quello di concedere libertà alle povere madri di procurarsi un giornaliero guadagno fuori del proprio tetto, dal che ne viene minorata la povertà. Che se il lavoro delle madri minora la povertà, vieminaggiormente può minorarla il lavoro de’ fanciulli abituati già negli asili al giornaliero operare. Degli asili infantili, inclusivamente a questi di Venezia, e dando contezza pure del Discorso del benemerito conte Friu- li, parlai in più lunghi e precipuamente ne’voi. LX1I, p. 245, LXllhp. 65 e seg., 42