3io spirituali beneiìcii perciò acquistati dalle monache, istituirono la confraternita dello Spirito Santo in suffragio dell’anime penanti, erigendo 1’ oratorio nel sito concesso dalle ruouache contiguo alla chiesa, con annua contribuzione ; alla quale poi mancando i confratelli, restando disubbidienti quantunque legalmente obbligali da’patriarchi e dal maestro generale dell’ ordine, nel i53o furono minacciali di scomunica. Continuau-do i confratelli nell’ ostinazione, il maestro generale Gio. Pietro de Santi nel i532 dichiarò la confraternita priva di tutte le grazie e indulgenze, ed in conseguenza sciolta e annullata qualunque volla ricusasse adempiere i suoi doveri col monastero. Colla conferma del decreto, fatta da Clemente VII, ebbero finalmente termine i dispendiosi litigi. Lo stesso Papa nel 1533 confermò pure tutti i privilegi del monastero. Paolo III aveudo sospeso l’iudulgenze dell’ospedale di s.Spirito di Roma, e di tutti gli altri spedali e pii luoghi, dipoi nel i53g, per soccorrere il monastero, bisognoso di pronti ripari, le rinnovò a suo favore. Si ignora quando fu consagrata la chiesa, però se ne celebra la dedicazione aJ i 2 luglio. Soppresse le monache nel i 8o6, furono allora concentrate con quelle di s. Giustina, e poi del tutto cessarono per l’altro funesto decreto del 1810. La chiesa restata chiusa nel 1806, venne riaperta nel 1808, e nel 1810 destinata a succursale della parrocchia di s. Maria del Rosario, volgarmente i Gesuali, e lo è ancora. Essa ha un ricco deposilo della famiglia Paruta, una bella tavola del Buonconsigli, esprimente il Redentore, ed i ss. Girolamo e Secondo, ed una non men bella di G. Bassano con i ss. Pietro e Paolo apostoli. Si. Agostiniane de ss. Rocco e Margherita. Nella parrocchia di s. Samuele, nel sestiere di s. Marco, fu fabbricato iu remoti tempi uu oratorio a s. Susanna, in cui uel i485 si trasferì la confraterni- ta celebre di s. Rocco coll’ intenzione di fabbricarvi un magnifico tempio in onore del suo s. Titolare, per collocarvi il corpo da non molto tempo ricevuto da Voghera, e comunemente creduto del celeberrimo s. Rocco di Montpellier. A-veano perciò i confratelli comprale alcune case contigue all’oratorio, che servi-vanoa mal fare, e già stavano in procinto di por mano all’opera, quando venuta a Venezia suor Chiara conversa cisterciense di s. Margherita di Torcello, donna pia e d’animo virile, in traccia d’ un ricovero per le sue angustiate monache, poiché quel chiostro minacciava rovina; ne interessò alcuni pii gentiluomini, i quali persuasero i confratelli di s. Rocco di cedere alle monache il luogo dell’oratorio e 1’ acquistate abitazioni. Subito si cominciò la fabbrica del monastero, ed acciò i principii fossero illustri, ed i fedeli venissero eccitati a concorrere al sollecito proseguimento, fu scelto il misterioso giorno del venerdì santo per dar mano in esso alla fabbrica con finizione solenne. In quella mattina il predicatore agosti-niauo fr. Giovanni Signori genovese, della vicina chiesa di s. Stefano, dopo aver eloquentemente eccitato l’uditorio a meditar la Passione del Crocefisso, inalberata la di lui ss. Immagine, pertossi accompagnato da’suoi religiosi e da mime-roso popolo al luogo destinato alla fondazione del monastero. Quivi egli animò i fedeli all'aiuto della divota impresa, dopo di che in quel punto fu eretta una cappella di tavole, e pochi giorni dopo il patriarca Girardi a’a3 aprile 1488 pose la impietra benedetta ne’fondamenli della chiesa, la quale dalle religiose cisterciensi in grata memoria delle beneficenze ottenute dalla confraternita di s. Rocco, e per quella del monastero di s. Margherita di Torcello, fu denominata de’sy. Rocco e Margherita. Mentre progrediva col divin favore la fabbrica, le monache di Torcello, alle quali un benefattore avea risarciti i già pericolanti edilizi, ricusato-