370 si curavano gli scabbiosi, si ricovravano vecchi impotenti d’ambo i sessi, ed educavano orfani , ed orfane addestrate ne’ musicali esercizi. Ora accoglie illimitatamente febbricitanti, feriti, fratturati, aneurismatici, sifilitici, mentecatti,ed altri infermi d’ambo i sessi. Dice lo Stato personale. L’ospedale provinciale e civico di s. Lazzaro de’Mendicanti, è curazia di libera collazione patriarcale, esercitandovi interinalmente le funzióni parrocchiali il religioso domenicano parroco de’ss. Gio. e Paolo, siccome delegato patriarcale. Vi sono 5 cappellani e predicatori cappuccini, oltre un assistente. Al riparto femminile assistono 7 suore di s. Vincenzo de Paoli e 4 loro novizie, le quali dipendono dalla superiora loro alle Penitenti, sotto la direzione d’una suora. Altra volta la chiesa dell’ospedale era governata da’pp. somaschi. 14. Casa di Ricovero, volgarmente 0 speda letto, ins. Maria de’ Derelitti, il Corner ragionando della chiesa dell’ O-spedalettoe dell’ospedale de’Derelitti,racconta come fu estremamente funesto alla Lombardia e paesi circonvicini l’anno 1527 per una gravissima carestia (oltre la peste che deploro nel § XÌX, del dogado 77-°), per cui perì di pura inedia una moltitudine di miserabili. Provvido in Venezia d magistrato competente, raccolse dalle provin-cie marittime quanto fu possibile di biade, ma sopraggiunto dalle vicine città un numeroso popolo d’affamati, fece in non lungo tempo, che si risentissero anche in Venezia le ristrettezze del vivere, che andarono crescendo a tal segno, che 1 miserabili, vinta ogni nausea, si satollavano de’ più sordidi e putridi alimenti, nè questi bastando, vedevansi per la città e per le piazze smunti spettri languir di fame. Commossi da sì lugubre spettacolo alcuni pii uomini, fra’quali il più fervoroso fu un Gualtiero chirurgo, eressero nel dilatato piano detto Bersaglio, contiguo alla chiesa de’ss. Gio. e Paolo, un ampiocoperto, nel quale disposero poveri letti onde raccogliervi e nudrire. poveri massimamente infermi, che giacevano abbandonati allo scoperto sulle pubbliche strade. La caritatevole impresa, lodata da tutta la città, produsse abbondanti soccorsi alla sua durata; e perchè que’miseri fossero anche soccorsi nelle necessità spirituali, concesse loro il patriarca Quirini nell 528 d’erigere l’oratorio per la celebrazione della messa e l’amministrazione de’ sagramenti. Ebbe in tale luogo a mostrare il fervore di sua carità s. Girolamo Emiliani, poi fondatore di sua benemerita congregazione, il quale dopo aver profuso a soccorso de’ poveri e orfani tutto il suo patrimonio, diede se stesso a loro servigio, e introdusse nell’ospedale, giàcollelimosine de’ caritativi fedeli magnificamente fondato, il misericordioso istituto di raccogliervi gli orfanelli d’ambo i sessi. Quivi riuniti que’poveri fanciulli, erano dal santo e a- 1 imeiitati e istruiti ne’misteri e doveri della fede, ed ammaestrati in qualche arte, colla quale potessero poi fatti adulti provvedere al proprio sostentamento. Lodevole consuetudine del pio spedale, detto perciò dal raccoglimento degli orfani O-spedale de’ poveri Derelitti. Questo è l’istituto delle zitelle orfane d’ambo i genitori, di cui col p. Bonanni feci menzione nel numero precedente, e chiamate le zitelle, Virginis orphanellaedictae in hospitalibus ad musicalia inservientes. Ne celebra fondatore 1’ Emiliani , e dice ch’erauo 1 20 ivi mantenute sino alla morte, qualora non si rendevano monache o maritavano, e in tal caso si dava loro 200 scudi di dote. Aggiugne, che parte attendevano al suono e al canto ecclesiastico, altrea’iavori convenienti alle donne. Vestivano tutte di bianco, con velo simile in capo; le minori di 12 anni limosinavano per la città col grembiale e il cappello di paglia in testa. Però ne’giubilei, venerdì santo, e nelle feste della Presentazione e • di s. Antonio, uscivano tutte alla visita