secoli quivi esisteva, i cui fondamenti e de’magazzini cominciarono a costruirsi nel gennaio i3i3, quando si nobilitò e abbellì coll’ odierno edifizio. Sopra le 3 logge nel mezzo sorge il dado a guisa di torre, sul cui attico sono gli Atlanti, e nella cima de’ 4 angoli della torre doveansi collocare 4 statue di deità o mostri marini o Tritoni, per indicare eh’ è la Dogana da mare. Tanto i due Atlanti che la statua della Fortuna, si eseguirono dal cav. Bernardo Falconi. Quasi dirimpetto a destra del canale, giace un maestoso palazzo dello stile del medio evo, spettante alla famiglia Giustiniani, ed ora grande albergo dell’ Europa. Tornando sulla sinistra, si vede il magnifico tempio di s. Maria della Salute, di cui nel § X, n. 65, al presente del seminario patriarcale, che occupa il contiguo nobile editlzio. Incontransi quindi alla destra del canale, il palazzo Barozzi, ora Treves, architettato dal Longhena, poi il bellissimo palazzo Contarmi Fasan ; indi quello dei Fini, d’ architettura di Andrea Tremignon. Quindi il già Palazzo Corner della Cà grande, a s. Maurizio, grande, ricco, magnifico ed elegante, eretto nell’anno i53a, dal-I’ architetto Jacopo Sansovino, colla facciata in 3 ordini, dorico bugnato, ionico e composito. Per capacità, ricchezza di pietra, struttura e simmetria, è uno de’ migliori della città. Di presente serve di residenza al Fi. r. Luogotenenza, essendo stata traslocata nel palazzo Loredan, come dirò nel n. 6 del presente §, la regia Delegazione provinciale che vi avea stanza. Nientemeno che Le Fabbriche di Venezia offrono q tavole di questo gigantesco palazzo Cornaro sul Canal grande, con 1’ illustrazione del Diedo. Questi lo qualifica una delle 4 più sontuose moli di privata proprietà che adornano questo canale, e una fabbrica che primeggia tra le più signorili che sorgono sulle venete acque, magnifica nell’insieme, nobile nelle parti, fatta innalzare da Gior- 4i3 gio Cornaro figlio di Jacopo procuratore di s. Marco con un’aria di maestà e grandezza da colpire chiunque, e farsi pienamente perdonare le imperfezioni da lui rilevate. Inoltre’ritnarca il simmetrico atrio: la comodità, che consiste nella savia e giudiziosa applicazione de’ luoghi pe’ vari usi dell’amplissimo palazzo, destinato allá residenza d’una veramente nobile e cospicua famiglia; la pianta modello, Io spaccato grandioso; l’elegantissima nicchia che elevasi sulla cisterna in faccia all’ ingresso d’acqua, la statua, la vasca. In breve : è questa un’ opera attestatrice non meno il raro talento dell’ architetto, che il genio signorile del-1’ illustre suo fondatore. Nel 1817 uno spaventoso incendio minacciò la quasi totale distruzione di sì superbo edilìzio.Non si potè impedire il saccheggio e il guasto delle più preziose suppellettili, conseguenza quasi inevitabile di simili luttuose sciagure. Mercè le provvide cure del governo, animate dalla sollecitudine del governatore conte di Goess, non resta traccia dell’ infortunio. Più innanzi trovasi il palazzo Cavalli, d’architettura del medio evo. In faccia a questi sulla sinistra viene prima il magnifico palazzo Dario, incrostato di fini marini e con bei profili nella cornice,d’un’architettura della maniera e dell’epoca de’ Lombardi, che mostra il gusto de’tempi vicini al risorgimento dell’architettura migliore. Segue il palazzo pur magnifico Venier, la cui famiglia soltanto l’incomiuciò col basamento; indi il palazzo Da Mula. Poscia il palazzo Angarani o Manzoni, che si avvicina al gusto del palazzo Dario, fa strada all’ Accademia delle Belle Arti, di cui nel § X, n. , 1, già scuola grande della Carità e monastero de’ canonici regolari di s. Agostino. A questo punto fu eretto ora un ponte di ferro che traversa il canale dal campo di s. Vitale a quello della Carità. Continuando a percorrere il Canal maggiore, poco più innauzi di tal regia Ac- 46