>84 venerano pure in questa chiesa, il corpo di s. Feliciano mai lire, e molte reliquie insigni di ss. Martiri provenienti da’cimi-teii romani. Collegiata, era filiale di s. Pietro di Castello. Ne fu soppressala parrocchialità, e trasportata alla chiesa del ss. Redentore, dopo che vi furono tolti i cappuccini; questi riammessi, la parrocchia ritornò alla chiesa di s. Eufemia, ov’è anche di presente. La sua giurisdizione parrocchiale si estende per tutta 1’ isola della Giudecca, la quale benché disgiunta dalla città, ne fu sempre riputata una frazjone appartenente al sestiere di Dorsoduro. E’ soggetta alla decania di s. Maria del Rosario e conta 2847 anime. Appartiene ai commissariato della Giudecca ed isole adiacenti. 11 tempio nel secolo decorso fu ridotto all’attuale suo stato. Dell’oratorio non sagramentale di s. Maria del Carmelo parlo nel § X, n. Sj', e dell’oratorio sagramentale privalo della ss. Trinità delle Terziarie francescane, discorro nel §X1, n. 21. Nella chiesa di s. Eufemia vi è la figura di s. Rocco, dipinta nel 14.80 da Bartolomeo Vivarini, la quale è degna del Mantegna. Oltre alle 70 parrocchie fin qui enumerate, altre due ne furono aggiunte in tempi assai posteriori, per cui al cominciar del secolo corrente, prima che se ne intraprendesse la concentrazione e lo soppressione, lai." avvenutaa’io marzo 1808, e la 2/ a’?5 ottobreiSi o, ed anco con altre date di tali anni, se ne enumeravano 72. Le quali due parrocchie furono le seguenti. 71. S. Severo, la cui parrocchialità apparteneva alle monache di s. Lo-reuzo, e la facevano esercitare da un cappellano curato. Questa fu soppressa nel 1808, e la chiesa v.enue chiusa e per qualche tempo servì a ricovero di poveri lavoranti della casa d’ industria di s. Lorenzo, indi si convertì in officina da falegname. Nel 1829 fu demolita esulsuo suolo furono piantate con (ìuova fabbrica le carceri di polizia. La chiesa sorgeva nel sestiere di Castello, ed era stata edificata, insieme a quelle di s. Lorenzo e altre, da Angelo Partecipazio dell’8[0 (gli antichi Partecipazi oggi sono chiamati Badoaii), 1 ,°doge in Rialto, in onore di s. Severo vescovo di Ravenna , e presso la quale si fermò il suo figlio Giustiniano sdegnato, quando reduce da Costantinopoli intese essere stato dal padre assunto in consorzio alla du-cea Giovanni suo minor fratello, per cui non volle recarsi al palazzo ducale. Ridotte poi in potere d’ Orso Partecipazio vescovo d’Olivolo, per eredità del suo genitore Giovanni nominato, le due chiese, nel morire nell’854 ordinò: Che presso di s. Lorenzo si dovesse fabbricare un monastero di monache, nella cui perpetua giurisdizione fosse l’altra chiesa di s. Severo. La di lui sorella Romana fabbricò quindi il monastero, e le monache pacificamente possederono ancora la chiesa di s.Severo, già fatta parrocchiale, finché verso il secolo XIIalcuni parrocchiani suscitando ingiuste molestie , negarono al monastero i diritti parrocchiali, che fino dalla sua origine con legittimo tito- lo avea posseduto. Ricorsero le monache a Papa Urbano III , il quale nel 1 185 frenando le pretensioni de’parrocchiani, li costrinse al dovere così per l’esequie de’defunti, che per ogni altro jus parrocchiale. Non però i parrocchiani desisterono da’ litigi per sottrarre la chiesa dalla soggezione del monastero ; finché I’ abbadessa invocata I’ autorità della s. Sede, questa deputò Matteo vescovo di Ceneda ad esaminare la controversia, il quale nel 1 198 sentenziò a favore delle monache, e Innocenzo III non solo nel 1200 l’approvò, ma nel 1214 ricevè il monastero sotto la protezione di s. Pietro, confermando con ampio diploma il giusto possesso della chiesa di s. Severo colle sue pertinenze. Nondimeno i parrocchiani ostinati, coll’appoggio di alcuni del clero di s. Severo, procurarono d’introdurre nella chiesa un pievano da loro