38 gioia per l’elezione del doge Michele Steno; ed appena restaurata, fu poi colpita da un fulmine nel l4'7> Per cu* s' consumò tutta la sommità fino al luogo delle campane. Perché però fosse difesa da simili pericoli,fu rifabbricata di marmo la cima, e coperta di rame dorato.Non bastò però tal precauzione per preservarla. Dappoiché nel 1490 scoppiato un orrendo fulmine ne fu precipitata, ina poi restituita in nobilissima forma, ad ornamentoe difesa fu sovrapposto un Angelo di legno coperto di rame dorato, in alto di benedire, il quale mirabilmente si muove agl'impulsi d ogni vento che lo diriga. Esso fu rinnovato nel 1822 dal professore, che fu, Luigi Zaudoiueneghi, ed ora(i858) di nuovo si pose ad oro. Pafi poscia altri danni, benché non gravi, per altri fulmini negli unni 1547» * 5G5, 1657, e 1745,a’23 aprile, nel qual giorno cadendo un fulmine, radendo ne distrusse quasi un intero angolo, al cui risarcimento furono usale le stesse ceste salienti e discendenti, che si adoperarono nellu primitiva erezione. In questo campanile sono 5 lecampaue: la maggiore pesa libbre 7600 grosse venete,che equivalgono a circa libbre 10,700 romane. Sul campanile sta sempre uu pompiere di guardia : scoprendo un incendio in alcun punto della città ne dà avviso o a voce o colla tromba al quartiere de’civici pompieri stanziato nel palazzo Ducale. Indi vengonodi-ramati gli ordini opportuni,secondo il bisogno, a’diversi quartieri della città. Prima si dava il segno d’allarme con 3 colpi di cannone,quando il pompiere di guardia melleva fuori del campanile una bandiera se di giorno e un fanale se di notte. Questo costume fu tralasciato da parecchi anni. Dice il Molinelli, Del costume veneziano, che alla metà del campanile soventi volte venne appiccata ad un palo una gabbia di legno munita di ferro, nella quale si chiudevano famigerati malfattori. Ivi restavano esposti ini-serubilmeule all’ intemperie per uu de- terminato tempo, o ben’anco sino alla loro morte. Veniva loro dato, mediante una funicella, soltanto pane ed acqua. Lodevolmente questo inumano suppl izio fu abolito nel i5i8. Simile crudele e bizzarra pena, in que’tempi era inflitta da vari dominatori d’ Italia, che nomina 10 scrittore a difesa de’ veneziani. Abbiamo la Narrazione storica del campanile di s. Marco, nella quale si contiene il tempo della sua fondazione, il suo innalzamento, la qualità e bellezza di essa mole, le sue rovine, e finalmente l’uso pratico delle campane; tutto tratto da gravi autori, antichi codici, e da’ pubblici decreti dell'Ecc.mo Senato, Venezia 1757. 2. Procuratie nuove dicesi quel ragguardevole fabbricato che dall’antica Biblioteca partendo, tiene tutto il lato meridionale della piazza di s. Marco. Sansovino che ne fu l’architetto nel i536, avea dato all’edifizio due soli ordini, perchè fossero pari in altezza alle Procuratie vecchie; co’ di lui disegni vi fu aggiunto il 3.“ ordine nel i584 dallo Sca-inozzi, e condotto poi a compimento nel 163 i da Baldassare Longhena. Osservato quasi totalmente il disegno della Biblioteca vecchia ne’due primi ordini, invece del grandioso fregio, si sovrappose il 3.° ordine corintio, il quale se giovò al maggior comodo dell’abitazioni, non riuscì soddisfacente agli intelligenti del buon gusto. Nel regno Italico, cioè nel principio del presente secolo, le Procurale nuove si vollero ridurre a palazzo regio per la residenza sovrana, colla nuova fabbrica eretta dov’ era la rammentata chiesa di s. Geminiano, che occupa 11 lato a ponente della gran piazza, atterrandosi pure gli antichi granai della repubblica ed altri luoghi, unendovi ancora l’edifizio della vecchia Biblioteca.L’Anto-lini die’il disegno della nuova opera, cambiato poi del tutto dall’ architetto Giuseppe Soli modenese, dopo il quale si operarono opportune riforme. Vantasi però