ficata la chiesa e la casa con maggiore ampiezza. Conoscendo Clemente VII il merito della dottrina e pietà della nuova congregazione,nell'anno stesso commise a s.Gaetano eal p. Carafa di contribuire alla già decretata riforma del Breviario; e poco dopo loro ingiunse d’indagare la condotta e il dogma de’greci abitanti in Venezia, notandone gl’inconvenienti e proponendo gli opportuni rimedi. Li destinò ancora, nel finir dell’anno, alla riforma della congregazione degli Eremiti Dalmatini, che istituita da Giacomo Pavone circa il i 524, appena morto tal fondatore era decaduta dall’osservanza dell’istituto. Questi furono gl’illustri principi della casa de’chierici regolari in Venezia, la quale può gloriarsi d’esser la 1.* che stabilmente possedette l’ordine, e perchè da essa sortirono uomini spettabilissimi per santità, per dottrina, e per cariche ecclesiastiche lodevolmente sostenute. Nè contenti di quell’aiuto spirituale, che nel loro recinto prestavano i buoni religiosi a’Ioro prossimi, procurarono eziandio di promuoverlo in altri luoghi. Onde coll’esortazioni infervorarono la divozione de’veneti ad impiegarsi per la rinnovazione dell’ ospedale destinato alla medicatura degl’ incurabili, sciagurate vittime d’impudiche passioni, e per l’erezione del monastero per raccogliere le peccatrici convertite. Avendopoi colle oblazioni de’fedeli acquistato sito bastante e per la rinnovazione della chiesa e per la fàbbrica della casa, diedero i primi pensieri al più sagro degli edilizi, di cui nel t5gi pose la i.a pietra benedetta ne’fondamenti il patriarca cardinal Priuli. Siccome il lavoro fu egualmente sollecito e magnifico, potè il patriarca Zane a'20 ottobre 1602 solennemente consagrare il tempio col titolo di s. Nicola da Tolentino. Ad accrescerne il decoro ivi si collocarono in diversi tempi, il corpo di s. Marcelliano e la testa di s. Germana martiri, provenienti da’romani cimiteri, una costa di s, Andrea Avellino, 3i9 una delle tante glorie teatine, ed altre reliquie di santi. Il Corner celebra il decoro di questa chiesa per la maestà de’ suoi altari, per l’esterno prospettodi marmo, pe’ suoi ricchi ornamenti, e molto più per l’esemplare pietà de’chierici regolari che a suo tempo l’ulliziavano; diffondendosi nel raccontare le luminose a-zioni del b. Giovanni Marinoni, splendore di Venezia ove nacque , e de’teatini, in cui santamente visse e felicemente morì, dopo aver ricusato l’arcivescovato di Napoli, offertogli da Paolo IV, cou voto difeso e propagato il mistero dell’Imina-colata Concezione, secondo lo spirito dell’ordine suo verso di esso , ora definito per dogma. I teatini abitarono la casa sino all’ itifuusla soppressione di tutti i regolari, e poscia fu ridotta a caserma militare, come lo è al presente. La chiesa con decreto patriarcale de’ 24 ottobre 1810 venne dichiarata parrocchia, della decania di s. Silvestro, con 2313 anime ne’sestieri di s. Croce e di Dorsoduro; ed ha per succursale la chiesa di s. Andrea descritta nel n. 31/. Per 1’ architettura e per la copia dell’opere di pittura e scultura di molto pregio, che I’ adornano, è una delle più insigni di Venezia; perciò compresa nell’opera , Le Fabbriche (li J enezia, con 3 tavole illustrate dal Die-do, ed aggiunta del Zanotto. La riputazione meritamente guadagnatasi coll’ope-re dal vicentino Scamozzi, condusse l’ordine fondato dal suo concittadino a servirsi di sì valente architetto per innalzare con nobile e maestosa eleganza, sì in Venezia che in Padova, la loro chiesa e casa. Lo Scamozzi premorì al compiinen-todella chiesa di Veuezia, non avendo veduto a fondarne che un sol pilone; ciò forse produsse qualche difetto, che i critici rimarcarono nel bellissimo tempio; e se non fosse caricato d’ornamenti in istucco di stile barocco, si presenterebbe in più gradevole aspetto. La pregiudicarono i cambiamenti introdottivi da chi presiedè l’opera. Questa chiesa presenta una