ventura le sigle. Innanzi l’altare del ss. Sagramento si ammirano due grandi candelabri di bronzo, ricchi e abbelliti da ornamenti, opere del bresciano Maffeo Olivieri fiorito uel XVI secolo. 1 due altari o altarini simili, posti nella crociera del tempio da questo lato, ed e-retti a’ ss. Jacopo e Paolo apostoli dal doge Cristoforo Moro, fra gli anni 1462 e i47'> tempo della di lui ducea, sono due pregevolissimi monumenti di scultura attribuiti dal Cicognara a Pietro Lombardo, accompagnando cos'i nella crociera l’ornamento del magnifico tempio. 11 medesimo Cicognara per varie considerazioni, e non essendo gli ornamenti e le statuette di questi altarini opere giovanili, ma di sperimentato artefice e diligentissimo, congettura che possano essere state eseguite nel miglior periodo della vita dell’architetto e scultore, che appartener sembra alla i.ametà del XV secolo, perciò al doge non doversene che il compimento.Dal quale riflesso deriva la conseguenza, che farti in Venezia aveano già mosso verso la perfezione e il bello stile prima d’altrove, siccome da altre produzioni di sommo merito gli fu dato dimostrare. Non potendo stabilire il nome dell’artefice, ma per essere gli altarini d’uno stile pienamente conforme e quello della chiesa della Madonna de’ ì Miracoli,capo d’opera di Pietro Lombar-: do, fondatore della buona scuola de’gen-! tili ornamenti ed eleganti architetture di I Venezia, benché intraprendesse l’erezio-:: ne di tal chiesa nel 1480,cioè di oltre 20 anni più tardi da querta degli altarini de’ ss. Jacopo e Paolo, così a quel sommo architetto e scultore gli attribuì. Se vuoisi cercare alcuna rassomiglianza tra queste e le produzioni dell’altre arti in quel secolo,sarà facile il riconoscere nelle due statue laterali poste a questi altarini, oltre le grandi de’due ss. Apostoli collocate sugli altarini medesimi, la maniera che usavano i Bellini, Jacopo padre, ed i figli Gentile e Giovanni, ed in ispecie quella del- 73 l’ultimo che in quel tempo di poco avea passato il 6.“ lustro; nè è da farsi meraviglia che il più difficile meccanismo dello scarpello fosse così avanzato, poiché la storia dell’arti con troppa evidenza ha dimostrato quasi sempre, che l’in-signi opere di scultura precedono l’insi-gni pitture. Il Cicognara giudica gli ornamenti de’due altarini un po’troppo luinuli, e l’occhio vi bramerebbe più riposo e intervalli; alcune modanature non sono di bella forma, e rimangono ottusi i profili pel basamento, ma le proporzioni generali sono svelte, eleganti, e vi si vede chiaramente il miglior gusto delle arti rinascenti.—Passando alla navata sinistra e propi nqua,come in quella di contro, così in questa vi è una cupolettadi fronte al maggior aliare, nella cui cima è figurato il Salvatore con sotto la Vergine, vari Angeli, e una Matrona coronata col motto : Regina Sustris, tenendo fra le mani la leggenda : E Coelo venient. Gli archetti, che reggono I’ accennata cupo-letta, portano ognuno due Santi, e sotto il vólto co’cartoni di P. Vecchia, vi èia collocazione sotto l’altare maggiore del Corpo di s. Marco, e l’imperatore Costantino I, e s. Elena colla Croce. Nell.” musaico è segnalo l’anno 1648.1 lavori de’due archi che seguono, si eseguirono co’cartoni del dello Vecchia. Nell’ uno stanno l’immagini de’ss.BasilioeLiberale; nell’altr o si vede superiormente la Strage degl’innocenti,Rachele che piange i figli, e due Angeli che ne accolgono I’anime, divise dal mistico Agnello. Notasi nel pilone, che regge questa navata, un’immagine antichissima diMaria scolpita in marmo, e che la tradizione ricorda qui recata da Costantinopoli. Nella grati fàccia della muraglia principale vi sono, nella parte inferiore in 5 comparti, altrettante figure, esprimenti la Vergine nel mezzo, e ue’lali i profeti David, Salomone, Isaia ed Ezechiele; e sopra a queste Gesù orante nell’Orto egli addormentali Discepoli. Poi di fianco alle finestre,