parlante così, «lo mostrare vivo e vero il venerabile Gregorio, e quale il vedreste se ancora iu queste placide Lagune, chiuso ilei chiostro, intento fosse ad erudirsi la mente di quella sapienza che do-vea poi diffondete con inessiccabile vena dal soglio di Pietro. E di fatti vedete in esso sculla la soavità di quell’animo eccelso con la quale, secondo idettami di Cristo, raccoglie qual pastore sollecito le pecorelle smarrite. Vedete Iu mansuetudine di quel cuore amoroso, per la di cui forza seppe e sa resistere alle persecuzioni d’abisso, e la pazienza con cui le sopporta. Vedete filialmente ivi adunata quella fortezza invincibile, mercè la (piale stettero fenile contro l'eretica rabbia le intemerate verità delle fede. In una parola, vedete scolpite tulle quelle vii tu che a lui valsero, per conseguir tanto onore, per meritar tanto nome, e quel ch’è più per ottenere tanto amore dai popoli universi. Ma non appena venuto da Iloma il busto laudato, sorse iu melile al sig.r Anione-Ili il pensier nobilissimo di trovare ad esso luogo condegno, e che per lunga età ricordasse ai veneziani la immagine di Colui che qui a lungo visse e crebbe alla virtù ed alla sapienza. Perciò delibeiava offtirlo ai padri minori fiati-cescani riformati, succeduti a* camaldolesi nella custodia di s. Michele, parendogli quello il luogo più propt io per collocare l’immagine deH’Augusto Geiarca, seudu stato appunto egli iuquel cenobio, per lunghi anni, seguace dellu tegola di llomualdo. Accettarono quegli ottimi padri il libero dono del sig.' Anlouelli ; e per rendere solenne la collocazione del simulacro statuivano, con lodato consiglio, iuaugurailo nella biblioteca con a-nuloga 01 azione di lode, e coll'intervento de’personaggi cospicui della nostra città. E il 3 aprile i845 ebbe luogo la cere-monia solenne, alla quale intervenitelo S. E. il Cardinal Paliiarca, S. E. l’i. r. Delegalo provinciale , altri magistrati, molli saceiduli e personaggi distinti. Il 653 provinciale p. Sigismondo da Venezia, uomo di specchiala pietà e di profonda dottrina, compieva l’oflìzio d’amore, recitando uua sua orazione, nellu quale tracciate da prima le gesta di Gregorio come monaco,lo mostrava dottissimo e rivale a’Mitlarelli, a’Cosladoni, agli Zurla ; e poi veuiva additandolo siccome Principe, che i popoli suoi sa con sagge leggi e governatnenli provvidissimi reggere e sostenere; mosti unitolo in fine quale Pontefice santissimo, vindice dei diritti inviolati dcll’Apostolica Sede, ferma colonna della Chiesa di Dio, e iuf'ullibil nocchiero delta navicella di Pietro. Chiudeva col porgere azioni di grazie al gentil Cavaliere, che volle far depositano quel luogo di sì eletto duiio; il quale ricorderà sempre ai posteri il nome di Gregorio Pontefice, e l'atto magtiunimo del donatore. Compiuta l'orazione, gli astanti lodarono l’opera del Ilinaldi ; sì questa che quella degne l’uua dell'ultra. Se coloro che sono morti nel bacio di Dio, e iu questa isola t ¡posano, aspettando l'appel- lo deH’angelica tuba, potessero per poco tomaie a’«iventi e vedete ¡u questa sede del silenzio e dellu morte, Iu immagine del Vicario di Cristo in terra, cel ti siamo che piùgiocondi tornerebbero donile venirotio; pensando che la pace che spila da quel veitetalido simulacro farà più lieve la terra che ricopre le stanche ossa lot o; più benigna l’aura clic vola intorno alle croci funeree; più sunte le preci che i loto cari porgeranno sulle loro tombe”. Continua la Gazzella.» In questa occasione fu stampato il seguente Sonetto. Moveau così le brune gondole-ile, - (soletta gentile b te quel giorno - In cui, nove già Inaiti, alzava intorno - Mavbo fuma di Sè con piove elette; = Conte quest’oggi, iu cui sculla si mette -Quivi rimmagin Sua, per Lui, che adorno - Va di tal cor, che all'umile soggiorno - Pensando di quel Grande ognor ristette, = E volle ci sol della sua patria ai voli - Fot mar coi ouu, equi additar Iu 76