impreziosite più chiese di Venezia.Le qua-I i unite alle altre pervenute a Venezia da diverse parti, ponno spiegare tanto numero riunito in questa città). Linteo con cui il Signore nell’ ultima cena, dopo la lavanda de’piedi agli Apostoli glieli a-sciugò, con iscrizione greca. Della Porpora e della ss. Sindone del Signore, in reliquiarii d’argento con iscrizioni greche. Cassetta dorata con figure di rilievo contenente molte reliquie e ceneri de’ ss. Martiri gloria di Trebisonda , fra’quali de’ss. Eugenio, Achilleo, Valeriano e Callidio, come si ha da’versi greci incisi sulla medesima. Due reliquie di s. Giorgio martire, cioè un osso del braccio rinchiuso in braccio d’argento gioiellato, e colla figura del Santo in atto d’uccidere il drago, con iscrizione greca, scolpita pure nell’altro reliquiario quadralo con catenella, esprimenti il contenuto. Porzione del teschio di s. Gio. Ballista , entro calice d’agata legato in oro, con gemme e l’effigie del Santo , con iscrizione greca celebrante la sua virtù. Piainmento essere una delle 3 restale incolumi nell'incendio. Pieliquia di s. Isidoro , in magnifico reliquiario d’argento di gotico lavoro, e le immagini scolpite di Gesù Cristo, di s. Lodovico vescovo, di Maria, de’ ss. Bernardo e Girolamo, e di una delle 3Marie. Un putto d’argento tiene in mano la leggenda: iS'. Isidorii M. ex insula Scio furti in a Panlaleone Resicario 1627. Oltre alle riferite preziose reliquie, altre se ne conservano in reliquiarii d’argento e la-I uno d’oro, come del s. Legno della C10-ce;della Cintura del Salvatore; della Canna che sostenne la Sponga; della Cintura di Maria; della Palma verginale; de’ss. Innocenti; tre sassi co’quali fu lapidatoli protomartire s. Stefano e una sua costa; un anello della catena di s. Gio. Battista; e l’insigne reliquia del doge s. Pietro Or-seolo, donata da Luigi XV re di Francia a’monaci s. Michaeli Cuxani nel-1’ anno 1732. Di più ivi si venerano le reliquie di s. Luca Evangelista ; del Ve- lo e de’Capelli della Beata Vergine; di s. Cristoforo ; de’ ss. Filippo e Giacomo Apostoli ; di s. Marco; di s. Bartolomeo ; di s. Tito vescovo di Candia ; di s. Saba; di s. Pantaleone; di s. Magno; delle ss. Marta e Maria Maddalena sorelle; de’ss. Pietro e Paolo principi degli Apostoli; di s. Stefano; de’ss. Giovanni, Filippo, Matteo, Simeone e Giuda A-postoli; di s. Lucia; di s. Daniele; di s. Lazzaro; di s. Anna; di s. Atanasio; di s. Antonio abbate; di s. Agnese; di s. Basi- lio il Grande; delle ss. Severiana e Brigida; de’ss. Biagio, Girolamo, Policarpo, I-gnazio, Dionisio e Cleto. L’Evangelo di s. Marco scritto in Ialino, legato entro custodia d’argento, per molto tempo tenuto per l’originale, errore tolto dall’eru-dite indagini praticale dal Monlfaucon: di sopra ho accennato ove ne parlai; e qui pure dirò, ch’egli ad istanza de’fedeli di Pioma ivi lo scrisse, raccogliendovi tutto quello che avea udito dalla bocca di s. Pietro, che 1’ approvò perchè fosse letto nelle sagre Sinaasi (V.); laonde i romani sempre conservarono al s. Evangelista gran divozione, come lo dimostra l’antica e venerabile Chiesa di Roma di s. Marco, collegiata, titolo cardinalizio e parrocchia, di cui ragionai in più luoghi, e del corpo che in essa si venera di Papa s. Marco , anche nel voi. LXXXIX, p. 158. L’Evangelo di s. Marco, scritto colle attratti ve delegante semplicità, concisa e gradevole, da alcuni si attribuì al- lo stesso s. Pietro, per averlo colla sua autorità confermato, per lo zelo che mostravano i primi cristiani per la parola della verità. Si disse compendio dell’i?-vangelo dis. Matteo, per riferirvi le stesse cose e sovente colle medesime espressioni; ma veramente contiene delle particolarità che non tiovansi in quello di s. Matteo; anzi cambia l’ordine della narrazione de’fatti, in che si accorda meglio con s. Luca e con s. Giovanni. Ma tut-tavolta mirabile è la concordia e la consonanza de’4 ss. Evangelisti(F.),in lut-