mo è a faccia a faccia col vero, e la grandezza e straordinarietà dell’ effetto sì ne vince l’immaginazione, che quasi ricusa di porgergli fede”. E però il giorno di domenica 4 gennaio 1846 sarà per sempre memorabile nella storia dell’industria e prosperità veneziana. Operate nel sabato precedente le prime sperieuze del gigantesco edifìzio, si compiè la prima prova sull’ intero tratto di strada, che da Venezia guida a Vicenza. La corsa fu favorita dalla più bella e serena gior-nata, e si mutò in un vero e ben lieto diporto. Il convoglio si mosse dal ponte pochi minuti innanzi alle 10 antimeridiane; una gran folla di popolo si accalcava alia temporanea stazione; una folla ancora maggior spargevasi in legni d’o-gni maniera per la Laguna; e ognuno in suo cuoreapplaudivaalla prova,all’avviamento della strada, per la quale, finita, si condurrà la fortuna a Venezia ; onde ci prendeva parte, non come si suole a semplice curioso spettacolo, ma come a cittadino avvenimento felice. In egual modo, per tutto il non breve tragitto da Padova a Vicenza, per tutti i 3o,ooo metri, per quanti appunto si distende,per tutta quella ricca ed amena campagna rallegrata dai più vago orizzonte,dalla vista ognor varia e ogrior pittoresca degli Euganei, de’Berici colli e dell’Al pi lontane, per tutto, curiose e festanti accorrevano le genti a salutare il passaggio di que’ carri veramente trionfa li. Rapi do fu il viaggio^ non pertanto si poterono ammirare l’opere grandiose e grandiosamente costrutte per la fondazione della strada: i 3 gran ponti a 3 luci sulla Brentella, il Tesina e il Bacchiglione, e l’altro ad una luce sola sopra il Retrone. Presso la città di Viceuza la strada si toglie al guardo del sole, ed entra alle falde del colle Berico sotto la volta d’ una galleria lunga 55 metri, ed appena indi uscita s’avvolge in una 2.' di ben metri 90, passando di sotto al giardino Carcano e alla salita della Madonna di Monte. Ma 553 come l’immagine fuggitiva, che, appena ti presentano, ti tolgono i vetri dell’ottica meccanica, quelle meraviglie al guardo passavano; e il convoglio avea già tocca la meta, compiendo il tragitto in men che due ore. Adunque rnen che due ore bastarono a congiungere la gran piazza di s. Marco al Campo Marzio; il magnifico tempio della Salute al religioso santuario della Vergine a Monte; a porre in riva alla Laguna le colline di Berga, ad unire la città dei Dogi, regina, colla leggiadra vas-saIla, la città del Palladio. Vicenza si può dire tutta quanta era ridotta nel campo di Marte a far festa a’ nuovi arrivati. Felice e trionfale come l’andata fu il ritorno) e chi avea lasciata la propria dimora due ore sole innanzi al meriggio. OO * potè ancora dalle proprie pareti salutare il sole al tramonto, dopo di aver sì grandi cose veduto, e corso ben 72 miglia geografiche.Annunziò inoltre laGrts-zetla, che a brevissimi giorni il Ponte e la Strada di Vicenza sarebbero aperti al-I’ordinario passaggio. L’Album di Roma ile'18 gennaio del precedente 1845, già avea pubblicato il disegno del sontuoso Ponte sulla Laguna, benché allora F opera non fosse compiuta, colla veduta di Venezia, e con articolo di S. ; Strada Ferrala da Padova a Venezia. Comincia con dire : Non è egli forse uno strano contrasto quello di scendere da un vagone in una gondola! Via ferrata e Venezia, non sono forse due nomi, due idee che stupiscono di vedersi insieme congiunte! Gli artisti ne mormora--no, e van dicendo chela vetusta regina e sposa dell’ Adriatico perderà molto col riunirsi al continente, perchè la distanza raddoppia il rispetto. La strada ferrata comincia a Padova; giunta alle Lagune, prosegue sino a Venezia sopra un immenso ponte, sostenuto da qualche centinaio di archi, costruito di belle pietre riquadrale. Chiama il ponte ardito, e magnifico monumento, il più gigantesco