• 8 a chi fosse riuscito a compierla, dimandò e volle, per I’amore che portava ai giuochi di i ischio, die fosse dichiarato fianco per lutti i giuochi vietali lo spazio risultato fra le due colonne. Ben sapeva il governo che tali giuochi erano scuola di bricconeria, e perciò severamente proibiti; ma per la libertà concessa pel domandare il premio, fu allora accordato, finché sì nocevoletiso venne levato da Andrea Grilli doge uel 1523 col sagace espediente di rendere quel silo infame facendovi impiccare i condannati alla morte, indecoroso costume che cessò nell’epoca della i .'dominazione austriaca. Non devo tacere, che allo stesso doge Grilli, per o-pera del Sansovino, si deve la remozione delle botteghe o piuttosto capannucce di legno, collocate intorno alle due grandi colonne; e così apparve quasi per incantesimo, sgombro quel nobile silo, bella e decorosa la prospettiva della Piazzetta. Dall’isole deil’Arcipelago furono qui trasferite le suddette colonne (una terza perì nel mare) verso il i ia5, a merito del doge Domenico Michieh, quando nel suo glorioso ritorno da Terra Sau -la costriqse l’imperatore d’oriente a rispettar la veneziana bandiera. Su quella verso la zecca, di granito rossiccio, fu nell' a (ino j32q collocata la statua in marmo di s. Teodoro d’ Eraclea (!/.) gran martire e comprotettore della città, anzi il suo più antico patrono; ina secondo il contemporaneo cronacista Pietro ouilpnzardo, rappresenta s. Giorgio. Sull’altra bigia, venne ripristinato nel 1816 l’antico Leone alato, in bronzo, L Adrio Leon domi nato r del mare. Nel 1797 era stato trasportato a Parigi, e collocato iu mezzo alla piazza dell’/7p-lel des 1 nyali des. Appena i veneziani acquistarono il tesoro del venerando corpo dell Evangelista s. Marco,penetrati di religioso entusiasmo lo acclamarono per protettore principale della repubblica ; indi sopra le monete ed i vessilli quale loro Suimita ed Insegna improntarono il simbolo del Leone alato, che in una zam pa tiene la spada, nell’altra un libro a-perto colla epigrafe : Pax libi Marce Evangelista meus. Da quel momento i veneziani si compiacquero chiamarsi figli di s. Marco, e la repubblica loro intitolarono per antonomasia Repubblica di s. Marco. Circa la detta epigrafe, leggo nel Piazza, Emerologio di Roma, al i5 aprile, giorno di sua festa (nel qual giorno la Chiesa celebra la 1 .‘Processione delle Litanie minori delle Rogazioni, come dissi in qiie’ due articoli), che a s. Marco, mentre egli celebrava i divini misteri nella solennità di Pasqua iu A-lessandria, i pagani gitlarono una fune al collo, e lo trascinarono con gran vilipendio e tormento in prigione. Quivi visitalo da Gesù Cristo, fu salutato colle divine parole : Pax libi Marce, Evangelista meus; da cui si rimase assai consolalo. Quanto poi [’Angelo glj disse,quasi con simili parole, lo riferirò parlando degli ordini religiosi introdotti in Venezia, nel§X, 11. 37. Del Leone come Simbolo dell*Evangelista s.Marco,già parlai ne’re-lativi articoli del mio Dizionario. Questo quadrupede per la sua forza e maestà fu detto il re degli animali, ed il suo simulacro marmoreo lo si poneva nel medio evo alle porle de’sagri Templi (V.). Il Leone alato di s. Marco fu ornalo anche col Nimbo intorno alla testa, e narra il Cancellieri nel Mercato, che un ambasciatore veneto, interrogato dall’ imperiale, ove nascevano leoni di questa specie, rispose : nel luogo slesso in cui stavano l’aquile da due teste! Di queste ragionai nel voi. XXXJV, p. 1 15, LXII, p. 1 30 ed altrove. Il dolio camaldolese Costadoni, che fu bibliotecario di s. Miche le di M u ra no, ne 11’ Osservazioni so -pra un’antica tavola greca, di tal monastero, presso il p. Calogerà, nella Raccolta d'Opuscoli, tratta nel cnp. 9: De' simbolici animali, che rappresentano i quattro ss. Evangelisti. Discorrendo ile’ 4 dilfereuli ammali ornati sul dorso dal-