sferì , unendoli al capitolo. Stabilì la dotazione dell’arciprete, oltre l’abitazione, e degli altri ecclesiastici nominati, non chela dote pel mantenimento della fabbrica e per l’esercizio del divin culto. Finalmente Pio VII decretò a favore della basilica di s. Pietro.» Ut insuper prae-fata basilica s. Pell i de Castello perpetuis futuris temporibus suutn quoad fieri po-test in hisce rerum novis circumstantiis decus, ac splendorem conservet piaecipi-mus, et mandamus, ut in diebus festis s. Petri principis Apostolorum , ac s. Lau-rentii Justiniani Veneti Proto-Patriar-chae, nec non in die tertia mensisnovem-bris pio anniversariis exequiis omnium defunctorum Patriarcharum Venetia-rurn, pariterque in vesperis dominicae infra octava solemnitatis ss. Corporis Christi prò synodali ss. Eucaristiae sacramenti peragenda processióne novum capitulum patriarchales.Marci servitium chori,et sacras functiones in eadem s. Petti de Castello basilica quotannis explere teneatur, atque idciico ipsum patriar-chale capitulum, et clerum similibus diebus ab explendis in dieta ecclesia s.Marci divinisoliiciiseximimus ac dispensamus”. L’ultima e recente proposizione concistoriale de’ 15 marzo i858, perla preconiz-zazione dell’attuale rispettabile mg.' patriarca , conferma di comporsi tuttora il reverendissimo capitolo, quale lo descrissi (non però dichiarando, che la prebenda penitenziale non essendo mai stala fondata, si funge dall’arciprete , come poi dirò), così la cura d’anime, e così 1’ Ae-des patriarchales eidem Ecclesiae ad-haerentes.Si dice della chiesa: » Patriar-chalìsEccIesiae Basilicae titulo meritoho-nestata sub invocatione s. Marci Evange-listae, iuter quas corpus maxima venera-lione recondi tum, pervetusti ac pulcher-l'imi est aedificii, talique magnificeutia condecoratur , ut ad ejus ornatum vel conservandum vel reficienduin fabricae census sit constitutus , atque eidem no-vem ad praesens Episcopi suffragantur. Praeter Patriarchalem triginta eadem in civitaleparochiales ecclesiae adnumeran-tur baplismali fonte munitae, octo viro-rum et quinque mulierum monasteria,a-liquot religiosorum piae domus, duplex prò utroque sextt orphanotrophium, plu-ra laicortun sodalitia , aliaque loca pia quaedam hospitalia, mons pietatis, ac se-minarium cum alumnis”. Di tutto successivamente a parte a parte farò cenno, ne’rispettivi§§. Si trae dal Corner, sui canonici della cattedrale di s. Pietro di Castello, che uno di essi eletto nel 1329 per vescovo, cioè Angelo Delfino, ricordevole delle ristrettezze loro , tosto non solo ottenne da Giovanni XXII che da 22 fossero ridotti a 12, comprese le 3 dignità d’arcidiacono, d’arciprete e di primicerio, ma loro assegnò altresì alcune eventuali rendite appartenenti al vescovato. Dice l’Ughelli, che poscia Eugenio IV concesse al capitolo di eleggere la 1.“ dignità dell’arcidiacono. 11 patriarca Dona o Donato del 1492, procurò ed ottenne nel i5o2 da Alessandro VI che s’istituissero a decoro di sua cattedrale altri 12 canonicati d’onore, i quali si dovessero prendere da' pievani delle chiese collegiate della città, ed eleggersi in perpetuo dall’arcidiacono e dal capitolo. In quell’epoca il capitolo di s. Pietro si componeva delle 3 nominate dignità, di 9 canonici, di 6 sotto-canonici, Subcanonici, e d’ un collegio di 12 chierici poveri. Eletto nel 1619 il patriarca Tiepolo, istituì il canonico teologo, così formandosi il capitolo di 10 canonici oltre le 3 dignità. Lo nominò egli stesso , trasmettendo l’elezione de’successori al capitolo, il quale e-leggeva gli altri g. La precedente controversia si può vedere nell’ab. Cappelletti, che rettificò il Corner e l’Orsoni pel riferito nella Serie de’patriarchi di Grado. Il celebre Nicola Coleli, sacerdote veneto di s. Moisè, nel pubblicare in Venezia nel 1720 ildetto t. 5dell’Ughelli(F,J,con preziose aggiunte e note, della 1“ edizione dell’ Italia sacra , riferisce comporsi 8