656 nominazione parlai ili sopra, a segno clic il dotto Diedo, malgrado qualche lieve difetto da perdonarsi in un secolo in cui l'arte non era per anche salita al pieno meriggio, dichiarò poter sostenere il confronto de’tempietti di Vesta e della Sibilla, quel di Bramante a s. Pietro Molitorio (non Citorio), il Palladiano a Maser, e i molti che la prodigiosa fe condita del Quarenghi sparse nella capitale e nelle campagne di Russia. Ne fu architetto il celebre Guglielmo Bergamasco nel i 53o, uno de’ precursori dell'età più florida di sua arte, eia formò rotonda a guisa di Pantheon, d’ ordine corintio nell’ esterno e composito nell’interno. La cappella Emiliana, cui per l’ampiezza di circa 20 piedi di diametro,più converrebbe il titolo di tempietto esagono, ha nell’interno 3 piccoli altari e 3 porte alternamente scompartiti ; hanno gli altari baisirilicvi rappresentanti lo titolare ss. Annunziata,la Nascita di Gesù, l'Adorazione de’ Re Magi. Ad ogni angolo esterno, prodotto dal concorso de’ due vicini lati, si eleva su piedistallo una colonna striata d’ ordine corintio, sporgente oltre la metà del suo diametro dalla linea dell’ alette che la (¡ancheggiano, e dando luogo ad una giusta risalita, giovano non poco a correggere l’eccessiva larghezza dell’intercolunnio di mezzo. Proporzionata cornice cammina all’ intorno, e sopra a piccolo attico posto a ¡sveltire la mole, e a far s'i die per l’aggetto della cornice non resti parte della copertura occultata, sorge la cupola perfettamente emisferica, che chiude e corona il sagro edilìzio, per ricca porta, nicchie, rabeschi e intarsi di marmi senza affollamento ed ingombro, u>a con bella varietà di forme e gentilezza di modani, ornatissimo e singolare. Non può fuggire senza osservazione il piccolo atrio o veslibolctto pentagono che mette alla cappella Emiliana, sul lato aderente alla chiesa per una delle porte laterali, con 5 colonne ioniche, il cui sopraornato regge il topolino rotondo che gli fa cielo.Comunque non sia immune da menda, in ¡specie per la molla disparità, a petto agli altri, di uno de’ suoi intercolunnii; non per tanto annunzia l’ingegno dell’ architetto. Produce il Diedo la veridica e aurea sentenza : E facile aggiungere agli altrui trovati e mondarli di qualche macchiai Certe cose manchevoli, avvertite da chi sa vedere e profittare degli altrui errori, divengono il germe di una più bella cosa, se non anche pei fetta. Forse questo pentagono preso attentamente iu esame dal dotto e studioso Temanza, gli avrà suggerito l’idea di quello tanto da lui bene combinato, presso la sagrestia della chiesa di s. Maria Maddalena, di cui nel § Vili, n. 3a. Del medesimo Diedo sono le illustrazioni delle 4 tavole che offrono della cappella Emiliana, Le Fabbriche di Venezia, cioè il prospetto, Io spaccato, le parti degli ordini interno ed esterno, la pianta, oltre le parti e spaccalo d’una cappellelta aderente. Tali illustrazioni sono alquanto più diffuse delle riferite ne’ Siti pittoreschi. Ivi si dice la parte 'interna essere di colto o lavoro di pietra cotta, l’esterna di pietra d’I-Siria, della quale è pure tutla la massa dell’opera ; e che monumenti di questa falla sono un gioiello; qual gloria per Venezia l’averne molti I Aggiungo al mio dire sulla dì preferenza amorosamente vagheggiata isola di s. Michele di Murano, anche le autorevoli parole del Diedo. » Fra tulle le isole che fan vago cerchio alla regina del mare, questa più delle allre presenta incantevol pittura, che posta a breve disianza dalla città, e corteggiala da allre magne isole e fabbriche, torreggia sulla tranquilla Laguna,di mistica ombra si ammanta ¡11 quell'ora che s’ode da lunge la squilla a piangere il di che si muore. Al religioso suo aspetto si svegliano in cuore sensi i più teneri, e all’egra mente ricorre il pensiero de’tra-passati congiunti, l’occhio versa uua la-