4«6 gante, di finissimo gusto nello stile de’ Lombardi, chiede particolare attenzione per alcune parti interne ordinate con molto gusto e leggiadria da Michele Sanmichieli, e cominciato da’Lombardi al dire di Moschini. Con due tavole Le Fabbriche ili Venezia ne fanno godere il prospetto, porzione delia pianta e io spaccato, il tutto chiarito dal sapere di Diedo, anch’ egli ritenendone autore Pietro Lombardo, e la riforma interna, eh’è la più. degna, di Sanmichieli, Chiude il suo opinamenlo : La saviezza, la regolarità, il buon gusto si danno mano in quest’opera, e si contrastan la lode. Viene poi alla sinistra il palazzo Grimani a s. Polo, d’architettura che s’avvicina alla moderna ; poi quello de’ Bernardo, d’insigne architettura ogivale, con ornamenti e capitelli bellissimi. Ed alla destra è il palazzo Martinen-che serba tuttavia alcuni resti di quelle meravigliose pitture del Pordenone, sì decantate dal Ridolfi. Quindi sorge quel capolavoro di tpagnificet)-za, ricchezza e sodezza del Palazzo Gri-mani a s. Luca, ed ora residenza e uñir zio del tip direzione delle Regie Poste, architettato da Sanmicheli con bellissima lacciaia in 3 ordini porintii ; palazzo di gran mole, ove il suo autore è eziandio mirabile per le difficoltà che vi seppe superale nell’ irregolarità del sito. Nulla di più frequente in una pittà siccome è Venezia tagliala da tanti rivi, e rotta sì spesso da sentieri angusti e tortuosi ; e nulla ad un tempo di piìj sfavorevole per no archiletto, obbligato a dare su d’ up fondo e area di tal figura una nobile distribuzione. Avverte Moschini,dopo tale encomio, non è colpa di Sanmicheli, ma deH’architetto che gli successe, il pesante e mal grazialo sopra-ornato nel 2.° ordine.¿e Fabbriche di Venezia con 6 tar voie, la descrizione e le dimostrazioni del Diedo, ne dierono contezza. L’ilio— sliatoie chiama il palazzo superba mole che signoreggia il Cauale, sj gigante fra I’altre maestosamente si sublima. Opera Sammichelesca la dinota abbastanza la fierezza del carattere, la severità de’ profili, e la nobile sprezzatura di certe regole divenute quasi per altri di convenzione. Il senatoreGirolamoGrimani, pa-dredi Marino poi doge, commise quest’opera al principe fra gli architetti militari, ed uno de’più distinti celebrali fra’civili ; il quale si accinseal grand’uopo, dellecir-costanze sconfortanti dell’irregolare pia tifa, con quella fiducia che gl’ inspirava il suo ingegno avvezzo a lottare ed a vincere con tanta gloria contro le più scabrose imprese. S’industriò il valentuomo di configurare la pianta in modo che i luoghi principali riuscissero di lati eguali, e le irregolarità si perdessero mercè l’industria d’artificioso e saggio ri-partimento. Nobilissimo è l’atrio,che si presenta approdando alla magnifica riva : è diviso in 3 porticati da due file di doppie colonne, e ciascuna fila è composta di 3 inteicolunnii. Imponente la grandiosa facciata sull’ acqua. In questo palazzo dunque sono tutti gli uffizi della direzione delle poste delle provincie venete. Il già direttore delle medesime il eh. cav. Antonio Federico Botte compilò e pubblicò nel 1838 la bellissima Carta postale ed itineraria dell'Italia, dedicata alcay.M. Otto deOttenfeldsupremo aulico amministratore delle Poste in Vienna. Altra più ricca, diligente ed elegante Carta postale ed itineraria d’Italia, dedicò all’imperatore d’ Austria Ferdinando I, re d’Ungheria, Boemia, Lombardia, Venezia, ec. Vi è pure la veduta del gran Ponte sulla Veneta Laguna, preso dalla parie di Mestre; e il movimento generale de’pacdieboti a vapore. L’autore defunto, già mio amorevole, graziosamente d’enlrambi mi fece dono. Antonio Lupis scrisse, Pallade su le Poste, Venetia 1691. Nell’articolo Poste pontificie, o voi. LIV.p. 3o5e 307,dissi che ne’ primi del secolo XVI già eravi il procaccio di Venezia che portava le lettere