doppiato il fervore e le severità, meritò d’esser favorita spesso da celesti visioni, in una delle quali sentì imprimersi le cicatrici delle 5 piaghe del suo Sposo Crocefisso, benché poi impetrò con incessanti preghiere, che continuando l’interno dolore, si togliesse afflitto dalle sue carni l’esteriore apparenza. Frattanto si sentì eccitata in ispirilo alla fondazione d’ un monastero di suore servite, ina non trovando in Venezia luogo opportuno, le fu offerto l’ospizio delle religiose di Durano. L’accettò, ed a’23 febbraio 1619 accompagnala da 7 vergini, entrò iu esso e vi stabilì l'istituto de’servi di Maria , con facoltà di Zaccaria vescovo di Torcello. Tollerarono le sagre vergini con ilarità le ristrettezze e povertà del luogo, finché coll’abbondanti limosine de’ fedeli poterono fabbricare un sufficiente monastero, ed erigere contigua nobile chiesa, collocandovi l’immagine del-I’ Addolorata, che toslo promosse gran divozionene’fedeli. Nel 1 6?.5Urbano Vili vi stabilì la clausura, con licenza di ricevere altre monache. Suor Andriana fece coll’altre la professione, ed assunse il nome ili Maria Benedetta. Subito vi fece fio l ire l’esemplarità e il primitivo spirito de’ servi di Maria del Monte Senario. La serva ili Dio, dopo aver condotto le sue figlie all’acquisto della perfezione, mentre il senato l’avea incaricata di fondare in Venezia un altro monastero sotto l’invocazione di Maria Addolorata, Dio la richiamò a se a’ 13 gennaio 1648, dopo avere predetta l’ora della sua morte. I fune rali furono onorati dalle acclamazioni del popolo, facendo plauso alle sue virtù; e le religiose la deposero in luogo appartato con lapide. Una di esse, suor M." Arcangela Biondini, favorita da Dio di favori soprannaturali, la fama di sua santità giunta all'imperatore Leopoldo 1, per la sua tenerezza verso i Dolori della B. Vergine, le commise la fondazione del monastero di servite in Arco Castello nel Tirolo. Tanto le monache di s. Maria 693 delle Grazie, quanto i seguenti altri chiostri, furono compresi nella soppressione. — SS. Filo e Compagni mar lirii delle monache benedettine. La chiesa ne’ tempi remoti era parrocchia, e nel 1488 le concesse indulgenza, per riparazione della fabbrica, Nicolò Franco vescovo di Treviso e nunzio apostolico in Venezia. Pare che perdesse il grado parrocchiale ne’principii del secolo XVI, funestissimi per la repubblica veneziana, a’cui danni avevano congiurato i principali potentati d’Europa. Mentre dunque per le terre de’veneziani scorrevano ferocemente gli eserciti nemici, riempiendo di stragi e rovine ogni luogo, le afflitte monache di s. Maria della Misericordia di Noale, castello del Trevisano, dell’ordine di s. Benedetto e osservantissime, a preservarsi dalla licenza militare, si rifugiarono in Venezia e ripartirono ne’monasteri delle benedettine. Riuscendo poi a questi grave il loro mantenimento in que’tem-pi d’angustie, nè vedendo raggio di speranza di fare risorgere dalle rovine il desolato monastero di Noale, accettarono l’offerta chiesa di s. Vito, con adiacente terreno per fabbricarvi comodo monastero. Pertanto il comune di Burano, mosso da impulso di carità, a’i 5 giugno 15i 6, sagro a’ss. Titolari, concesse alle monache con ampia donazione la chiesa e luogo ricercato, con approvazione del 1 5i8 del vescovo di Torcello Girolamo Porzia, senza pregiudizio «.Iella parrocchia di s. Martino. Ad aiuto delle monache fu dato il priorato regolare de’ ss. Cornelio e Cipriano di Murano, divenuto da tempo immemorabile commenda, e da Giovanni Znslo vescovo d’Osseroe commendatario dato in locazione nell 49 5 alle monache di s. Adriano di Costanziaco. Si fabbricò in comoda e decente forma il monastero, e la chiesa restaurata fu poi consagrata nell564 da Giovanni Delfino vescovo di Torcello, venerandovisi le reliquie de’ss. Cornelio e Cipriano martiri, e de’ ss. Innocenti. — S. Mauro marli- 81