188 fratelli. Inoltre per la chiesa trovansi un mansionario, a sacerdoti uflizianti e confessori,ed un chierico ostiario. La chiesa di s. Malia Assunta fu architettata da Domenico Rossi, ed anche il Moschini la riconosce per una delle più ricche della città, per la copia e preziosità de’inanni, e de’lavori d’arte che l’adornano ili scultura e di pittura spaisi per la chiesa. La facciata fu costrutta da Giambattista Fattarello d’ ordine corintio, ornandola di moltissime sculture di vari scarpelli, delle quali può dirsi bosco. Nel 3.“ altare la tavola con Maria Vergine e Santi gesuiti, è opera di Balestra, bellissima per invenzione e composizione, disegnata e condotta con grazia e nobiltà, lodevolmente incisa dal Bartolozzi. Nella cappella a fianco del maggiore il Liberi rappresentò la Predicazione del Saverio. Il inag-gior aliare si disegnòdafr. Giuseppe(Au-drea?)da! Pozzo, celebre per la guerra che intimò alle linee rette. I dipinti del soflitto sono del Dorigni. Magnifico ed ornatissimo di fini marmi e di sculture è tale altare , con tabernacolo ricco di lapislazzoli. Presso I’ altra cappella il monumento del doge Cicogna si architettò e scolpì dal Campagna. La sagrestia è tutta coperta d’ opere di Palma il giovine, tranne il quadro cogliEvangelisti,ch’è del I1'tulliani, e quello della Circoncisione del Signore, ch’è di Tintoretto. Di questo pittore è anche la gran tavola deli.“ altare a destra della crociera, con Maria Vergine assunta a’cieli.Qui lostesso Jacopo, lascialo suo siile, paoleggia, e usò vaghe e belle tinte e facile andare di pieghe. Nell’ullimo aliare manca di buon lume il Martirio di s. Lorenzo, opera assai celebrata di Tiziano , la quale soggiacque a troppi ristam i : fu porlata a Parigi e poi sì riebbe. 11 soffitto è brillante lavoro del Fontebasso. 73.Dall’epoca,incui di mano in mano furono stabilite tulte le 7 1 o 72 parrocchie suddescritte,sino all’anno 1807 esisterono nel loro grado e nella loro dignità sì di parrocchie o pievi, e sì di collegiale e di matrici, ovvero di filiali, secondodiè indicai; senza che mai precedentemente per vicenda veruna o avversità della cessata repubblica ne fosse stato alterato il numero o la qualità. Ma quando, sotto il governo napoleonico, un decreto imperiale de’22 giugno 1808 ordinava la 1.* deplorabile concentrazione e soppressione d’alquante parrocchie in 20 delle primarie città del regno Italico, susseguita dalla non meno lagrimevole soppressione di conventi e monasteri, anche le parrocchie di Venezia, di 72 ch’erano, furono ridotte alle 4-0 che seguono. S. Pietro di Castello , non ancora canonicamente spogliala del suo grado di chiesa cattedrale metropolitana e primaziale , bensì per fatto arbitrario del patriarca Gatn-lioni. S. Marco abusivamente e illegittimamente innalzata dalla podestà laica, secondala dal nominato prelato, all’onore e prerogative di cui volevasi spogliare la precedente. S.Moisè, s. Martino, s. Fantino, ss. Trinità , s. Antonino, s. Maria Zobenigo, s. Salvatore, s. Leone, s. Giacomo dall’Orio, ss. Simone e Giuda, ss. Ermagora e Fortunato, s. Geremia , s. Fosca, s. Marziale, ss. Apostoli, s. Gio. Crisostomo, s. Margherita, s. A-gnese, s. Paolo, s. Stefano protomartire, s. Silvestro, s. Apollinare, s. Eustachio, s. Michele Arcangelo, s. Gio. Battista in Bragora, s. Maria Formosa, s. Samuele, s. Bartolomeo , s. Croce, s. Cassiano, s. Sofia, s. Canziano, s. Pantaleone, s. Nicolò, s. Raffaele Arcangelo, s. Barnaba, ss. Gervasio e Protasio, s. Eufemia. Le non nominate di conseguenza furono soppresse , e di alcune ne furono distrutte le chiese, come rilevai nel ragionarne. A questa concentrazione e soppressione di parrocchie, tenne dietro la concentrazione e generale soppressione de’conventi e de’ monasteri d’ ambo i sessi, e di questi altresì furono nella maggior parte chiuse le chiese, e non poche eziandio atterra, te. Poscia il detto governo riputò sover-