mento della fabbrica della chiesa nel 1261 Ulrico arcivescovo di Salisburgo e Tommaso vescovo di Squillace giunti in Venezia, il che fece pure Ugone vescovo di Betlemme nel 1287. Beso illustre il sagro luogo per la pietà delle religiose e pe’ragguardevoli privilegi conseguiti, acquistò nuovo splendore per la lunga dimora che vi fece il b. Giordano Forzate abbate di s. Benedetto di Padova, fuggendo il furore d’Ezzelino III da Romano, il cui corpo fu poi portato da questa chiesa in quella del suo monastero. Ad onta delle pontificie esenzioni, le monache continuarono a farsi dirigere da’ cisterciensi della Colomba, ma aggravate dall’esigenze dell’abbate Jacopo e anche interdette, ricorsero a Clemente VI, ed il successore Urbano V nel i36g regolò le visite degli abbati. Terminata la sontuosa chiesa, per suo maggior decoro vi fu collocata una divota immagine della B. Vergine proveniente dall’o-riente, e risa celebre pe’ prodigi operati ; come lo attesta un diploma del Cardinal Nicolò Misquino Caracciolo legato apostolicoalla repubblica veneta d’Urba- 110 VI,nel concedere spirituale remissione delle pene de’peccati n’fedeli,che negli stabiliti giorni visitassero la chiesa in cui la ss.Immagine risplendeva per miracoli. 11 Corner narra la storia di sua traslazione prodigiosa. Il suo culto si accrebbe nel i56g pel vicino incendio dell’arsenale, che per lo scoppio della polvere a’ i3 settembre abbattè il monastero e diroccò la chiesa, imperocché dopo 5 giorni fu trovata accesa fra le rovine la lampada che soleva ardere innanzi al venerabile simulacro. Le monache si ritirarono nel monastero di s. Jacopo della Giudecca de’ serviti, e vi dimorarono 5 anni, fino alla rifabbrica del monastero, nel quale tornarono nel i574 solennemente. Da’ fondamenti riedificata pure la chiesa,con magnifico modello delloSca-mozzi poco diverso dal Pantheon di Roma, a’27 maggio 1606 seguì con poui- 27 1 pa ecclesiastica e replicati miracoli il collocamento della ss. Immagine, e poscia a’ 16 aprile 1611 la consagrò il patriarca Vendramin a Dio, sotto il titolo di Maria Vergine Assunta al cielo, e de’ss. Benedetto e Bernardo abbati. In essa si conservavano, una ss. Spina che con grande apparato si esponeva il venerdì santo, delle reliquie de’ ss. Lorenzo Levita e Stefano protomartire, 10 teste delle Compagne di s. Orsola, molte ossa de’ ss. Martiri crocefissi in Armenia sul monte Ararat, il corpo di s. Caloandro martire con altre ss. Beliquie delle romane catacombe. Frattanto continuando le cisterciensi sotto la direzione degli abbati piacentini, non bastò la loro cura e vigilanza a impedire il discapito dell’ osservanza regolare e della corruttela cominciata nel grande scisma d’occidente ; però accorse Eugenio IV a provvedervi, con salutare riforma e con successo lodevole. Nel principio del secolo XVI il Papa esentò le monache dalla soggezione de’ superiori cisterciensi, e le sotto-mise al governo de’ patriarchi veneti. Ma anch’ esse terminarono colla sopres-sione delle regolari corporazioni nel t810, dopo avere nel 1806 ricevuto nel monastero le monache di s. Malfio di Ala-zorbo e di s. Daniele già soppresse col-l’altro precedente decreto uel 1806. Chiusa anche la chiesa, già sepolcro del doge Celsi e di altri illustri, fu data al propinquo arsenale e convertita iti altri usi. Altre abbondanti notizie si potino leggere nel cav. Cicogna. Agostiniane e Benedettine delle ss. Anna e Caterina, e poi di s. Stefano protomartire. Gli eremitani di s. Agostino delia congregazione Britlina istituita nella diocesi di Fano fiorendo, vollero fondare anche un convento in Venezia, onde il priore generale fr. Andrea, a ciò deputò l'esemplare fr. Giacomo da Fano. Recatosi questo in Venezia, nel 1242 nel sestiere di Castello, non lungi dalla cattedrale, acquistò 1111 sufficiente