di ciò che ili pili qualificato e prezioso appartiene a Venezia. Oltre all’essere destinalo a conservare non solamente i monumenti della scultura e della pittura veneziana nelle pareti e nelle vòlte, raccoglie sotto il suo tetto preziosi musei d’antichità, e la insigne biblioteca Marciana, per le quali cose è stabilmente provvisto alla sua conservazione , rimossa ogni tema di ulterior guasto o deperimento, §111. Edìfizio della Biblioteca vecchia, ora unito al Palazzo Regio. Zecca e monete venete. i. Di fronte al pubblico palazzo, vi èl’e-difizio della vecchia biblioteca Marciana, fabbrica nobilissima e opera degli archi-tettiSansovino eScamozzi,da quel i .“incominciata nel 1536 e destinata per collocarvi la biblioteca di s. Marco, che come dissi vi rimase custodita fino al suo traslocamelo in palazzo ducale nel 1812. L'e-difizio innalzasi sulla Piazzetta, dirimpetto al detto palazzo ducale, con una fronte che tiene sottoposto un portico di 2i archi, sì interni, sì esterni, con ¡sculture del-l’Amanati, del Cattaneo, di Pietro da Salò e di altri artefici; avendo di 3 archi i lati che guardano alla Piazzetta e al campanile l’uno, e l’altro al Molo e alle lagune, formanti due fronti. La facciata è adorna di due ordini dorico e ionico, l’uno all’altro sovrapposto, porta sulla balaustrata che 1’ incorona, sopra piedistalli, alcune statue di buon lavoro de’ ricordali allievi del Sansovino. Superiore al-l’invidia chiamollo Pietro Aretino, e Palladio disse essere questo il più ricco ed ornato edifizio che forse sia stato eretto dagli antichi fino a’suoi tempi. Due Cariatidi gigantesche, scolpite eccellentemente dal Vittoria, formano gli stipili della porta di mezzo che dà ingresso alla scala regia emagnifica,ornata di stucchidelVit-toria stesso, e di pregiate pitture nel vólto del Franco e di Battista del Moro; per la quale si ascende alle due sale che l’edifi- 3i zio contiene. La r /o vestibolo fu ordinata dallo Scamozzi per collocarvi il museo di statue attinente alla biblioteca, ed ha nel soffitto, fra pregevoli prospettive de’ fratelli Rosa, la Sapienza, lavoro senile di Tiziano. Da essa, per uria porta ornata di due colonne ioniche di verde antico, si passa nella sala maggiore, dove cu-stodivasi la biblioteca, il cui soffitto a botte presenta un vero capolavoro. La sua forma concava è divisa in 7 ordini, ognuno suddiviso in tré ovati, perciò con 2 1 comparti di pitture sceltissime, legate da varie e gentili bizzarrie di Gio. Battista Franco (chiamato pure Semolei o Seimosci o Sermolei come ricavo da Stefano Ticozzi, Dizionario degli architetti, scultori, pittori, intaglia• tori, coniatori, musaicisti, niellalori, intarsiatori ec., Milano i83o). Tale fu il prezioso risultato della gara di 9 tra’ più celebri pittori del XVI secolo. Ne’ 3 primi comparti, incominciando dalla porta, Giulio Licinio romano dipinse la Natura dinanzi a Giove, che gli chiede virtù di riprodur sulla terra gli esseri da esso Giove creati ; la Teologia dinanzi agli Dei , mostrando in alto ciò che ella opera col mezzo della Fede e delle altre virtù : pensier questo veramente strano; la Filosofia naturale seduta sul mondo. Nel 1° ordine Giuseppe del Saiviati rappresentò la Virtù che non cura della Fortuna ; 1’Arte con Mercurio e Plutone; la Guerra, bel nudo, con altre figure. Nel 3.° ordine Battista Franco dipinse I’ Agricoltura, la Caccia e la Fatica co’ suoi premi. Nel 4-° ordine Giovanni de Mio espressela Vigilia e la Pazienza, la Gloria e la Felicità, e Bernardo Strozzi detto il Prete Genovese la Scultura. Nel S.° ordine Zelotti figurò I’ Amore delle scienze non separato dal piacere dell’Ar-ti, e Alessandro Varottari detto il Pado-vanino l’Astroiogia. Nel 6.“ ordine Paolo Veronese rappresentò la Musica, la Geometria, con l’Aritmetica e 1’Onore divinizzato ; opere piemiate a preferenza