re delle benedettine. D’antichissima fondazione , fu addetto alla sua ufliziatura Domenico Viliuico, poi nel gog vescovo d’Olivolo; e si vuole fabbricala dal pio Termidio Ingenerio circa l’anno in cui gli ungheri, dopo aver distrutta la Lombardia e bruciate molte città de’ veneti litorali, mentre tentavano di penetrare in Rialto e in Malamocco furono posti in fuga dal doge Tribuno nel goo circa. Nel 12 i4 Buono vescovo di Torcello la donò a Calandrino e Maria divote veneziane, coll’annuo censo a’vescovi di 15 monete d’ argento e altre piccole regalie, con libera facoltà d’ammettervi regolari o monache. Istituito quindi un contiguo monastero di monache benedettine, fu da esse esemplarmente ufliziata la chiesa, che a’ 3 maggio: 533 consagrò Vincenzo Massari vescovo di Mellipotamo, vicario generale di Girolamo Foscari vescovo di Torcello. Vi si veneravano una ss. Spina, una costa di s. Gio. Battista e altre ss. Reliquie, ed era decorata di una tavola di Paolo Veronese, che di questi giorni acquistò il duca di Bordeaux, per decoro della sua Pinacoteca. 11 Corner tra le chiese di Burano tratta ancora di quella dii. Francesco ilei Deserto, situata nell’¡soletta non lungi da Burano ; ma io la descrissi nella stessa propria isoiella di questo §, n. i i. a3. Torcello. La più celebre fra tutte l’isole della Laguna superiore, divenne città vescovile,con residenza del vescovo, quando vi fu trasferita la sede d’Altino, onde diventò più popolata e abbellita di fabbriche, di chiese e di monasteri, in diversi de’quali edifizi s’impiegarono i materiali di quelli deH’abbandonata Aitino. L’ampio suo commercio, industria e opulenza , la fecero chiamare Nuova Aitino. Si conservò florida finché pel variato corso dell’acque del Sile, resasi l’aria malsano, diminuì la popolazione e il lustro della città, sicché il vescovo fu costretto di stabilir la sua residenza nell’isola di Murano, come ho narrato nel n.ig di questo stesso S. La soppressione delle chiese e de’ monasteri, lo loro demolizione o conversione in altri usi, terminarono la rovina e l’abbiezione di Torcello; laonde si é ridotta ad una piccola borgata, ed il resto del suolo a ortaglia, di cui i pochi abitanti sono i lavoratori. Tulio narrai nell’ articolo Torcello, e con l’Ughelli, Corner, mediante le Noti* zie storiche, delle chiese e monasteri di Torcello, Costadoni ed altri, ne descrissi l’isola, le principali sue notizie, chiese e monasteri, la serie de’vescovi, l’unione del vescovato neli8i8 col patriarcato di Venezia, la diocesi di Torcello formandosi dell’isole di Torcello, Murano, Mazorbo, Durano, Amniiano e Costanzia-co. Le prime quattro isole sono descritte in questo § a’ioro numeri, enei n. 34 dirò dell’ultime due sommerse, in uno al trasferimento del corpo di s. Cristina nella chiesa di s. Antonio abbate. L’esistente cattedrale o duomo, egualmente la descrissi; feci cenno del celebre tempietto di forma ottangolare, dedicalo a s. Fosca vergine e martire, già esistente nel seco- lo X e certamente nelioi i, ch’è l’altra chiesa sussistente, riserbandomi qui di parlare di sue bellezze artistiche; e col Corner inoltre compendiai le notizie della chiesa dì s. Tommoso de’cisterciensi ; di s. Antonio abbate delle monache benedettine soppresse, e distrutta la chiesa e il monastero neli8o6; dì s. Giovanni E-vangelista delle monache, e fu ili.0 monastero di donne fondalo nelle Lagune dell’Adriatico, soppresso nel 1806 e pari-menti atterrato in uno alla chiesa, e quanto al corpo di s. Barbara vergine e martire di Nicomedia, che prima si venerava in questa chiesa, pel notato nel § XIX, n. 6, ed ora in s. Martino di Duro no, il eh. ab. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, t. g, p. 53o e seg., ne difende con documenti, erudizione e critica I’ identità contro gli scrittori di Rieli (come dissi anche nel voi. LX, p. ^7.), illustre città che si vanta possederlo, precipuameu