orna mentale, il i.° uelle dichiarazioni de’ dipinti, die non mi è dato con poche parole •compendiarli. Non posso tacere, che per la ragionata lettera scritta al Diedo da d. Sante della Valentina, già cappellano del sodalizio e rettore della chiesa, benemerito delle patrie memorie pe’do-cumer.ti che seppe disotterrare dalla polvere degli archivi, si trae che il Buono e il Lombardo furono non inventori ma proti esecutori e soprintendenti della grandiosa fabbrica; e che allo Scarpa-gnino furono commesse e da lui eseguite molte cose di più che gli altri non fecero, nè ordinarono, mentre a Ini il Te-manza non avea dato altro merito che di proto e d’aver dato l’ultima mano. La i.’ pietra, coll’intervento del patriarca Antonio li Contarmi, si pose soltanto a’ 25 marzo 151 7. Il modello sembra doversi ad alcuno de’ maggiori di Sante Lombardo, probabilmente il di lui avo. La serie «Ielle cose operate dallo Scalcagnino sono riferite nelle ricordate annotazioni, e da’fondamenti il cosi detto Albergo con più stanze a custodia delle preziose suppellettili; è incerto se disegnasse la bella porla.Terminò la facciata posteriore della fabbrica lasciata neh527 dal Lombardo, ridusse le scale a miglior disegno e più maestose, fece la facciata davanti che lo dimostra uomo distinto e di molta dottrina, valoroso artista. Di più, genericamente dirò pure, a schiarimento del narrato. La sala inferiore è a 3 navi formate da due fila di colonne corintie; queste non sono nella superiore, nel resto ripetizione della terrena. La facciata dinanzi, che guarda la piazza di s. Fiocco, è divisa in due parti; quella a manca, che abbraccia 3 intercolunnii colle colonne spiccate, ch’è la più nobile, e l’altra a pilastri, che fa l’uffizio di ala. La facciata di dietro, che guarda il canale, è anch’es-sa ornatissima, se non anche troppo: tutto l’edifuio viene degnamente terminato da una maestosa cornice. Lo spaccato dà maggiormente a conoscere la singolarità 4o 1 e decantata magnificenza di questo edifì-zio, costruito senza risparmio. Sontuosissime le superbe e ben ordinate scale, vasto e illuminato il pianerottolo, per cui si monta alla branca di mezzo. La figura de’capitellicorinti) o compositi, cominciò qui a svilupparsi in meglio, ed a prender forme più disinvolte e più gaie. Il eh.Zannilo egregiamente descrive tuttii dipinti, ne fa rilevare le bellezze, e perciò anche di quelli non ricordati dalMoschini.J.Tin> toretto in questa superba fabbrica, perol-tre 20 armi v’impiegò il suo terribile pennello, superando quasi se stesso in alcuna tela, onde qui più che in altro luogo si ammira 1’ ingegno magistrale del filini ne della pi tiara, cova è soprannominato. L'indicato serico gonfalone neli6o5 fu lascialo in dono dalla confraternita di s. Piocco ili Bologna, quando venne a venerare il corpo del comune patrono. Nella sala terrena, le pareti eono pure ornate da’dipinti esprimenti l’Adorazione de’ Magi, la Fuga in Egitto, Maria Maddalena, Maria Egiziaca, la Circoncisione, 1’ Assunla: tutte opere di Tintoretto. Il nobile altare, che fa testa a questa sala, reca la statua colossale di s. Rocco del Campagna. Questo egualmente l’iinparo dal Zanolto, come quant’altro vado ad accennare. L’ingressoe i pilastri delle magnifiche scale sono decorati da alquante sculture figurate e ornamentali di squisito scarpello. La cupola maestosa e iu uno elegante, è dipinta a fresco da Girolamo Pellegrini, e rappresenta la Carità che riceve dalla Religione la fiamma, simbolo del suo ardente amore verso Dio e verso gli uomini, e s. Fiocco che a lei genuflesso presenta la confraternita, figurata da una donna in candida veste. Tralascio per l’imperiosa brevità il resto. Nella superiore magnifica e spaziosa sala, piena delle prodigiose tele del Tintoretto, fra queste sono altresì l’esprimenti Lazzaro risorto, il Precursore che ministra il battesimo a Cristo, le grandiose figure de’ ss. Rocco e Sebastiano fra le fiuestredi(frou-