334 sieri il decoro della Casa ili Dio Ed 10 non posso terminare questo numero, e partire dal seminario patriarcale, senza aggiungere altre parole in lode delle benemerenze col seminario, con Venezia, co’ veneziani, colla letteratura, colle arti, dell’ex somasco, canonico e cavaliere, il veneto Giannantonio Moschini. De’suoi grandi meriti, e di quanto egli operò per l’onore e la splendidezza del veneziano seminario, lo celebrarono illustri penne, anche come dottissimo prefetto degli studi del medesimo; il prof. d. Antonio Visentini con affettuosa e faconda Orazione funebre, slampata dall’An-tonelli nel 1840; iI prof, dello stesso seminario d. Cesare Parolari, il quale premise olla suddetta Guida postuma, una compendiosa vita del suo autore, scritta con acutezza di gindizii ed eleganza di stile ; il cavalier Cicogna nelle Inscrizioni Veneziane, massime nel t. 4) p. 693 ; 11 cav. Mulinelli nelle sue opere, segnatamente negli Annali delle Provincie Pende a p. 5o6, in cui rileva, che tenuto dal seminario qual padre suo, in tributo di tenero affetto e di pubblica gratitudine gli celebrò solenne funerale, e con eccezione alle leggi, ottenne dal sovrano d’ aver presso di sè le reliquie di un uomo la cui morte lungamente rimarrà deplorabile, e le depose in onorata tomba nell’ oratorio del seminario, coll’epigrafe: Optime De Seminario Meriti Heic Professorwn Poto Principe Adnuenle. Monumento di meritala gloria. 66. Cappuccine Clarisse dis. Maria Madre del Redentore. La matrona Marianna Tron volendo introdurre in Venezia le Minime o Paolotte, raccolse nel ] 589 alquante vergini, fra le quali Francesca Triaca Marasca e Angela Crasso, che poco prima da’cappuccini erano sta-ste vestile dell’abito di s. Francesco d’A-sisi ; ma i mezzi non corrispondendo alle spese necessarie, le vergini si ritirarono, tranne le due uominate che si propose- ro la fondazione d’un nuovo monastero sotto l’austera primitiva regola di s. Chiara. Chiuse dunque in angusta casa adottarono la regola francescana senza veruna dispeno, laonde ben presto eccitate da sì edificante esempio, si unirono ad esse molle altre vergini bramose di professare vita così severa e regolare. Intanto giunto in Venezia il p. Girolamo da Perugia, ministro generale dei cappuccini, si lecarono le virtuose vergini da lui a’ 21 gennaio i5go per esser benedette e riconosciute per figlie. Animate da’ suoi consigli implorarono 1’ assistenza del patriarca Priuli, che benignamente le confortò a cercare sito opportuno per la fondazione. Mentre a questo s’intendeva, per la tardanza della grave carestia, si ritirarono tulle alle loro case, ad eccezione della sola Angela, la quale morti i genitori si recò a vivere solitaria con una compagna in una casa contigua all’ oratorio della Consolazione dello della Fava, ove Dio la provvide d’ altre compagne più fervorose delle anteriori. Colla benedizione del patriarca Zane, secondo i suoi consigli si esercitarono in pie opere nelle chiese de’ ss. Gio. e Paolo, e di s. Maria dei Derelitti detta l’Ospedalelto ; eletta Angela a superiora, la quale curò soprattutto la serafica povertà, ed accresciuto il numero, passarono in casa meno ristretta nella parrocchia della ss. Trinità. Finalmente giunte al numero di 12, la fondatrice ottenne a’26 giugno i6o5 dal maggior consiglio il permesso d’erigere un monastero con chiesa. In un angolo della città detto Quinta valle, nel sestiere di Castello e vicino alla cattedrale, fattosi acquisto d’un luogo, Angela con 20 monache vi si portò a disporre i principii del chiostro. Superati gl’ impedimenti fatti insorgere dal demonio, il senato a’ 21 gennaio 1609 autorizzò il monastero a contenere 3o cappuccine, e con apostolica aulorilà il patriarca Vendratniu chiamò da Brescia