nelpalazzo medesimoaderenteal suo muro sul rivo, e conligua a! Ponte de Sospiri , pel quale si conducevano i rei in queste prigioni, e sono soprapposte le line alle altre, non già come il volgo credeva, stanze sotteira a guisa di pozzi; tali in-somma, quali le dissi nel luogo rammentato. » Il governo veneto inclinava alla dolcezza, e la sua saggia politica incuteva piuttosto il timore di gravi pene, di quel- lo die rigorosamente apprestarle. All’epoca della i .a invasione francese si esaminò il libro in cui i egistravansi i delitti e le condanne de’ rei di stato, e recò sorpresa il riconoscere , die dal principio dello scorso secolo sino al cadere della repubblica, furono dal tribunale supremo dannati a morte soli quattordici rei”. Un sacerdote cappuccino è cappellano curato de' carcerati. 3. Casa di Correzione in s. Croce alla Giudecca. / . § X, n. 29. 4- Casa faiìminile di correzione e di pena, unita alla chiesa dì s. Maria filnddalena delle Convertite. V. § X, n. 61. 5. Lazzaretto vecchio a s. Maria in Nazareth. Nelle lagune di Venezia vi sono due isolette denominale Lazzaretto T'ecchio e Lazzaretto Nuovo, anzi lai." anelie s. filaria in Nazareth. Meglio è che ne ragioni al § XVI11, 11. 7 e 8 del-l’isole. 6. Casa degli Esposti, volgarmente la Pietà,in s.Maria della Visitazione. Narra il Corner, che il deplorabile sregolatoe illecito amore, anche in Venezia e particolarmente nel secolo XIV, dava crudeli e luttuosi esempi; le illegittime snaturate madri abbandonando i loro frutti colpevoli, morti o semivivi, aH’allrui carità colla pubblica esposizione, e fors’anche per ascondeie ¡a loro reità , come altrove, scelleratamente gettandoli nell’onde o in alilo inotlo facendoli perire, togliendo loro cosia un tempo due vite, la temporanea e l’eterna. Altamente deplora il cav. Mulinelli, a p. i5y degli Annali di Ve- nczia, il suo mal costume, sommando allora l’infami meretrici ai i,654> Ia libidine facendo pure con allre i lussuriosi suoi sfogi, anzi la licenza era giunta ad attentare con rapimenti all’ onore delle donzelle. Non permettendo la divina misericordia il proseguimento di tanto barbarismo in Venezia, sui Trovatelli Bastardi ( V.), mosse fr. Pietro d’Asisi francescano a recarvisi nel 1 34o a spargervi il seme della parola di Dio. Questo sant’uomo di sommo zelo e d’egual carità, dopo aversi coll’apostolica predicazione acquistato il credilo e l’applauso universale, nel veder di tratto in tratto scandalosamente giacer semivivi sulle pubbliche strade miserabili bambini abbandonati da'loro immorali genitori, si sentì vivamente commosso l'animo da'loro vagiti. Eccitato dunque piamente nel cuore dalla divina provvidenza, che disposto avea il rimedio al grave male, si propose di fondare un pio luogo, ove si raccoglies-sero e nutrissero gli esposti fanciulli , molli de’ quali perivano bene spesso anche prima d’essere rigenerati nel battesimo , e perciò in perpetuo dannali nel Limbo (V.J. Pubblicata dal pio uomo la sua virtuoso intenzione, e implorata nel i346 dalla religione e moralità del governo il permesso di fondare l’ideato ricovero; infiammato dal sentimento d’amore pel prossimo, cominciò a cerca-redalla compassione e carità de’fedeli gli opportuni aiuti, elemosinando in persona di porta ¡11 porto non con altri termini, che con ripetere ad alta e flebile voce Pietà Pietà. Da questo il buon uomo, ch’era di piccola stalura, ebbe il soprannome di fr. Pieruzzo della Pietà, col quale è conosciuto come 1.° fondatore del pio luogo della Pietà. Piadunati poi alcuui divoti uomini, con essi istituì nello chiesa di s. Francesco della Vigna, di cui nel § X, n. 27, la confraternita sotto la sua invocazione, la cui cura fosse raccogliere dalle strade e piazze gli esposti e abbandonati bambini, (oliatili colla morie e cou