cella,- Clic Ai spenteci) ouor d'anni remo li. = Ginsellile ! la Ina luce oh come è bella !... - Se iu Gregorio tu serbi i sensi immoti, - L’ amor dell' universo è la sua stella. In argomento di esultazione Filippo d.' Scolari cav. di-II'ord. pontif. dis. Gregorio Magno". Il virtuoso cav. AntoueUi, per modestia non volle intervenire alla solenne inauguratone del busto.con nobile e generoso divi-samento donalo, come con ammirazione «’Caprile mi scrisse il cav. Andrea Battaglia console pontìfìcio.Rens'i ilea v.A titolici- li mi diresse Iu seguente lettera, che meritando la stampa, ad essa qui Iu consegno, a suo onore, ed a gloria dell’umile monaco di s. Michele, che Dio sublimi) al maggiore de’lroni in Vliticano e coronato del Triregno. E come il cav. Anto-nelli pose al mio venerando Signore un monumento in s. Michele, io qui ne erigo n lui un altro imperituro di gratitudine e d'ammirazione,ed ambedue resteranno eterni iu queste pagine. » 1 llut." Sig.' Cavaliere. Allorquando fui l’ultima volta di passaggio per Roma mi cadde in pensiero di ordinare al nostro scultore Rinaldi il busto del Sunto Padre, onde riporlo nel mio studio, per aver sempte agli occhi la immagine ili Quello a cui mi lega dovere ili religione e di gratitudine, amore di patria, sentiinenlu di stima e «li reverenza, a fletto in line per quanto Ei fece a pio della religione e delle lettere. — Ma giunto il busto somigliantissimo a Venezia, ed in procinto di collocarlo dove avea divisato; un dì, incui mi portava all’isola di s. Michele per compiere gli uffizi di pietà vetso un con Hai elio del c<>n veglio de’liapassnlicui appartengo, e che ivi à sede; sentii alcuni cospicui fuiaslieri che visitavano quell'isola ricca di oggetti d’arte, e soccorritrice d’illustri memorie storiche, domandare, quale era la cella iucui il Santo Padre passava una »olla le ore fra lo studio e la orlinone, e quale fo»e la memoria che ai visitatori «lai posteri lo ricor- dasse; ed udii rispondere da que’ buoni frali jdi s.Francesco,nulla esservi ricordanza di Lui, tranne una breve lapide, che allora additarono a que'foraslieri.— Un lampo di luce mi brillò allora alla niente, e feci subito proposito di donare a que’ frati il busto prezioso, acciocché lo collocassero nella loro biblioteca, onde tolta losse una volta la taccia a noi veneziani, di trascurare un luogo divenuto più celebre pel soggiorno del vivente e Santissimo Padre. — Non appena svelai il mio desiderio a que’padri, clic inostraromi giocondi; e tosto recai loro quel busto (nel gennaio 1845), contento che l’opera egregia rispondesse iu un luogo più condegno del mio oscuro studio,e servisse un lem-podi solenne ricordo a’posleri e del Sommo Pontefice Gregorio XVI e della mia devozione per esso Santissimo Padre.— Que’ religiosi però vollero a maggior dimostrazione d’onore inaugurare solennemente la immagine adorata, e perciò invitali i più cospicui personaggi della città, e primo S.E.il Patriarca, quel p. provinciale iutessè una orazione in lode del Sommo Gerarca, e come fu natrato uel-l'articolo del pubblico foglio clic ho l o-Dore di qui iuchiudere, esteso da quel Zannilo che in Venezia sostiene l’onore delle Arti Delle come scrittore distinto.— Quesl’allo ch’io venni compiendo persolo sfogo del cuore, noti credea mai fosse sì in allo e sì solenuemeiite laudato, e perniò io credei del mio doveree dellu mia di» vozioue poiturlu a conoscenza della S. V. litui. ', come quello che tanto sente per l'onore della Chiesa e per lo esaltamento del Sunto Pudre, nè volea che aliti prima di me a Roma recasse la nuova. — Volli poi anche rendere di ciò ilota V. S. 111tu. ' perchè sapendo quanta bontà Ella sente per me, volesse dare pel suo organo notizia dcU'avvcnimento al Padre Santo; onde e conoscesse quoti-toa cuore tenga vivo l’amore e la gratitudine che a Lui mi legano, e volesse nella sua santità e mansuetudine confoitar-