esistenza dell’ oratorio e del monastero. Densi risulta da’ documenti, che molto prima del Tiepolo, eletto doge nel 1229, i domenicani già aveano (issata sede in Venezia, ove giunti dopo la morte di s. Domenico, colla predicazione e gl’insegnamenti mostrarono di quale spirito il fondatore gli avea lasciali eredi, special-mente pel grido di loro eloquenza sagra. La loro 1 .'abitazione fu presso la chiesa di S.Martino, la quale nel 1 226 avea il priore domenicano. Indi si meritarono nel 1234 la concessione del memorato terreno nel sestiere di Castello, ne’confini della parrocchia di s. Maria Formosa, dalla città e dal doge il cui marmoreo sepolcro fu posto nella facciata, in cui pur giace il doge Lorenzo suo figlio. Ciò ottenne il priore fr. Alberico, che ammise nel noviziato il b. Giacomo Salomo-ilio nobile veneto e lume splendido di santità, a cui poi in Forlì la repubblica veneta fece erigere nobile sepolcro di scelti marmi al suo altare. De’soggetti insigni per santità di vita e dottrina, fioriti in questo convento, il Corner ne riporta il novero,e solo nominerò fr.Paolo Veneto compagno e imitatore di s. Domenico celebre per santità ; fr. Gio. Andrea Car-ga vescovo Sirense, martirizzato da’ turchi; un bel numero d’arcivescovi e vescovi, un maestro del s. Palazzo, un segretario dell’indice,ec. Il priore fr. Alberico dispose la fabbrica d’un ampio convento e d’una magnifica chiesa, per l’erezione della quale Innocenzo IV concesse nel 1246 indulgenze a’sovventori. Questi furono tanti, che il vasto convento si trovò capace di ricever il capitolo generale, ivi convocato nel 12g3 dal maestro generale fr. Nicolò Coccasini, già religioso nel medesimo, poi cardinale, Papa Benedetto XI e beato. Altri capitoli generali vi si adunarono nel i33o e nel i335. Benché 1’abitazioni de’religiosi fossero da gran tempo perfezionate, pure la vasta fabbrica della splendida chiesa, e per la sua imponente mole e pel 247 grandioso dispendio andava lentamente proseguendo. Ad agevolarne il compimento, decretò a’ 18 dicembre i3go il maggior consiglio, l’applicazione di diecimila ducati, del pio legato di Nicolò Lion, e dell’altro di Marco Delfino, onde si potè anche erigere la cappella di s. Domenico, ora della B, Vergine del Rosario. Dice lo Sialo personale, i domenicani fabbricarono questa chiesa dal 1246 al i3go. Nel i3g3 vi fu celebrato altro capitolo generale, dal p. maestro generale Raimondo da Capua, il quale ad istanza del doge Venier e del senato, ordinò coll’assenso de’capitolari la riforma di questo convento, di molto decaduto dalla primiera osservanza. Ne eseguì il decreto fr. Giovanni Domenici, poi cardinale e beato, il quale trasferiti dal convento osservante di s. Domenico, dello stesso sestiere di Castello,! 2 religiosi, intraprese la rifomae ridusse ben presto il convento a perfetta esemplar disciplina, consolidata dagli eccellenti priori che si successero. Ma l’edificazione della chiesa per la sua gran mole e piantata su terreno paludoso, progredì lentamente e andò assai in lungo, come già notai. , Finalmente ridotto anche il nobilissimo tempio a perfezione, nel giorno di domenica a’12 novembre i43ocon gran solennità lo consagrò fr. Antonio Corraro domenicano e vescovo di Ceneda. Indi furono qui convocati i capitoli generali del 1437, del i486, in cui fu eletto maestro generale dell’ ordine fr. Barnaba Sassone, e deli487 per la seguita morte di tale prelato, a cui fu sostituito il veneto fr. Gioacchino Turnani. L’ultimo capitolo generale ebbe qui luogo nel i5g2. Frattanto la chiesa andava progredendo negli abbellimenti, de’qaah il più ragguardevole è l’altare maggiore, eretto neli6igsul modellodeU’archiletto Matteo Carmero, di così scelti marmi e di tanta ordinata magnificenza,che a niun altro può dirsi secondo. Di nobilissima forma è pure la cappella sagra al ss,