534. vinciale di commercio ed industria a'4 maggioi 852, dal suo egregio presidente cav. Giuseppe Reali, riferito dal n. 115 del Giornale dì Roma, e ricavato dalla Gazzetta di Venezia de’ 13 maggio, la quale però contiene pure gli statuti per l’attivazionedi tale società. » In mezzo al quasi prodigioso succedersi dell’innova-te condizioni commerciali del mondo incivilito, nessuno v’ha che non comprenda rendersi indispensabile lo spiegare la massima energia ne’movirnenti; lo spingere con instancabile attività l’estensione de’rapporti diretti co’più lontani paesi; lo slanciarsi con prudente coraggio in tutte quelle speculazioni , che ragionevolmente presentono un esito vantaggioso. A raggiungere però un siffatto sviluppo, cui Venezia, questo scalo importante marittimo d’una eletta parte della monarchia, è adesso chiamata da’mutati destini, i mezzi attuali del solo veneto commercio, depauperati dalle profonde scosse sofferte, sarebbero insudicienti; e quel bisogno, che la camera di commercio anche in passato riconosceva sussistere,e voluloavrebbe soddisfatto,colla diffusione dello spirito d’associazione, unico possente fattore della più larga prosperità denominerei e dell’industrie, si fa ora tanto più altamente sentire, quanto maggiore è la necessità e l’interesse comune, che Venezia venga una volta ad assumere il suo vero carattere di porlo centrale delle provincie, alle quali è legato per posizione geografica , pej1 comoda sicurezza e per intimità di rapporti. Se in passato tale convinzione della venela commerciale rappresentanza dovette restar circoscritta allo sconfortante limited’uno sterile desiderio, perchè le in allora sufficienti forze individue, potendo mantenere i rappoiti della piazza in soddisfacenti condizioni, non ne presentavano così vivamente l’urgenza; oggidì che ognuno sente il bisogno di seguire un nuovo ordine di cose; adesso che il porto principale di Venezia opre già il suo seno alle navi della maggiore immersione, mentre per rassodare il felice risultato della pressoché compiuta Diga di ¡Malamocco, an-drassi ad erigere per sovrana munificenza la Controdiga ; ora che la inoltiplicità delle strade ferrate dà al movimento commerciale un impulso sempre più crescente e animato , e che coll’ istituzione de’telegrafi i popoli stringonsi in una sola famiglia;sarebbe colpa di lasciarsi trasportare senz’azione e indolenti su d’una carriera che diventerebbe riprovevolmente lunga ed oscura ; sarebbe colpa di non dispiegare la più ferma volontà del bene generale, a mezzo d’una attività temprata all’attualità de’bisogni. E ben la sentivano questa necessità alcuni benemeriti cittadini , che indotti dopo lunghi e ponderati studi a formulare il progetto d’una società anonima, da intitolarsi Stabilimento Mercantile di Venezia, avente il triplice scopo di ricevere a semplice deposito, non che di ricevere a deposito verso sovvenzioni, merci a preferenza di-rettamente dall’estero importate, e di prestarsi allo sconto di efletti cambiari, pagabili in questa piazza, mostravano come con tal mezzo aprir si possa opportuno l’adito alla combinazione di più stretti o novelli rapporti fra questa e le consorelle città, che saranno al caso di cogliere tutti i brillanti vantaggi d’una comunicazione facile ed immediata con questo centro marittimo; come si offra con esso più largo il mezzo d’istituirvi grandiosi depositi a sfogo delle produzioni del suo- lo e della industria, lauto nazionali che estere, facilitando così le transazioni co’ luoghi di origine; come per esso possa accrescersi ardimento alle grandi speculazioni e prestare soccorrevole appoggio alle mediocri; come si possa, in una parola, con tale elemento sforzare il tempo e gli eventi, spandendo fecondi su questa e sulle piazze, che stanno con essa in rapporto, que’semi di prosperità che resterebbero isteriliti senza la colleganza di mezzi polenti. La camera di commercio,