366 anni dovesse render conio dell’amministrazione al doge e a’consiglieri, restando fissalo il numero delle povere a 2 j,quante allora poteva sostentare il pio luogo. Dipoi nel i556 con altro decreto si aumentarono, ed assegnandosi al priore una spaziosa casa con 3oo ducali di stipendio, gli fu imposto impiegare il rimanente delle rendile al mantenimento del luogo e delle povere. .Siccome le povere si sceglievano da qualunque anche più vile condizione di persone, però a vantaggio de’bisognosi civili nel 1623 ordinò il maggior consiglio, che per l’avvenire non si ammettessero nel pio luogo che povere donne o di sangue patrizio o ileiI’ ordine de’cittadini, di vita onesta e non maritale. Al presente, dice lo Stato perso-naie, che si ricoverano vedove e povere donne di nobile o civile condizione , ed ora sono 4o , dipendenti dal cappellano r ettore. Ed io aggiungo col Dizionario geografico, che il pio luogo fu neli36o soggettato al padronato del doge, e contribuisce alle povere donne, oltre l’alloggio e i medicinali, una giornaliera pensione. La chiesa di s. Gioacchino annessavi venne fabbricata alla metà del seco- lo scorso da alcune terziarie domenicane, dette le Pizzoche're. 11. Orfanotrofio maschile alla Vi-sitazione di Maria Vergine, sulle Zattere: nel § X, n. 45, ne parlai. 12. Orfanotrofio femminile di s. Teresa: nel.§ X, n. 70, ne ragionai. 1 3. Ospedale.provinciale e civico in s. Lazzaro de’Mendicanti. Ebbe la sua o-1 igine nell’isola di s. Lazzaro, della quale nel § XVIII, n. g, destinato come luogo appartato dalla città per ricoverar poveri infetti dalla lebbra elefantina, o male di s. Lazzaro. Diminuita e poi cessata affatto la schifosa malattia, fu stabilito che nell’isola dovessero restare accol- li que poveri, che dal giornaliero questuare per le vie si chiamano Mendicanti. Laonde lo spedale si disse prima col nome di s. Lazzaro, e poi anche con quello di Mendicanti. Come però l’isola per la molta sua distanza dalla città rendeva difficile, e bene spesso ne’tempi burrascosi d’inverno vietava l’accesso a’governatori, a’medici, ed a qualunque altra necessaria persona, alla cura degl’infermi ed all’assistenza de’poveri, così venne trasportato lo spedale in luogo di minor incomodo. Opportunissimo a tale oggetto fu creduto un largo tratto di terreno vacuo, che si estendeva dal convento de’ ss. Gio. e Paolo, di cui nel § X, n.ig, sino alla laguna. E però ivi si disposero i p ri nei pii d’ un magnifico o. spedale, che nella celerità del suo avanzamento dimostrò i prodigi della divina provvidenza, a’cui disegni piamente servì il caritatevole animo di Bartolomeo Bontempelli ricco mercante, che dopo aver offerto vivente all’intrapresa della fabbrica3o,oóoducati,ne assegnò 100,000 al di lei compimento. Sul principio I’ o-spedale edificatosi con molta ristrettezza, venne indi per mezzo di pie largizioni nel 1 5g4 ampliato e arricchito come ora si vede. Accolse pure nel suo seno orfani de’due sessi, onde servì d’ospizio anche a loro. Il p. Bonanni, Catalogo degli ordini religiosi e congregazione di fanciulle, nel t. 3, p. 66, offre la figura delle zitelle orfane in Venezia fondate da s. Girolamo Emiliani presso la chiesa de’ ss. Gio. e Paolo, parte delle quali attendevano al suono è al canto in servizio della chiesa (e per quanto notai nel § XV, u. 1, come altre), e vestivano di bianco. Aggiunge che negli altri 3 conservatorii di zitelle in Venezia, vestivano nell’ospedale della Pietà l’abito rosso, in quello degl’incurabili di color turchino, ed in quel- lo de’Mendicanti di nero, ed attendevano parimente alla musica, sotto la direzione de’più famosi maestri. Unitamente coll’ospedale fu eretta la chiesa adornata nell’ interno con 5 altari di scelli marmi, e nell’esterno con una ben ideata lacciaia, essa pureinterameute di marmo. lu uno di essi altari, dedicato a s.