Itinque non (ulti si rimanessero silenziosi: ma è anche vero che uu’diade in-finila di mali venne ad inondar la terra, e Dio si servì de’suoi nemici slessi a punire i sacrileghi oltraggiatori del nome angusto del suo Vicario in terra; e i conniventi a tanta bruttura, che vergognosamente per punico timore si tacquero, e que’ die forse fecer plauso, lutti a lagiime di sangue pagarono il Ilo di lo* ro dissimulazione e colpevole condiscendenza ; e le lagrime abbondevoli di Insili innocenti, le calde suppliche innalzate al trono di Dio dallo stesso virtuoso Gregorio XVI, la Vergine Immacolata Maria abbreviarono i giorni delle divine vendette per gli oltiaggi fatti all'unto del Signore, al Padre di tutti i credenti. Vi rallegrate adunque, che lo stesso Iddio ha fatto esemplare giustizia al merito so-vrugrnnde del Sommo Pontefice Gregorio XVI. Passarono que’giorni d’mgaa* no, di lutto, di peccato, da non coniarsi nella sloiia di Roma e d’Italia: tutti gli stessi più avversi e infelloniti riconoscono oggi c confessano i meriti etirnii di Principe savissimo e di gran Pontefice in Gregorio XVI : e quanto più verran meno le ire di parte, le illusioni dell’epoca, le ambizioni del momento, le adulazioni degli scatti ili nemici di ogni bene,si scorgeià la vera grandezza, la grande superiorità ed elevalezzu di niente, l’ingegno governativo di Gregorio XVI; e innanzi a tutti i posteri apparirà,qual fu, una di quelle ligure grandiose,impooeuli, immense e cotanto rare, che colla realtà de’ fatti beneiìci a salutari impongono a' secoli c l'improntano di loro grandezza. Voi a quell’epoca d'intellettuale delirio, fra laute altre cause d’amarezza e di duolo, trepidaste pure sul bellissimo metallico busto che vi donò l'adorabile Sovrano, e che ad eterna ricordanza di tè e dell'affetto tuo per cotesto sagro luogo volle sempre rimanesse in mezzo a Voi : doveste allora occultarlo agli occhi Ixf-fisi di ù ogni possibile profano od illuso, 6Sfj anco entro le mura del sagro chiostro. Come lampo distruggitore, passarono que’giorui funesti: e Voi all'istante cou vero tripudio de’Vostri cuori devoti, discovriste quella cara effigie e le belle i-«crizioiii (le riporta a p. i \\ e i i5, una dille quali celebra cou riconoscenza il lascilo di scudi tremila fatto dal Papa alle monoche, col testamento pubblicato dalla Gazzella privilegiata di V<> nezia de'aG agosto 184^) d’altorno che ridicono la giusta gratitudine Vostra a’ benefìcii ricevuti dal Piiucipe amantissimo e Vostro confratello amatissimo. Rimirale pure quel follo amabile del Pontefice grande, in cui tutta si rivela la mente di luì dottissima, ed ove tutto si manifesta il suo bel cuore fatto solo per amare e beneficare secondo Dio e la ragione. — Gregorio XVI, quest' ultimo Papa figlio di s. Benedetto, come ad ogni altro fu prolrggitore munifico, lo fu ancora dell’ ordine mio, cui restituì il magnifico tempio di Bologna dedicato ni patriarca Serafico, ove col secondo Pontefice francescano Alessandro V, riposarono le ceneri di tanti figli di 8. Francesco che onorano l’Italia e la Chiesa; e così ridonò ni culto di Dio e de’ Santi una delle chiese piti belle e più glandi di quella citta civilissima, la quale per tanti anni cou sommo suo cordoglio e con ammirazione universale uvea visto profanarti quella casa di Dio in modo iudrgno per un paese cattolico”. Pio c devoto ch’era Gregorio XVI d’u-ua pietà marcatissima e d una divozione ferventissima, nel suo pontificalo volle visitare i Santuari del s. Speco di s. Benedetto a Auhiaeo, la «. Casa di fjorelo, di t. Romualdo di Fabriano, quelli dell’ordine Francescano di s. Francesco il’A-siti da lui restaurato per abbellire sempre più quel la triplice chiesa, di Rivotorto e della Ponmncula ( V.) da lui riedificala (a p. 116 riporta l'iscrizioni erette a Gregorio XVI nella piazza e convento ili >. Francesco iti Asiti e a Rivolerlo).