588 si fa per la festa del (empio del Redentore, parlai nel citato § X, n. 60. Fu appellata a principio Spinalonga dalla sua conformazione o per esser slata in antico coperta di spinosi cespugli. Formata da 8 isoletle congiunte da ponti, alcune delle quali un tempo disgiunte, la percorre dal lato della città una riviera selciala, la quale offre facile e ridente passeggio per tutta la sua lunghezza, eli’è di metri circa 35o. Mutava poi 1’ antico nome in quello attuale della Giudecca per incerta causa, volendo alcuni che provenisse dalla voce Giudicatolen. Zudrgà),quasi terreno aggiudicalo a famiglie di torbidi cittadini banditi, e qui messe a confine nel secolo IX ; altri invece, e forse con più ragione, fanno derivare tal nome dagli Ebrei, su di che ¿avellersi il n. 5 del § XIV. Eia un tempo abitata da molti nobili e ricchi cittadini, i quali qui eressero palazzi cospicui ; ma sommersosi nell’onde per improvvisa burrasca, nel passar il canale n’27 agosto 1702, Agostino Nani procuratore di s. Marco, a poco a pocotrapian-taronsi le case patrizie in città, per cui rimase notabilmente diminuita la popolazione ili quest’isola, allora ascendente n 8000 abitanti, e vieppiù andò scemando dopo la soppressione de’claustrali, per cui è ora ridotta a circa 3ooo abitatori, essendosi molti fabbricati convelliti in magazzini di cereali. Si legge nella Gazzetta di Venezia de’9 agosto 1858, e nel 11. 183 i\t\Gioriiale di »Sappiamo da fonie sicura, cheS. M.l. R. A.,degnandosi di secondare i voli manifestali dalla città e dal commercio di Venezia, benignamente appoggiati da S. A. R. il serenissimo arciduca Ferdinando Massimiliano, governatol e generale, ordinò che sia scavato il canale della Giudecca. I lavori saranno subito incominciati e dovranno esser compiti entro l’anno 1860”. Per questa provvida disposizione potranno i bastimenti transitare più agevolmente pel cauale, ed eziandio approdare alla riviera per scaricare le merci. Fra quest’ isola e quella di s. Giorgio Maggiore s’ apre un canale navigabile anche pe’ bastimenti di grossa portata, nel corso del quale s’ incontrano altre ¡solette fino a che si giunge a Chioggia (V.), città vescovile distante 5 leghe e mezza sud da Venezia, nella parte meridionale dell’ Estuario, presso I’ Adriatico, e un poco al nord dell’imboccatura del Brenta. In tal città vi fu trasportata l’antica sede vescovile ii\!\lalainocco(V.). Quindi lai." isola che si offre allo sguardo è la seguente. Ò.S.Maria delle Grazie, volgarmente la Grazia, è una piccola isola nell’Estua-rio di Venezia, e che si avanza nella Laguna al di là della Giudecca. Era anticamente una semplice terra paludosa compresa nella donazione fatta dal doge Tribuno Memmo circa il 982 al monaco benedettino Giovanni Morosini pel monastero di s. Giorgio Maggiore , e vicino all’aeque del suo circuito. Verso la metà del secolo XIII cominciò ad innalzarsi la terra paludosa con vasta circonferenza, e in breve tempo divenne un’isola, riconosciuta capace di ricevere e sostenere dilatale fabbriche. Si servì di tale occasione la pietà di Marco Bollani abbate di 3. Giorgio Maggiore, con destinare il luogo per erigervi un caritatevole ospizio ad accoglimento de’pellegrini, che por-lavansi alla visita de’santi Luoghi di Palestina. Pertanto nel 1264 la consegnò a fr. Lorenzo priore dell’ ospedale di Venezia chiamato Casa di Dio, e in dialetto veneziano la Cà di Dio, perchè ivi fondasse un ricovero a’viandanti, un luogo coperto detto con tal dialetto Cavana, colla sola condizione di riconoscere il monastero di s. Giorgio Maggiore padrone del luogo coll’annuo censo d'ima libbra d’olio. Non si ha notizia che in questo sito denominato allora la Cavana vi fosse cominciata fabbrica alcuna, e solo si conosce che nel 1289 si ritirò nell’isola Gerardo eremita camaldolese per ivi fonda-