no istituì l’ospedale, al dire di Corner.Certo è, die da quest’epoca in poi la famiglia Moro ne possiede incontrastabilmente il diritto. Quanto a’ priori, trovasi nell’archi vio abbaziaìe nel 1275 un frate Almerico, qualificato in due diversi strumenti col titolo di rettori-j ed egli medesimo in altro documento del 1279, è nominato guardiano. Ed in altro documento del catartico dell’ ospedale della Ca di Dio , si trae che nel 1282 frate Almerico,Custos domila Miserie or di ac, per se e suoi successori, assicura frale Lorenzo custode della Ca di Dio, del saldo fattogli da quest’ultimo d’ogni e qualùnque debito versodi lui. Ed eccomi a riprodurre la serie de’priori dell’ab. Cappelletti. 1. Fr. Almerico, qualificato rettore, guardiano, custode del priorato della Misericordia , è creduto il priore. 2. Fr. Jacopo del 1297. 3. Fr. Pietro Civran nel i3oS concesse licenza ad alcuni divoti confratelli secolari di piantare la loro confraternita sotto gli au-spicii di s. Maria della Misericordia, che poi divenne una delle 6 scuole grandi di Venezia,e ne parlerò poi. 4- Fr.Giovanni Dona, in conseguenza di detta concessione, di consenso de’suoi due frati, a’confratelli stabilì e concesse il terreno su cui alzare la loro abitazione o ospizio e ileimiterio, con ¡strumento de’ 14 marzo i3io: questo priore mori nel 1348,come si legge nel-1’ epigrafe sepolcrale che si conserva tra’ recinti della residenza abbaziaìe, intorno alla sua effigie scolpita, ov è detto Prior huiushospitalis s. Mariaede.Misericordia. 5. Albertino d’ Argenta. 6. Pier Bartolomeo Donà, di cui esistono due i-strumenti a favore de’ confratelli suoi-mentovati, acciocché potessero dilatare la loro stazione. Esiste l’iscrizione sepolcrale che lo dice morto nel 1 36g, e ivi si legge: Prioris hospitalis s. Mariae de Misericordia deVenetiis. 7. Lin a Moro eletto a’i5 luglio di detto anno, 10 giorni prima che morisse il predecessore, forse per prevenire qualche atto di giurisdizione del vescovo di Castello, in onta del diiit- »9« to di nomina e di presentazione, di cui era in possesso la famiglia Moro. E pare inoltre, che il vescovo non osando d’agire direttamente, si valesse del metropolitano gradese menzionato; onde il Moro fece l’accennata protesta, il cui autografo è nell’archivio della famiglia patrona, mentre la sentenza del patriarca conservasi nel catastico abbaziaìe. Di quest’ultima n’erano i principali articoli. La conferma alla famiglia di Maria Moro e de’suoi discendenti del diritto di padronato, non so- lo per l’antichissima fondazione, ma e-ziandio per la recente dotazione del priorato e dell’ospedale; e che se ne abbiano a rispettare perpetuamente le ragioni patronali; che dalle rendile de’beni si mantenessero 5o poveri, 4 sacerdoti e 3 chie-' ricij 3 domestici e 2 domestiche; che la cura dell’anime appartenga al pievano di s. Marziale; che nessuno possa essere presentato a priore, se non avrà compito il 25.° anno; che per i.° 2.° e 3.° termine perentorio l’attuale priore Luca Moro debba entro 1’ anno farsi consagrare sacerdote, sotto pena di privazione della dignità e del benefizio priorale. Pare ch’egli non ubbidisse all’intimazione, ovvero ne ottenesse una proroga, perchè dagli atti consta, che i patroni l’elessero a priore a’ 18 agosto 1378, ed in seguito se ne trovano memorie siuo ali3g3. 8. Jacopo Negro cominciasi a trovare neli4oi, visse lungamente sino al 14^4- C°n Pal'_ ticolari beneficenze fu favorito da Papa Nicolò V, che in tale anno, mentre era in Roma ambasciatore della repubblica veneta il procuratore Cristoforo Moro, poi doge, ch’era il patrono del priorato, per le sue istanze, col breve Expaternae charitatis, acconsentì che d’allora in poi il priore Jacopo e lutti i suoi successori, nou meno tulli i preli secolari che dal priore prò tempore fossero stati eletti e approvati, abbiano la facoltà d’ ascoltar le confessioni e di assolvere, e d’amministrare tutti gli altri sagramentì indipendentemente dal pievano di s. Marziale e