2 I 2 suppellettile. Ridottosi Jacopo nuovamente n povertà, disperato si uccise, e Dante nel suo divino poema lo pone nel l’inferno. Per questi continui predameli -ti venne poco u poco la badia a impoverire, e già dalla primiera agiatezza decaduta, esiziali poi le furono totalmente le violenze del feroce Ezzelino III ila Romano, e più tardi le mosse guerresche di Francesco I da Carrara signore di Padova, in guisa che ridotto allora il monastero a bastila, e finalmente al terminar del XIV secolo smantellato, rifuggirono per sempre i monaci a Vene-nezia nell’ altra badia di s. Gregorio, che da qoella di s. Ilario dipendeva. 3. Benedettine di ■?. Zaccaria. La chiesa parrocchiale di s. Zaccaria profeta, nel sestiere di Castello, ebbeorigine molto innanzi al monastero fondato dipoi dalla pietà de’dogi Angelo e Giustiniano Par-tecipazio, dal vescovo d’Opitergio s. Magno per ammonizione avuta in visione di s. Gio. Battista, sotto I’ invocazione del padre suo s. Zaccaria; rigettando il Corner altre tradizioni, che falsamente pretendono farne risalire il principio al pontificato d’Innocerizo I del 4°2 > non che diverse cose riferite dal Sarisovino, e principalmente le contenute nel libro di Domenico Bozzoni intitolato: Silenzio di.?. Zaccaria snodato. Fu dunque la chiesa di s. Zaccaria eretta circa la metà del secolo VII, e fatta parrocchia de’circostanti abitanti; benché poi per togliere il disturbo alla quiete delle monache che l’ulli-ziavano, si ridusse nella vicina rhicsa di s. Procolo, antico padronato del monastero, secondo alcuni verso la metà del seco- lo IX , ma più veramente in principio del XII,essendo Domenico nell 107 pievano di s. Zaccaria. I nominati dogi dell’8 1 o (o soltanto Giustiniano), vi aggiunsero poi il monastero di benedettine, non solo per istinto di loro pietà, ma per soddisfare a’desiderii di Leone V l'Armeno imperatore greco dell’8 1 3, il quale avendo loro inviato in dono il corpo di s. Zac- caria profeta e padre del Precursore, che riposava in s. Giacomo Minore di Costantinopoli, con molte altre ss. Reliquie, domandò che ad onore del s. Profeta si e-rigesse un monastero di monache, per la cui fabbrica somministrò ragguardevole somma e greci artefici. 11 cav. Cicogna osserva , che il monastero fu eretto tra l’8oqe I 827, e rimarca la liberalità strana di Leone V, il (piale come iconoclasta ninna fede prestava alle ss. Reliquie. Forse l’imperatore con tali doni, tanto preziosi pe’veneziani, cercava di tener ferma la loro alleanza col greco impero. Aggiunge, che il documento poi che afferma l’operato da Leone V, è una delle maggiori prove della dipendenza delle Lagune venete e di que’che l’abitavano all’impero d’oriente. Il doge Giustiniano che poscia lo perfezionò, gli assegnò pel mantenimento delle religiose alcune terre eacque convicine.Soggiunge il Corner, che s’ accrebbe non molto dopo il decoro del monastero per la venuta in Venezia di Papa Benedetto III neli’855, fuggendo la violenza e l’insidie dell’antipapa Anastasio. Accollo nella città dal doge e da ogni ordine di pèrsone con somma riverenza e applauso, si portò indi a visitare il monastero di s. Zaccaria, celebre per le ss. Reliquie che possedeva, invitatovi dall’istanze riverenti della piissima abbadessa Agnese Morosini, la quale diede al Papa le più vive dimostrazioni di filiale affetto e di rispettosa ubbidienza. Memore di luttociò Benedetto 111, ritornato a Roma , mandò in dono alla badessa una gran parte de corpi de’ ss. Pancrazio martire e Sabina vergine, e per particolare venerazione alle reliquie del 1.“, il monastero per molto tempo s’intitolò de’ss. Zaccaria e Pancrazio. Questo racconto del diligente Corner,fu conseguenza del già riferito da’ cronisti veneti, i quali si accordano nel registrare la venuta nella loro religiosa città di Benedetto 111, esule da Roma per salvarsi dalla furia della fazione sostenitrice l’auli-