Pagine di un Almanacco Questa tipica e grossolana politica dell’ingiuria all’esercito italiano si ripete costante negli anni. L’Almanacco della ]adran-sl(a Straza dell’anno 1929 ne c tutto invaso. Non ci sarebbe bisogno di raccogliere la sua turpe prosa se essa non appartenesse ad una organizzazione ufficiale ¿he ha per presidente onorario il Principe ereditario di Serbia e per presidente effettivo un generale il quale conta fra gli uomini di fiducia di Belgrado ed impegna perciò intera la responsabilità del governo serbo. Le pagine dell’Almanacco sono documenti tipici di uno spirito ufficiale e dei suoi mezzi di espressione. In un capitolo intitolato: «Gli italiani come combattenti», si trova, fra l’altro, scritto: a Quando Mussolini prepara il suo attacco conta più sull'insieme della politica estera che sulla forza dcll’Escrcito Italiano. Cosi, nelle minacce contro di noi conta su l’Ungheria di Hortis, sul governo mace-doncfìlo di Sofia, su Ahmed Bey Zogu, sui cattivo governo e sulla ine* sperienza morale e materiale del nostro paete. Su questi fattori esterni Mussolini conta molto più che sul valore morale dell'Esercito Italiano. E ciò è ben naturale, giacche Mussolini sa che l’Italia non ha mai avuto nel passato una sola vittoria militare e se ciò nondimeno l'Italia si è ingrandita, è grazie agli sforzi degli altri e alle circostanze politiche di cui ha saputo bene approfittare. Ma è per ciò che dobbiamo conoscere il passato dell'Italia e il suo valore nazionale. Per condurre una buona e utile politica estera bisogna conoscere gli altri popoli come il proprio; ed è appunto perchè Mussolini minaccia aspramente e continuamente di far la guerra che bisogna sapere e constatare chi sono gli italiani ». L’argomento della viltà militare italiana c fra i favoriti di questo Almanacco destinato a incorare i leoni serbi. Ecco un capitolo che ha per titolo: « Una nazione senza una sola vittoria ». Questi desolata nazione è naturalmente l’Italia. Il capitolo ricorda la rivoluzione del 1848, la guerra contro l’Austria del 1866, la battaglia di Lissa. E conclude:.