ni vescovo e martire, olire le ss. Reliquie di molli apostoli e martiri. II legato di Venezia Cardinal Bessarione , nel 14-61 concesseioo giorni d’indulgenza a chi le visitava offrendo limosine, ne’giorni da lui determinati. In diversi tempi vi furono donate: parte del ss. Titolo della Croce, concessa da Innocenzo Vili, come notili in tale articolo, a Girolamo Donato ambasciatore veneto in Roma, il quale e-resse per conservarla un altare dedicato alla ss. Croce , con pregevoli tavole di bronzo a mezzo rilievo, poi trasferite nell’altare de’Beali VII fondatori dell’ordine de’servi; il capo di s. Maria Cleofe, la mano sinistra di s. Andrea Apostolo, un braccio di s. Luca Evangelista, delle vesti e reliquie di s. Simeone fanciullo trucidato in Trento dagli ebrei, a di cui onore il consiglio de’ Dieci permise l’erezione in questa chiesa d’una confraternita. Oltre alcun’altre reliquie, nella mensa dell’altare della sagrestia fu collocato il corpo del b.Bonaventura Torniello (che notai parlando di questa nobilissima famiglia nel voi. L, p. 69, ed un discendente degnissimo della quale conte e commendatore d. Giorgio veneto , di cui mi vanto ossequiosissimo, ci ha edificati da ultimo; imperocché restato vedovo della virtuosissima contessa Anna Coppellali della Colomba,! / pronipote di Gregorio XVI,si ordinò sacerdote!) del ramo fiorito inForlì,religioso de’servidiMaria,fatto da Sisto IV predicatore apostolico in Roma, Toscana e altre parti d’Italia, come in Venezia con gran fruito , acclamato per Santo appena volò al cielo iu Udine. Il Corner ne riferisce le uotizie, con quelle d’altri 3 santi religiosi serviti del convento, cioè il b. Taddeo Ceroidi, chiamato patriarca d’Alessandria, glorioso martire nel i357; il b. Bartolomeo veneto,discepolo del b. Torniello e fedele imitatore di sue virtù; e il b. Raffaele Calbo. Di più il Corner riporta un notabile numero degl’ illustri religiosi fioriti iu questo chiosilo che meritarouo l’episcopato. Conti- 287 guo alla chiesa fu dalla pietà d’alcuni mercanti lucchesi, venuti a stabilir il loro domicilio in Venezia, fondo lo un magnifico oratorio in onore di Gesù Croce-fisso, sotto il nome di Volto Santo, pel celebre che si venerava nella loro città. Espulsi essi dalla patria da Castruccio o da Uguccione, si ritirarono in Venezia nel 13170 prima, dove molli di essi contrassero amicizia co'servili, ne frequentavano la chiesa , mangiando 1’ agnello pasquale insieme, ed in morte scegliendosi la sepoltura nel tempio. Pare che vi migliorassero e perfezionasseio l’arte della Seta, la quale però, come rimarcai in tale articolo, sembra introdottavi fin dal 1204 dopo la presa di Costantinopoli, e quindi presto cominciarono le venete manifatture di stoffe d’ oro e di porpora, con utilità somma della città. Si può vedere il cav. Mulinelli, Annali Urbani, ove traila de’lucchesi manifattori riparati a Venezia, delle liberali accoglienze che riceverono da’veneziani , collocando le loro officine iu calle della Biscia. Ne riparlerò a suo luogo, sì de’lucchesi e si delle manifatture di seta. S’avanzò poi tanto I’affetto de’lucchesi per s. Maria de’Servi,che nel 1 36o v’istituirono la confraternita sotto l’invocazione dello stessi! Vollo Santo, e la protezione de’ ss. Marco Evangelista e Marlino, pe’ soli connazionali, a merito principale di Pao- lo Panila. Il senato, che loro ne die’ la facoltà, annoverò i lucchesi fra’cittadini di Venezia. Per aver poi i confratelli un luogo sagro per le divote adunanze, comprarono da’ frati un sito contiguo alla chiesa, ove eressero uobile cappella, nel 1 376 consagrata da’vescovi Piacentini di Castello e Natali di Jesolo, e ad essa vi unirono 10 case per ricovero de’conna-zionali bisognosi. Non molto lungi dal convento fu già un monastero di divote vergini,che senza essere obbligate a clausura, professavano la regola del 3.° ordiue de’servi di Maria, dalla forma del loro a-bilo chiamate manlellate e più comune-